Concorso Dirigente scolastico: la Azzolina entra nei ruoli. L'ostruzionismo del ministro sugli atti e l'inopportunità politica
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C’è un conflitto d’interessi che si aggira per l’Italia e di cui poco si parla. Diciamo per niente. Si tratta di quello del ministro dell’Istruzione, Lucia Azzolina. Nel 2018 si è svolto un concorso -e su cui la magistratura sta indagando- per dirigenti scolastici al quale ha partecipato proprio Lucia Azzolina.

Parole famose

Studio dall’estate 2017, mi sono sempre occupata di diritto scolastico. Ho deciso di fare questo concorso perché ho sempre studiato e perché credo nei concorsi pubblici. E credo che nella pubblica amministrazione si debba entrare per concorso. Poi c’è una regola nel Movimento5Stelle, quella dei due mandati. È giusto che ognuno di noi debba tornare alla propria vita privata. E io della mia vita privata sono gelosa”.

Così parlava a maggio 2019 l’allora deputata del M5S e componente della Commissione Istruzione Lucia Azzolina. E a chi gli chiedeva conto dell’opportunità politica a partecipare a un concorso pubblico da membro della commissione istruzione, rispondeva: Sarebbe bello se l’orale fosse anonimo, perché la verità è che dovrò studiare il doppio rispetto agli altri. E questo non le nascondo che mi crea molta ansia”. Insomma, per il ministro pentastellato quello fu un concorso a cui aveva tutto il diritto di partecipare e per il quale “ha subito” anche un po’ di discriminazione per il suo ruolo. 

Oggi la Azzolina è ministro dell’Istruzione ma l’imbarazzo per quel concorso non sembra sfiorarla nemmeno con il suo nuovo incarico. Eppure ha votato a favore dell’aumento del numero dei posti messi a bando. E sempre da Ministro ha altresì votato a favore di un emendamento che rende la graduatoria ad esaurimento (gli idonei non vincitori saranno assunti in barba al bando), nonostante il Tar abbia annullato l’intera procedura concorsuale.

La Azzolina, fa ostruzionismo impedendo l’accesso agli atti.

Quest’ultimo rappresenta un punto molto importante e non di poco conto. Il concorso per presidi, avviato nel novembre 2017, si è svolto nel corso del 2018. La Azzolina, già docente precaria in Liguria, entrata in ruolo a Biella, vince il concorso mentre era deputata membro della commissione Cultura della Camera, istituzione che di concorsi scolastici si occupa per statuto. La Azzolina diventa preside. Successivamente, si scopre che le prove scritte di quel concorso – gli scritti, non gli orali – sono state fortemente discutibili e, ora che sul concorso indagano sei procure in tutta Italia, i ricorrenti – una quota di docenti candidati alla gara e poi bocciata – accusano il ministro di opporsi alla richiesta di far conoscere tutti gli atti.

Il Consiglio di Stato

A breve sulla vicenda dei Dirigenti scolastici 2017 si pronuncerà il Consiglio di Stato, ma il Ministro continua con le assunzioni pur sapendo che attualmente la graduatoria è annullata a causa di un ulteriore sentenza del TAR per un errore nella valutazione dei titoli di un vincitore. Tar del Lazio che con ben due sentenze -una del luglio 2019 e l’altra del 24 giugno 2020, ha soppresso la graduatoria che ne fissava i vincitori. 

“Se ci sono state delle irregolarità sarà la Procura a vagliarlo, perché quando si parla di concorsi c’è sempre chi denuncia delle irregolarità, bisogna però dimostrarlo e questo non spetta a me” diceva sempre in quel maggio del 2019 Lucia Azzolina. E ora che il Tar e i giudici hanno acclarato che qualche problema sul concorso c’è stato, perché la Azzolina non ne tiene conto e blocca tutto?

Le anomalie

Eppure di anomalie sul concorso ce ne sono tante. Seppur dal punto di vista giudiziario bisogna aspettare, non si capisce per quale motivo il ministro continui a non prendere una posizione politica sulla vicenda. La magistratura sta facendo chiarezza sull’operato infedele di alcuni commissari e delle trentotto sottocommissioni che, nel Paese, hanno valutato le singole prove. Tutto va a rilento anche per il fatto che da un anno a questa parte il Comitato Trasparenza è partecipazione chiede l’accesso agli atti completi e ancora una volta il Tar, con sentenza di quest’anno, la numero 2293, ha ordinato al ministero la totale ostensione dei documenti dei vincitori: elaborati della prova scritta, griglie di valutazione e verbali.

“Quest’ultimo, con un ricorso firmato personalmente dalla ‘ministra pro tempore’ e depositato dall’Avvocatura di Stato -spiega la Flc Cgil– , si è rivolto al Consiglio di Stato invocando due ragioni per non concedere trasparenza: uno, i dirigenti scolastici vincitori, se riconosciuti con nome e cognome, potrebbero subire pressioni dai docenti sconfitti; due, l’iter del concorso non si è ancora concluso e le rivelazioni potrebbero creare grave danno alla prosecuzione dell’anno scolastico. Il Consiglio di Stato, con ordinanza, ha rimandato quindi al 29 ottobre la decisione sulle richieste di pubblicazione avanzate dal Tar.”
 

Negato anche il codice sorgente

Il Consorzio Cineca, che ha organizzato la prova sul piano informatico, si oppone a sua volta alla concessione del codice sorgente del software utilizzato per lo scritto. “Segreti tecnici”, “protezione dalla concorrenza”, “valore economico del codice”, sono in questo caso i motivi avanzati per l’opposizione. La perizia dell’informatico forense Marco Calonzi, realizzata per conto del Comitato Trasparenza è partecipazione, ipotizza la presenza di falle di sistema che avrebbero permesso la violazione dell’anonimato degli elaborati scritti dei candidati prima dello scioglimento dell’anonimato stesso. Il Comitato ha potuto vedere i primi 430 documenti dei vincitori, trecento dei quali rilasciati dal ministero ancora sotto la titolarità di Lorenzo Fioramonti. Un terzo degli elaborati, secondo i ricorrenti, presentavano irregolarità: punteggi sfalsati rispetto alla griglia di valutazione, voti gonfiati per risposte non date, file privi di metadati e alcuni creati prima dell’avvio della prova. 

Il parere negativo della Azzolina
 

Il ministro Lucia Azzolina, arrivata in Viale Trastevere lo scorso 10 gennaio, non ha concesso ulteriori pubblicazioni e per tre volte ha espresso parere negativo a una soluzione extragiudiziale del post-concorso proposta da parlamentari di maggioranza e di opposizione per salvare i candidati in contenzioso e consentire loro, come già fatto in occasioni passate, di essere nuovamente giudicati dopo aver fatto un corso intensivo di formazione. È passato, invece, un emendamento di Italia Viva, già approvato nel Decreto scuola, che immetterà nel ruolo di dirigenti anche i cosiddetti idonei (adatti al ruolo, secondo la prova, ma non rientranti nei vincitori). Ad oggi sono entrati in ruolo 2.900 dirigenti scolastici e altri 500 idonei sono in attesa.
 

Michele Zannini, presidente del Comitato Trasparenza è partecipazione, chiede:

“Perché il ministero non consente di prendere visione di tutti i documenti della prova scritta del concorso? Di che cosa ha paura? Che forse troveremo prova del fatto che alcuni dirigenti scolastici hanno superato lo scritto rispondendo solo a tre dei cinque quesiti a risposta aperta? Il fatto che Lucia Azzolina, che ha partecipato e vinto quel concorso, nel frattempo sia diventata ministra dell’Istruzione dovrebbe suggerirle la massima trasparenza non un’opposizione strenua alla conoscenza dei fatti. Tutti i bandi gestiti dal ministero dell’Istruzione, dal 2004 ad oggi, sono stati oggetto di contenziosi giudiziari e i contenziosi si sono prolungati per decenni liberando i ministri che li avevano gestiti dalle loro responsabilità pubbliche”.

L’inchiesta 

Una lunghissima lista con tanto di foto, verbali e denunce. Dentro c’è di tutto: “membri di Commissione con il dono dell’ubiquità, senatori che partecipano e fanno ricorso contro il Ministero, software che impazziscono all’improvviso durante la prova scritta, cataclismi naturali che lasciano a casa un’intera regione, la Sardegna” spiega L’Espresso. E ancora: annunci profetici sui social network con il numero preciso degli ammessi alla prova orale prima che i risultati siano stati resi pubblici dal ministero dell’Istruzione, liste di nominativi che appaiono e scompaiono per poi essere nuovamente consultabili nel portale del Miur. Fughe di notizie.

Il concorso

È il 17 ottobre 2018, le porte delle aule si aprono. L’esame dura 150 minuti con il divieto di parlare e usare dispositivi elettronici. Regole rigidissime, insomma, e celerità nella correzione delle prove scritte, questo era stato il mantra di viale Trastevere, recitato con rigore dal suo capo: il ministro Marco Bussetti. Il tutto si è tramutato in una slavina di ricorsi al Tar che rischia di sotterrare il corso-concorso per dirigenti scolastici (questa la dicitura corretta) e il sogno del ministro di farne un cavallo di battaglia. Dei 9.376 concorsisti e aspiranti presidi con 2.910 posti a disposizione, sono 3.795 quelli che hanno superato la prova scritta e ora si apprestano a preparare l’orale. Gli altri sono alle prese con sentenze del Consiglio di Stato, avvocati e accuse che fioccano nel forum del www.mininterno.net appositamente dedicato agli insegnanti. Si va dal “è tutto da rifare” all’“entrano sempre i soliti noti”,  

Il dono dell’ubiquità

I dubbi sul concorso coinvolgono alcuni componenti delle sottocommissioni preposte alla correzione delle prove presenti contemporaneamente in due posti differenti. Il sindaco di Alvignano Angelo Francesco Marcucci, mentre correggeva gli scritti, presiedeva alla stesso orario anche la seduta della giunta comunale, dovendo in teoria essere presente in due luoghi distanti 40 minuti d’auto.

“L’ispettore del Lavoro di Napoli, Giuseppe Cantisano -racconta ancora L’Espresso– , veniva immortalato con il sindaco Luigi De Magistris durante un incontro sulla sicurezza, nonostante dai verbali della sottocommissione n. 6 figurasse presente durante le valutazioni. Stesso dono dell’ubiquità per Paola Quaresima: presente nello stesso momento sia alle correzioni delle prove che a una riunione del Consiglio d’Istituto del liceo Cavour di Roma. Non da meno la professoressa dell’università “Aldo Moro” di Bari, Maria Angela Volpicella che, stando alle firme dei verbali di facoltà e sottocommissione, con una mano teneva i libretti degli studenti e con l’altra metteva i voti ai futuri manager.”

I ‘veggenti’

La notte dell’8 maggio i candidati hanno ricevuto per posta elettronica le prove in formato Pdf. Il foglio con il nome e il voto finale di alcuni candidati porta una data antecedente alla correzione della prova. Ciò significherebbe che alcune sottocommissioni sono state in grado di dare una valutazione senza neanche leggere le risposte date ai quesiti. C’è chi invece sembra aver fatto errori di valutazione. Come la sottocommissione 29 che il 18 aprile, dopo venti giorni dalla pubblicazione degli ammessi agli orali, rettifica i voti di tre concorsisti, depennandoli dalla lista dei promossi.  

News Freschissime si presenta come un uomo, campano, sindacalista e matematico. Mentre il sito www.mininterno.net  pubblica lo stato di avanzamento delle correzioni delle prove scritte, il 7 marzo, venti giorni prima che la lista degli ammessi venga pubblicata ufficialmente dal Ministero dell’Istruzione, News Freschissime scrive: “Totale corretti 8.967/95.6 %; totale ammessi 3.488/38.89 %; rimangono da correggere 500 prove”. Il 27 marzo si scoprirà che il nickname aveva ragione.

L’inopportunità della Azzolina

A partecipare al concorso c’è anche Lucia Azzolina. Nessun conflitto d’interessi, ma tra i novemila piovono lamentele che denunciano l’inopportunità per un parlamentare della commissione Istruzione di prendere parte a una selezione pubblica per dirigenti scolastici. Il 27 giugno, la Azzolina scrive su Facebook: “In bocca al lupo a tutti coloro che vorranno diventare dirigenti scolastici. Pubblicati i quesiti per le prove pre-selettive”. Un in bocca al lupo per sé e per la sua collega di partito, Gelsomina Vono, la senatrice che ha deciso di fare ricorso al Tar per essere ammessa alle prove scritte a causa dello scarso punteggio ottenuto alle pre-selettiva.

Eppure l’Italia necessita di nuovi dirigenti scolastici qualificati

A dirlo sono i numeri: 6.300 quelli in servizio con 400 pronti ad andare in pensione, a fronte di una richiesta di 8000 manager per 8.500 scuole. Lo dice anche il presidente di Anp Antonello Giannelli, che di fronte al concorso “da rifare” chiama a gran voce la “prudenza”. “Abbiamo molti problemi”, esordisce, “ma il primo sono gli edifici scolastici”.  

Azzolina assume se stessa 

Intanto pare stia facendo scorrere la graduatoria fino alla sua posizione. Il Ministro in graduatoria è alla posizione n. 2539. Ad agosto 2019 è stato assunto il vincitore al posto n. 2045 in graduatoria. (Qui il prospetto). Nel mentre ci sono stati 80 depennamenti con Decreto Dipartimentale n. 1461 del 9/10/19 (Qui il prospetto).  Ieri sono stati comunicati i nuovi 458 posti vacanti e disponibili. Arriviamo al n.2583.

Il12 febbraio 2019 in Gazzetta viene pubblicata la conversione in Legge del DL n. 135 del 14 dicembre 2018 (cosiddetto Decreto Semplificazioni) che incrementa di un 20% il numero dei candidati rispetto ai posti disponibili. I vincitori, pertanto, al termine della prova orale, non saranno più 2.245 ma 2.910.

  • Tra il 25 e il 26 marzo 2019 il Miur rende noti i nomi dei candidati che hanno superato lo scritto e vengono ammessi all’orale: sono 3795.
  • Infine, in sede di discussione al Milleproroghe 2020 viene approvato l’emendamento sui candidati considerati idonei fino al completo scorrimento della graduatoria.

La Azzolina, dunque arriva ad essere dirigente.

“Se venissero raccolte le prove sarebbe giusto annullarlo?” chiedeva L’Espresso a Lucia Azzolina all’indomani dello scandalo del concorso.
“Non sono io a doverlo decidere. Saranno i giudice a valutare quello che non è andato. Non ho gli strumenti per potere dire nulla. Almeno per il momento” rispose la Azzolina.

 

di Antonio Del Furbo

antonio.delfurbo@zonedombratv.it

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