È il 23 ottobre 2018 quando, grazie al decreto fiscale del governo gialloverde, arriva l’ancora di salvataggio dal governo a firma quella di Giuseppe Conte. Un testo di legge che ha permesso a un piccolo gruppo di imprese, schiacciate dai debiti e senza liquidità, di salvarsi.
È il gruppo di imprese che appartiene a Cesare Paladino, alle figlie Cristiana e Olivia e al loro fratellastro Jhon Rolf Shadow Shawn, figlio di primo letto di Ewa Aulin. Olivia era ed è la compagna del premier Conte, e papà Cesare, pur non essendo i due sposati, è di fatto il suocero.
I Paladino, attraverso intrecci societari, controllano una serie di imprese immobiliari fra cui quella proprietaria dell’Hotel Plaza di Roma, in via del Corso.
Le imprese hanno accumulato 50 milioni di debiti tributari, e dopo le cartelle esattoriali sono scattate ipoteche e pignoramenti sugli immobili. I problemi non erano spariti nonostante la rottamazione delle cartelle del governo a guida Pd. A un certo punto è arrivata la rottamazione ter, a cui la famiglia Paladino si è appesa come fosse una insperata stella cometa. A fare domanda, come riferisce Il Tempo, la Archimede immobiliare, l’Agricola Monastero Santo Stefano Vecchio, l’Unione esercizi alberghi di lusso e l’Immobiliare di Roma Splendido. Per tutti è stata chiesta la rateizzazione di poco meno di 27 milioni di euro.
Per i circa 2 milioni di euro di tassa di soggiorno non pagata dal Plaza era arrivato il sequestro giudiziario della somma e Cesare Paladino è finito a processo patteggiando una condanna per evasione fiscale di un anno, due mesi e 7 giorni. I due milioni sono stati garantiti al Plaza da un’altra società, la Agricola Monastero Santo Stefano Vecchio, controllata al 47,5% da ciascuna delle sue figlie Cristiana e Olivia e al 5% dal fratellastro.
Insomma, con la pace fiscale varata da Conte le nubi sull’impero dei Paladino si sono diradate, il debito tributario si è alleggerito di interessi, more e sanzioni e la rateizzazione ha offerto la possibilità di trovare entrate anche da dismissione di cespiti per onorare quanto dovuto al fisco, sia pure dopo avere disatteso gli obblighi per così lungo tempo. È probabile che il premier non conoscesse il dettaglio della situazione fiscale della sua quasi famiglia bis. Altrimenti si sarebbe astenuto dalla votazione del provvedimento.