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I debiti che il Consorzio ha nei confronti di Aia ammontano a oltre 2 milioni. Al momento, pare, non ci siano soldi per pagare i creditori. Cosa accadrà quindi? Mister Gerardini tirerà fuori dal cilindro un altro ‘coniglio’ per salvare il malato terminale?

La questione è chiara e semplice da raccontare. Il giudice Flavio Conciatori a dicembre scorso credette al piano industriale prospettatogli dai dirigenti di Cirsu, in primis Angelo Di Matteo, che prevedeva, entro 120 giorni, il pagamento di tutti i creditori. Quindi ulteriori 90 giorni per arrivare ad aprile con il giudice Giovanni Cirillo, che fa partire il cronometro dei 4 mesi.

Proprio ad aprile i sindaci del comprensorio si sono detti sicuri di trovare le somme dei crediti. “È una vita che dicono di avere queste somme ma noi non ancora vediamo nulla” dichiara Domenico Daniele della Rsu Sogesa. Un piano aziendale, quello proposto all’epoca dagli amministratori Cirsu, che prevedeva di far rientrare nelle casse del Consorzio 20 milioni di euro ma che ad oggi pare non ce ne siano. E tra poco scade l’ultimatum dei 120 giorni. Cosa succederà?

http://www.youtube.com/watch?v=gNUcZtU_xnk&list=UU4WwBPtERIkVAMSWh5h0xuQ

Lo stesso Daniele, ex tesserato Pd di Bellante, riferiva di essersi dimesso dal partito per questioni che avevano poco a che fare con la politica:”il Pd della mia città è alle prese con obiettivi che non appartengono alla mia storia e al mio modo di vedere la politica. Il fine ultimo del nostro partito dovrebbe essere quello di aiutare al meglio i cittadini, e non quello di come spartirsi con più efficacia incarichi e poltrone”. E per l’ex del Partito democratico fu proprio la vicenda Cirsu-Sogesa a far traboccare il vaso:”L’unica via per tutelare i tanti lavoratori e i cittadini costretti a subire le conseguenze di anni di malagestione era quella di “bonificare” l’attuale gestione che ha portato un’azienda che era una miniera d’oro allo stato attuale che è sotto gli occhi di tutti. Operai costretti a lavorare in condizioni di assoluta insicurezza, oggi tenuti ostaggio da un braccio di ferro con la parte privata che ha portato alle conseguenze che da mesi leggiamo quasi ogni giorno sui giornali. E’ forse questo il modo di gestire un’azienda pubblica?”

Sicuramente non è questo il modo di gestire un’azienda pubblica ma i controllori pare non siano interessati a far rispettare le leggi. Pare.

ZdO

 

 

 

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