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Commissione d’inchiesta sui partiti: dopo l’inchiesta su Open il governo la autorizzi anche sulla Casaleggio

Immagine del Parlamento italiano che chiede una commissione d'inchiesta
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L’inchiesta sulla Fondazione Open ha portato stamattina a perquisizioni in tutta Italia. Ora si attende una Commissione parlamentare che indaghi sui fondi ai partiti. Di tutti i partiti.

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I magistrati ipotizzano, sull’indagine di questa mattina, reati piuttosto gravi (traffico di influenze illecite, riciclaggio, autoriciclaggio, appropriazione indebita e false comunicazioni sociali). Ovviamente il governo, per bocca di Luigi Di Maio, è tornato a chiedere una commissione parlamentare d’inchiesta per fare piena luce sui finanziamenti alla politica.

“Non è la prima volta che succede una cosa simile”

“È evidente che c’è un problema serio per quanto riguarda i fondi e i finanziamenti che ricevono i partiti che finalmente abbiamo disciplinato con la nuova legge anticorruzione.” Così Di Maio che poi aggiunge: “Lo abbiamo chiesto in più occasioni e continuiamo a farlo oggi: serve subito una commissione d’inchiesta sui fondi ai partiti. Lo chiederemo nel contratto di governo che vogliamo far partire a gennaio. Si chiami patto, contratto, accordo, l’importante è che ci siano i contenuti”

Conte: “Parlamento sovrano”

Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, intanto precisa che il Parlamento è libero di decidere quali commissioni istituire o meno. “Adesso non voglio entrare nelle notizie freschissime – precisa – però c’è molta attenzione da parte delle forze politiche per quanto riguarda il sistema dei finanziamenti. Ma non voglio intervenire nell’ambito specifico di un’inchiesta di cui non conosco. Siamo agli inizi e non mi permetto”. Insomma, il governo potrebbe avviare una Commissione d’inchiesta perché potrebbe avere i numeri.

Italia Viva: “Disponibili a commissione anche su 5 stelle”

A volere la Commissione anche Italia Viva, neonata formazione politica di Renzi. “Noi siamo molto disponibili a una commissione di inchiesta sul finanziamento ai partiti, alle fondazioni e anche alle srl collegate a qualche movimento”, osserva Luciano Nobili. Il riferimento è alla srl Casaleggio Associati, vero cuore pulsante (e cervello) del Movimento 5 Stelle. “Vogliamo sapere tutto di tutto – prosegue Nobili – comprese le collaborazioni o consulenze con società pubbliche italiane, europee o cinesi, ad esempio”.

I rapporti tra Casaleggio e M5S sono “piuttosto strani”

Tra la Casaleggio Associati e il MoVimento 5 Stelle sono “piuttosto strani” e costituiscono “il problema numero uno” nel dialogo in corso tra i Verdi nel Parlamento europeo e gli eurodeputati pentastellati, attualmente tra i Non Iscritti, in vista di un loro eventuale ingresso nel gruppo ecologista. A sottolinearlo il copresidente Philippe Lamberts, in conferenza stampa a Strasburgo, dove è in corso la sessione plenaria. “Vogliamo che i partiti vengano gestiti democraticamente” aggiunge, sottolineando che ai Verdi piacerebbe “vedere evoluzioni” nel Movimento 5 Stelle, in direzione di un “partito più tradizionale”. E “vogliamo – afferma Lamberts – che i partiti vengano gestiti democraticamente. E in effetti i legami tra la Casaleggio Associati e i Cinquestelle sono piuttosto strani. Ed è quello che diciamo ai nostri interlocutori dei Cinquestelle. Voglio dire, i Verdi tedeschi hanno società che forniscono loro servizi?”.

“Sicuramente – continua – non fanno tutto internamente, e magari danno in outsourcing l’It a società specializzate, ma queste società hanno contratti di fornitura con il partito e non hanno nulla a che fare con la governance del partito. Si può dire altrettanto della Casaleggio Associati? Assolutamente no”.

Il problema 

“Questo è il problema numero uno – prosegue – e non è il solo, che abbiamo con la maniera con cui funzionano i Cinquestelle. Non sai mai, in realtà, chi decide nel partito. I Verdi tedeschi hanno il loro congresso e sappiamo che è il congresso che decide, che elegge i capi e che stabilisce la linea del partito”. “È quelloprosegue il copresidente del gruppo ecologista – che ci attendiamo da ogni partito verde. Sappiamo che questo è un problema: ci piacerebbe vedere i Cinquestelle evolversi verso un partito direi più tradizionale. So che ‘tradizionale’ viene spesso criticato come aggettivo, ma a volte ci sono buone ragioni per avere delle tradizioni”. “E a me – dice ancora – piacciono le tradizioni democratiche. Questo è quello che serve. Collaboriamo con i Cinquestelle su molte cose” ma “nell’ultima seduta c’è stata una delusione, come sapete, sulla risoluzione sulla ricerca e soccorso”.  

Le motivazioni “risibili”

“Francamente – continua Lamberts – le ragioni che sono state addotte” dai Cinquestelle per motivare l’astensione “non ci sono sembrate molto chiare, perché gli emendamenti utilizzati per giustificare l’astensione erano o irrilevanti oppure erano rilevanti”. 

Grillo e i cinesi

Lamberts riferendosi alle argomentazioni pubblicate sul blog di Beppe Grillo sulla situazione nello Xinjiang, dove il governo cinese ha imprigionato oltre un milione di uiguri, dice che sono “ingiustificabili”. “Non è uno scandalo incontrare un ambasciatore cinese ma in generale è per avere una discussione piuttosto muscolare, dal nostro punto di vista. Si può giustificare quello che succede nello Xinjiang? Evidentemente no, è l’opera di una dittatura che sta imprigionando in maniera massiccia i suoi cittadini”.

 Il rapporto Casaleggio-Movimento

“Non è più un mistero che Luigi Di Maio e Davide Casaleggio abbiano stretto un patto di potere attraverso il quale hanno acquisito il controllo del Movimento Cinque Stelle nel 2017, attraverso un’altra associazione che porta il medesimo nome di quella precedente, fondata nel 2009 e che era caratterizzata dal “non statuto”. A dirlo, come riportammo qualche mese fa, l’ufficiale Gregorio De Falco, eletto e poi espulso dal partito di Di Maio. “Davide Casaleggio – disse ancora De Falco – con la sua associazione ‘Rousseau’ non si occupa solo dei sistemi informatici e della comunicazione, strumenti con cui concorre a determinare le scelte della principale forza politica italiana, dalla quale incassa circa un milione di euro/anno. I parlamentari versano una retta in funzione di interessi e finalità che sono a loro imperscrutabili. Il Movimento 2017 impone tali donazioni, in relazione ad un preteso ‘debito’ contratto con la elezione”.

I legami di Casaleggio con le lobby

Seppur il Movimento sia legato con Casaleggio è anche vero che la stessa Casaleggio vanti tra i suoi clienti alcune aziende come Lottomatica, Philip Morris e Moby, per via di contratti di consulenza in alcuni casi siglati pochi mesi prima delle elezioni Politiche del 2018 che hanno visto trionfare i Cinque Stelle. Tutto normale se non fosse che, appunto, Davide Casaleggio entra ed esce con una certa disinvoltura dal Parlamento e dagli incontri istituzionali. Non solo. Gli accordi per le consulenze sarebbero state sottoscritte proprio con quelle aziende di gioco d’azzardo, tabacco (e navi) che hanno posizioni contro cui si è schierato in passato il Movimento.

Basterebbe tutto questo per chiedere una Commissione d’inchiesta anche su Casaleggio e Movimento 5 stelle?

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