Esiste un fascicolo del 2018 in cui si cerca di approfondire la vendita di un pacchetto di crediti del valore nominale di 301,7 milioni di euro ceduto per 49,2 milioni a Credito fondiario-Fonspa.
Sotto indagine della procura di Arezzo per abuso d’ufficio sono finiti i commissari di Banca Etruria nominati da Bankitalia nel febbraio 2015 e rimasti in carica fino alla risoluzione del novembre successivo. La vicenda riguarda, in particolare, la vendita di un pacchetto di crediti deteriorati dell’istituto toscano sei giorni prima della risoluzione del governo Renzi per Etruria e altre tre banche.
Al centro dell’inchiesta la vendita di un pacchetto di crediti del valore nominale di 301,7 milioni di euro ceduto per 49,2 milioni a Credito fondiario-Fonspa, con una plusvalenza per l’istituto di circa un milione. La vendita sarebbe avvenuta “a prezzi, condizioni contrattuali e in tempi tali da violare quanto disposto” dall’articolo del testo unico bancario. La vendita per un corrispettivo – pari a poco più del 14% del valore nominale – era stata oggetto un esposto da parte dell’Associazione vittime del salva banche e dell’associazione Amici di Banca Etruria. Nell’esposto si contestava una perdita di 70 milioni di euro. Somma che avrebbe “permesso di rimborsare tutti gli obbligazionisti esclusi dal rimborso” automatico disposto dal governo per i risparmiatori.
Fonspa era stata l’aggiudicataria di quel pacchetto di prestiti difficili poco prima che la risoluzione portasse all’azzeramento di azioni e obbligazioni subordinate. “La svalutazione delle sofferenze cedute – si legge nell’esposto – è stata pari all’86% mentre quella in sede di risoluzione è stata del 78% e Banca d’Italia, al momento della ratifica del contratto con Fonspa, conosceva già entrambi i valori, ma ha proceduto comunque alla cessione, creando una perdita di circa 70 milioni”. Il prezzo di quella cessione fu usato come parametro per stabilire il valore delle sofferenze di tutte le banche poi salvate.
Carmelo Barbagallo, capo della vigilanza di Banca d’Italia, in audizione alla Commissione d’inchiesta sulle banche, la cessione era stata “irrilevante”. Per quanto riguarda la parte collateralizzata la Ue indicava una svalutazione del 75% per i crediti ipotecari e 91,6 per i chirografari con una media ponderata complessiva del 17,7%.