Il gruppo Bilderberg i cospiratori del mondo.
Cari amanti delle cospirazioni, giunge finalmente su questo sito qualche contenuto che fa per voi. Come qualcuno avrà letto nei giorni scorsi, si è tenuta a Roma una riunione speciale del cosiddetto club Bilderberg. Per chi non lo sapesse si tratta di un meeting riservato a personalità influenti in campo economico, finanziario, militare e politico che si riuniscono ogni anno in Europa e ogni quattro anni negli Stati Uniti e in Canada per trattare temi di grande rilevanza internazionale. Come? Perché? Non ci è dato saperlo, visto che queste conferenze (con annesse cene da 1000 euro a cranio, alla faccia dell’austerity) sono chiuse al pubblico e ai media.
Il primo incontro si svolse nel maggio del 1954 presso l’hotel de Bilderberg a Osterbeek, in Olanda, Paese dove è presente un ufficio del gruppo. I partecipanti, poco più di un centinaio, non sono sempre gli stessi, ma c’è una commissione permanente che si occupa della struttura organizzativa. L’attuale presidente è il belga Etienne Davignon, nobile, diplomatico, politico e dirigente d’azienda tanto per non farsi mancare nulla.
L’alone di mistero che circonda queste riunioni dove si parlerebbe dei destini di questo povero pianeta ovviamente ha contribuito a far fiorire supposizioni, rievocazioni della massoneria e slanci di letteratura più o meno interessanti. Da citare è quantomeno il libro dello scrittore russo Daniel Estulin “Il club Bilderberg”, inquietante e affascinante nello stesso tempo.
Noi comunque ne parliamo perché il nostro Presidente del Consiglio, Mario “a poker sto sempre col banco” Monti è uno dei pochi italiani da diversi anni membro di questa lobby e l’ultimo meeting è sembrato organizzato proprio per lui, in quanto il consueto appuntamento annuale si era già tenuto. La domanda è: si festeggiava un anno di governo o si decideva la sua ricandidatura (a dire il vero, in quanto senatore a vita, non sarebbe candidabile, quindi, come ha sottolineato giustamente anche il Presidente Napolitano, potrebbe essere coinvolto solo dopo il voto) per proteggere gli interessi di alcune persone? La risposta è dentro di voi. E non servirà chiederla a Franco Bernabé, presidente di Telecom Italia, Mauro Moretti di Ferrovie dello Stato o persino a Lilli Gruber che pare fosse presente all’illustre tavolata perché si sa, su quanto avvenuto nella capitale, vige il silenzio. Però se il professore annunciasse la sua disponibilità a collaborare con nuovo esecutivo qualche domanda me la farei…
Ignazio Urtubia