La diffusione del coronavirus non si arresta nonostante le direttive messe in campo dal governo. Sale il numero dei malati che sfonda quota duemila. E sale anche il numero delle vittime. Tra le persone risultate positive al coronavirus e ricoverate nell’ospedale papa Giovanni XXIII di Bergamo, in terapia intensiva ci sarebbe anche una bambina di appena un anno.
“Il totale delle persone positive sono 2.263, di queste l’88 per cento sono in Lombardia, Emilia Romagna e Veneto”. Ad annunciarlo il capo delle Protezione Civile, Angelo Borrelli, in conferenza stampa. Ci sono “mille persone in isolamento domiciliare, 1034 ricoverati con sintomi e 229 in terapia intensiva, il 10 per cento delle persone positive”, sottolinea. “Stiamo valutando l’opportunità di estendere la zona rossa sulla base di alcuni criteri epidemiologici, geografici e di fattibilità della misura”. A dirlo è il presidente dell’Iss Silvio Brusaferro nella conferenza stampa alla protezione civile parlando dell’area del bergamasco. “Stiamo analizzando con la Lombardia con grande attenzione su nuovi casi per comuni della cintura bergamasca – ha aggiunto – e stiamo vedendo con i dati d’incidenza e in base ai tassi di riproduzione del virus”.
L’ultimo bollettino della Protezione Civile
Il documento conferma quello che da giorni ripetono gli esperti e che anche oggi ha sottolineato il presidente dell’Iss Silvio Brusaferro: i prossimi giorni saranno fondamentali per capire se le misure adottate sono davvero in grado di fermare il contagio o se, viceversa, ne serviranno di nuove e ancora più stringenti.
Intanto su internet girano alcune proiezioni e modelli matematici ispirati al tempo di propagazione del coronavirus in Cina.
Secondo la tabella che prende spunto dai dati diffusi dalla Protezione civile, domani si potrebbe registrare un totale di quasi 5mila contagiati e 116 decessi (34 in più rispetto a oggi). Il 5 marzo si arriverebbe a un totale di oltre 6mila contagiati per un totale di 163 decessi. Al 14 marzo si arriverebbe con 142387 infetti e 3600 decessi.
Al momento i dati diffusi hanno tenuto fede a quelli reali diffusi poco fa dalla Protezione civile. Si spera, a questo punto, che la tendenza venga invertita.