Il monitoraggio del Dipartimento delle finanze evidenzia che al 31 dicembre 2020 i ricorsi pendenti contro il Fisco sono oltre 345mila. Altri 50mila sono in Cassazione.
Molti cittadini, una volta ricevuto un accertamento, non esitano ad impugnarla davanti alle Commissioni tributarie provinciali e, in secondo grado, a quelle Regionali. Il valore di tutte le cause supera i 40 miliardi di euro. Una montagna di soldi. Sulla questione Fisco, però, c’è anche un altro problema. E così il contenzioso fiscale allunga i tempi.
La macchina del contenzioso fiscale risulta essere lenta. E, ovviamente, il governo ha deciso di effettuare una riforma strutturale del giudizio tributario. Il ministro dell’Economia, Daniele Franco, e quello della Giustizia, Marta Cartabia, hanno nominato una commissione interministeriale formata da esperti incaricata di scrivere la riforma. L’organismo, che in totale conta 16 componenti, è presieduta da giurista romano Giacinto della Cananea, docente di diritto amministrativo presso l’Università Bocconi di Milano e componente del Consiglio di Presidenza della giustizia tributaria. Entro il prossimo 30 giugno la commissione dovrà presentare al Mef ed al ministero della Giustizia, una relazione che esponga le proposte di intervento formulate.
I giudici tributari
Gli argomenti da discutere sono tanti. Ma su uno pare ci sia già un accordo unanime: la “professionalizzazione” dei giudici tributari. Al momento molti di loro non sono magistrati togati ma “laici”: in pratica a ricoprire il delicato incarico ci sono pensionati, avvocati, commercialisti e dipendenti pubblici. La posizione della commissione è sostenuta anche dall’Uncat, l’Unione nazionale camere avvocati tributaristi, che oggi presenterà un piano specifico sulla materia. “Al centro della nostra proposta è che le cause valore più elevato siano affidate a giudici ordinari. I giudici onorari dovrebbero occuparsi di quelle di valore più basso, fino a 5 mila euro”, ha affermato il presidente Antonio Damascelli. In questo modo si alleggerirebbe anche il lavoro della Corte di Cassazione, con benefici per tutta la macchina del contenzioso fiscale.