Fontanelle di Pescara in emergenza criminalità ma lo Stato abbandona il quartiere
http://www.youtube.com/watch?v=ZADIpQLiTs4&feature=youtu.be
L’associazione CODICI di Pescara si batte da anni contro il malaffare, gli abusi, il racket e l’usura. Le battaglie che giornalmente vengono condotte si svolgono nei quartieri caldi del capoluogo adriatico: quartiere Zanni, Rancitelli e Fontanelle. Sono solo alcune delle zone in cui l’associazione combatte una guerra a viso aperto nei confronti della “mala” regionale che hanno rappresentanti di spicco spesso pluripregiudicati. Codici, che spesso è “l’autore” dei nostri servizi, ci lascia a volte stupefatti per l’umanità e l’attenzione che i suoi componenti mettono nei casi di persone disperate, la rabbia e la determinazione con cui fronteggiano situazioni a dir poco pericolose. Insieme a loro abbiamo avuto modo di conoscere persone oneste e dignitose ma allo stesso tempo tristi e sole per uno Stato che spesso non li considera e non li tollera. Gente ad un passo dal suicidio perché in mano a strozzini o a rom senza scrupoli e con il solo intento di rubargli persino quel briciolo di dignità rimasta. Uomini soli, ai bordi di una società che li guarda con indifferenza, odio e disprezzo. Gente in preda alla follìa e che chiede aiuto ma che la loro disperazione si perde nell’eco della frenesìa metropolitana e dei giochi economici e politici dello spread e del tasso d’interesse bancario-usuraio. Anime che vagano nei corridoi del narcisismo, “dell’io sono io e tu chi cazzo sei”, del “tu hai valore se ti dò valore”. Ecco, in questa bolgia di egoismi e diritti negati si muove anche l’anima del nostro lavoro, che indaga e scopre abusi in ogni istante e in ogni luogo, sotto ogni bandiera ed ogni ideale. Fortunatamente la differenza la fa l’uomo, con i suoi dubbi e le sue utopie e solo l’uomo può darci una speranza per il futuro: Il valore di un uomo è di per se assoluto. Se da un lato esistono uomini in grado di mettere a disposizione la propria vita per il bene dell’umanità, dall’altro ci sono alcuni che, con le loro azioni, contribuiscono a distillare nella mente di tutti ombre e riflessioni. Del “caso” Fontanelle di Pescara se ne è parlato a livello nazionale per i gravi fatti accaduti e di quale situazione particolare sta vivendo. Stupisce, ad esempio, che cittadini che da anni lottano contro la criminalità e boss del quartiere e di cui hanno fatto nomi e cognomi, vengano lasciati soli a combattere. Stupiscono le parole di Domenico Pettinari di Codici che sostiene che «probabilmente bisogna combattere una guerra anche contro le istituzioni». Certo è che a noi pare che le stesse istituzioni, slinguazzate e corteggiate dai media locali e da giornalisti (?) camerieri di Pd, Pdl e Idv, non stiano molto vicine ai residenti di Via Caduti per Servizio visto, ad esempio, che l’unica azione degna di uno stato civile e democratico sia stata “rinnegata” dagli uomini che dovrebbero tutelarci. La pattuglia H24 della polizia locale fu rimossa a Dicembre scorso e mai più rimessa per sconosciuti motivi. E pensare che in quelle settimane di presenza della volante le cose erano tornate alla normalità. Nessun atto intimidatorio, nessun attentato. Da gennaio di quest’anno invece, citofoni bruciati, porte sfondate, auto distrutte e persone malmenate. Non crediamo che tutti i residenti, oggetto delle varie aggressioni, siano state colpite per caso visto che sono attivisti dell’associazione Codici. E allora perché Prefetto e forze dell’ordine non muovono un dito per dare risposte ai cittadini? Forse perché, come spesso dichiarato, non ci sono mezzi a disposizione da poter “investire” nella zona calda pescarese. Siamo sicuri? E se si togliesse una pattuglia di vigili urbani dalla Nave di Cascella e si portasse a Fontanelle? Certo l’amministrazione dovrebbe rinunciare ad una percentuale di multe fatte agli automobilisti ma crediamo che sarebbe una buona azione. Direi al Sindaco di usare la “tolleranza zero” in via Caduti per Servizio e non a Piazza Salotto. Certo è che anche il buon Mascia ha i suoi problemi: già ha dovuto mediare per lo sciopero minacciato dai “cappelli bianchi”, figuriamoci se ora si mettesse ad imporre agli agenti un pattugliamento a Via Caduti per Servizio. Proprio lì dove non esiste un bar per un caffè e dove l’aria è irrespirabile. Poi vogliamo mettere a mostrarsi duri e incorruttibili nei confronti dell’automobilista che ha parcheggiato qualche millimetro fuori della striscia bianca? Ci sentiremmo di consigliare al Prefetto di Pescara di portare anche un’auto della polizia o dei carabinieri a Fontanelle visto che, come documentato nel nostro servizio, pericolo per le vite umane al centro di Pescara non ce ne sono.
Lamanda Adire