I ‘guerrieri’ del metodo ‘Stamina’ del professor Davide Vannoni hanno idee chiare, sono organizzati e procedono verso la meta spediti come un treno. Non potrebbe essere diversamente, d’altronde, quando di mezzo c’è la vita o la morte di migliaia di bambini.
I ‘guerrieri’ del metodo ‘Stamina’ del professor Davide Vannoni hanno idee chiare, sono organizzati e procedono verso la meta spediti come un treno. Non potrebbe essere diversamente, d’altronde, quando di mezzo c’è la vita o la morte di migliaia di bambini.
Fortunatamente le bestie della politica si circondano di perfetti incapaci d’intendere e di volere tali da permettere, alla carovana di pro stamina, il viaggio verso la meta difficoltoso ma rivoluzionario. La differenza, in questa battaglia, la fanno le persone. Ciò che si preannuncia è una rivoluzione culturale tra chi ha violentato per millenni l’indipendenza personale, lo Stato con i suoi carnefici, e chi vuole ridare all’uomo indipendenza e centralità. Nello scontro i primi da eliminare saranno gli individualisti e i gregari dei poteri forti dopodiché libertà è fatta.
Il pro stamina è un movimento che conduce una battaglia culturale prima che una tutela dei malati. «Chiederemo la disponibilità la disponibilità a ricevere una delegazione formata dalle famiglie dei malati e dai malati stessi il giorno 15 ottobre, in occasione della manifestazione indetta dal Movimento pro Stamina Italia davanti alla sede del Consiglio Regionale della Lombardia, che presenteranno i punti di cui sotto e che chiederanno risposte alle loro domande, fino ad ora disattese». Sono queste le parole usate da Raffaele Giovelli coordinatore Territorio e Rapporti con le Istituzioni del Movimento Pro Stamina Italia, per presentare l’evento milanese. «Qui si tratta di diritto alla vita ed alla cura – prosegue Giovelli – non si possono guardare gli interessi del singolo e non gli interessi della popolazione intera che vi ha votati. Sappiateci dire l’orario in cui potremo incontrarci e noi ci saremo». Sono riassunti in 5 punti le richieste che il Movimento vuole ottenere dall’incontro del 15 ottobre:
1 – Lo sblocco immediato dei carotaggi agli Spedali Civili di Brescia.
2 – Un ulteriore incontro con le famiglie Pro Stamina, l’on. Roberto Maroni, presidente della Regione Lombardia, il prof. Davide Vannoni e la Commissione Sanità della Regione Lombardia, presieduta dal Vice Presidente della Regione Lombardia, on. Mario Mantovani.
3 – L’invito, a tutto il gruppo consigliare, a volersi informare più dettagliatamente circa i progressi dei 40 pazienti che usufruiscono delle infusioni con il metodo Stamina, alcuni già documentati, altri la cui documentazione verrà pubblicata nei primi giorni di ottobre, con le relative cartelle cliniche e tutti i reports dei vari casi (ricordiamo che Sofia Barros riesce a deglutire tranquillamente il cibo che le viene imboccato, che Celeste Carrer fino a due anni fa era data per spacciata, invece da qualche giorno ha iniziato a frequentare la scuola materna assieme a tutti gli altri bambini, che Sebastian Guercio ora respira senza l’ausilio di un macchinario, così come la piccola Ginevra Arnieri, che Smeraldina Camiolo è tornata a casa dopo 3 anni di ospedale, che è stato la sua abitazione fin da quando è nata, che Gioele Genova ha iniziato a ruotare la testa e a muovere le gambine, che Mattia Fagnoni riesce a tossire e a sorridere, e tanti altri ancora).
4 – L’appoggio delle cure compassionevoli, non solo su Brescia, ma aprendo una collaborazione con altri ospedali, nella fattispecie quello di Verona, iniziando così a smaltire la lunghissima lista d’attesa di coloro che già dispongono di un provvedimento di urgenza da parte di un giudice del lavoro, per evitare altri decessi.
5 – Di seguire l’esempio delle regioni Sicilia ed Abruzzo, attivandosi ulteriormente ed in tempi brevissimi, nella ricerca di soluzioni che possano garantire a tutti coloro che ne facciano richiesta, parallelamente alla sperimentazione scientifica, per la quale ancora non si conoscono le reali intenzioni della Ministro Lorenzin, la possibilità di accedere alle cure con cellule staminali secondo il metodo Stamina, sotto la responsabilità del richiedente, del medico prescrittore e del Direttore del Laboratorio di produzione della predetta metodica, poiché l’alternativa attuale per le persone richiedenti è solo quella di un esito infausto del decorso della malattia, autorizzando nuovi carotaggi ed infusioni anche in altre strutture, possibilmente senza il ricorso ad un giudice del lavoro (se la legge è uguale per tutti, ci chiediamo il motivo per il quale alcuni giudici si siano dimostrati favo- revoli ed altri contrari alla cura).
Il Movimento
«Il movimento pro stamina italia – racconta Giovelli – nasce su iniziativa dei pazienti e delle loro famiglie che hanno espresso la volontà di accedere alle cure con le cellule staminali del metodo “Stamina”. Lo scopo è sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema delle staminali mesenchimali adulte e promuovere le cure secondo la metodica della “Stamina Foundation”. Il movimento è ramificato in tutte Italia – prosegue Giovelli – dove ogni regione ha un proprio comitato. Dopo le ultime vicende che hanno visto prima il blocco delle cure compassionevoli (disciplinate da apposita legge Turco Fazio del 2006), poi la bocciatura del metodo e di conseguenza il mancato avvio della sperimentazione (da parte di una commissione imparziale e nemmeno tenuta ad esprimersi sulla bocciatura) ora lo scandalo su cui vogliamo far luce è l’atteggiamento vergognoso degli ‘Spedali Civili’ di Brescia, che stanno osteggiando in tutti i modi le ordinanze dei giudici a procedere con le infusioni, spendendo cifre esorbitanti (di soldi pubblici) in avvocati». Giovelli aggiunge che:«La disperazione dei genitori dei bambini gia’ in cura, che hanno riportato significativi miglioramenti e che ora non sanno se potranno proseguire le infusioni, è la stessa delle famiglie che si vedono negata l’unica speranza di sopravvivenza ed è la stessa dei pazienti “abbandonati” nella lista d’attesa “fantasma” di Brescia. Dopo le manifestazioni a Roma, davanti al Parlamento e al ministero della salute (sicuramente non la nostra), il presidio dei disabili davanti a Montecitorio che si protrae da oltre 2 mesi, nell’indifferenza di media e politici, il 15 ottobre sarà la volta della regione Lombardia. Fino ad oggi abbiamo umilmente ed educatamente chiesto aiuto a politici e istituzioni, abbiamo elemosinato un diritto, quello alla salute, abbiamo chiesto di poter raccontare le storie di chi, ogni giorno, combatte con “mostri” per i quali non esiste cura, abbiamo chiesto aiuto per queste famiglie abbandonate dalle istituzioni nell’indifferenza di molti…Noi non ci fermeremo, siamo stanchi di supplicare un diritto, questi malati non hanno più tempo e anche la pazienza di queste famiglie si sta esaurendo» conclude Giovelli.