Quelle che riportiamo sono alcune delle conversazioni tra l’ex premier e il relatore della sentenza, Amedeo Franco (scomparso nel 2019). Si parla di un vero e proprio complotto contro Silvio Berlusconi.
Le parole di Franco inchiodano i magistrati di Cassazione che nel 2013 condannarono Silvio Berlusconi per evasione fiscale. Il giudice parla di “plotone d’esecuzione”, di “porcheria” e “condanna a priori”.
Come abbiamo riportato, la condanna di Berlusconi risale al 1 agosto del 2013. La sentenza fu emessa dalla sezione feriale della Cassazione presieduta dal magistrato Antonio Esposito. Relatore era il magistrato Amedeo Franco.
Il supplemento di ricorso
A sette anni da quella sentenza emergono novità molto importanti, come riporta Il Riformista. Gli elementi emergono nel supplemento di ricorso alla Corte Europea (contro la sentenza della Cassazione) presentato giorni fa dagli avvocati di Berlusconi (Andrea Saccucci, Bruno Nascimbene, Franco Coppi e Niccolò Ghedini). Le novità in sintesi sono due: una sentenza del tribunale civile di Milano che ribalta la sentenza penale; e una dichiarazione del dottor Amedeo Franco che racconta come la sentenza di condanna di Silvio Berlusconi da parte della Cassazione fu decisa a priori e probabilmente teleguidata. Una sentenza molto lacunosa dal punto di vista giuridico.
Franco tira dentro anche l’istituzione più alta del Paese: “Il Presidente della Repubblica lo sa benissimo di questa cosa” dice il giudice. “Sa che questa cosa è stata una porcheria. Io quando l’ho detto a Lupo – prosegue Franco – ha cambiato discorso.”
“Purtroppo ci sta una situazione che è veramente vergognosa…non tutti ma la gran parte appena si sa che Coppi l’ha difesa ‘ah, ecco, pure Coppi è stato corrotto. Sono tutti corrotti quelli che fanno qualcosa per lei”. Franco è convinto che Berlusconi “è stato trattato ingiustamente e ha subito una grave ingiustizia”.
“Se le cose stavano così io facevo il concorso per insegnare…se questo è il modo di fare…per colpire le persone, gli avversari politici”.