Ancora un incendio nella vasca sotto sequestro della discarica Civeta di Cupello. Prima alcuni piccoli focolai, poi le fiamme dominato la discarica.
Grazie all’intervento tempestivo dei Vigili del Fuoco l’incendio è stato domato ma il bilancio dei danni, però, ha fatto rilanciare un allarme ambientale. L’incendio, sviluppatosi nella terza vasca del Civeta, quella gestita dalla Cupello Ambiente, è attualmente sotto sequestro.
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Nel Civeta sono arrivati, per anni, i rifiuti di gran parte delle città del sud tra le quali Caivano, Caserta, Avellino, Acerra e Giuliano. Rifiuti che, secondo la Procura di Vasto che ha aperto un’inchiesta, non ci sarebbe stata nessuna autorizzazione. In due anni sarebbero stati versati oltre 78mila tonnellate di rifiuti nell’invaso della Cupello Ambiente. Decine, poi, sono le ditte che avrebbero scaricato materiale nella vasca senza autorizzazioni.
Discarica del Civeta: l’occupazione politica e la possibile “scalata”
Perché accogliere rifiuti anche da altre regioni? Si potrebbe pensare per un affare di soldi. Infatti l’accoglimento di tali rifiuti avrebbe prodotto, per le casse dei gestori, ben 356mila euro di royalties.
Incendio Civeta e l’ombra della mafia. Nel silenzio assordante della politica
Sul Civeta, comunque, si giocano anche equilibri politici non meno importanti. Oltretutto, come abbiamo già raccontato, l’aria intorno al Consorzio diventa, è proprio il caso di dire, irrespirabile.
Ad occuparsi politicamente del Civeta Stefano Moretti, consigliere comunale di Monteodorisio. Moretti nei giorni scorsi ha chiesto tutte le carte relative alle consulenze, alle assunzioni e ai pareri degli ultimi dieci anni del Consorzio. Il Commissario straordinario del Civeta, Valerio De Vincentiis, ha però negato l’accesso agli atti.
“La richiesta, così come formulata, non può essere accolta perché estremamente generica”. Questo il passaggio più rilevante della nota firmata dal Commissario straordinario nominato dal presidente della Regione Marco Marsilio.
“Voglio capire come mai un ente pubblico da 20 milioni di euro l’anno si è ritrovato in una situazione disastrosa come quella attuale”, precisa Moretti. “L’accesso ai documenti che ho richiesto -spiega il consigliere- mi è stato negato con motivazioni che non trovano alcun appiglio giustificativo. Non posso essere a conoscenza di tutti gli atti degli ultimi dieci anni riguardanti consulenze ed assunzioni, né tantomeno conoscerne i riferimenti di protocollo. Pertanto il diniego appare come una vera e propria scusa forse per evitare che si inquadrino le responsabilità politiche di questo disastro”.
Ora la palla è passata al Prefetto e alla Procura a cui Moretti si è rivolto al fine di “accertare se ci sia stato un danno erariale e i profili penali che porrebbero emergere per decine di milioni di euro”.
Raggiunto telefonicamente da Zone d’ombra tv, Moretti ci ha riferito, tra l’altro, di essere stato vittima nelle ultime ore di uno strano caso.
Moretti, cos’è accaduto l’altra notte?
“Alle due è rientrata mia figlia ed io mi sono svegliato trovandola terrorizzata in corridoio. Mi ha detto’Papà al porta era aperta’. Sono rimasto incredulo perché io verifico tutto prima di andare a dormire e la porta era chiusa”.
Ha pensato a un avvertimento nei suoi confronti?
“Sì, come a dire ‘guarda che possiamo entrare nella tua vita quando e come vogliamo'”.
Lei ha chiamato i Carabinieri. Cosa le hanno detto?
“Sono arrivati subito e li ringrazio per la professionalità, che hanno operato controlli sia in casa che esternamente.”
Come fa a pensare a un avvertimento nei suoi confronti? L’autore magari avrebbe rivendicato il gesto…
“La rivendicazione li avrebbe esposti troppo. Sono un consigliere e un attivista che da sempre fa le sue battaglie a viso aperto: sono molto esposto. L’autore del gesto, e dunque la sua attività, sarebbe stata attenzionata.”
Lei conduce battaglie da anni e su diversi fronti. Sul Civeta, che idea si è fatto?
“Ho ricevuto una lettera anonima qualche giorno fa in cui si legge che qualcuno ha intenzione di bruciare l’archivio del Civeta. Fatti circostanziati e con nomi e cognomi”.
Quali interessi si celano sul Civeta?
“Ci sono delle grandi responsabilità dei Sindaci che dovevano controllare nel corso degli anni e non l’hanno fatto permettendo che il consorzio diventasse un carrozzone clientelare a servizio di tutti i partiti che hanno operato nomine, assegnato consulenze e operato assunzioni. Dietro il Civeta ci sono interessi politici e quindi economici. Adesso dobbiamo avere piena fiducia nel lavoro del Dr. Di Florio, Magistrato esperto ed abile nel scovare le malefatte. Le nostre popolazioni devono riporre la loro fiducia in lui che sicuramente ci darà delle risposte anche sui numerosi incendi che stanno interessando la vasca sotto sequestro.”