Nulla è cambiato e nulla cambierà, a quanto pare, in quel di Grasciano (Te). Antonio Del Furbo
Ve li ricordate gli operai del Cirsu? Vi ricordate in quanti dovevano essere riassorbiti? Pare che stiano, in larga maggioranza, ancora a spasso. Ve le ricordate le proroghe su proroghe per la gestione dei rifiuti? Ve lo ricordate Gerardini? Ve li ricordate gli appelli al:“sistemiamo tutto noi che sappiamo come si fanno le cose”? Ecco, state tranquilli che la situazione è rimasta pressoché immutata. I rifiuti stanno ancora lì. E i controllori? E la gendarmeria che dovrebbe controllare dov’è? Forse la Pasqua rende tutti più buoni. Forse. Fatto sta che le denunce e le querele volano come se nulla fosse. La battaglia continua, ancora, e, manco a dirlo, tra il presidente del Cirsu e Aia del gruppo Deco.
Dopo aver negato i 2.250.000 euro al gruppo privato, Di Matteo cerca di trascinare in tribunale un po’ di gente, tra cui Luciano D’Amico indagato dalla procura a seguito dell’esposto dell’attuale presidente del Consorzio dei rifiuti. Qual è la strategia dell’attuale ‘governo’ Cirsu? Quello di tentare di dimostrare che tra il 2007 e il 2010 gli ex presidenti D’Amico e Cerquoni non abbiano condotto una gestione impeccabile, tale da provocare un danno riferibile a circa 10 milioni di euro. Quindi? Niente soldi da ridare ad Aia, anzi, è Aia che deve ridare soldi a Cirsu.
Storia finita? Manco per niente. D’Amico controquerela Di Matteo:”mi corre l’obbligo di precisare che l’iscrizione – doverosa – del mio nome nel registro degli indagati – scrive D’Amico – nasce non per iniziativa autonoma dell’Autorità Giudiziaria, bensì a seguito di una denuncia dell’attuale Presidente di Cirsu Angelo Di Matteo. Chiederò immediatamente, a mezzo dei miei legali Avv.ti Tommaso Navarra e Augusto La Morgia di essere sentito dal Magistrato e consegnerò una memoria che chiarirà non solo la mia totale estraneità ai fatti, ma sarà utile per individuare le vere cause e responsabilità nel fallimento Sogesa. Per completezza aggiungo di aver già dato mandato ai miei legali di richiedere al Cirsu, al Di Matteo e a tutti coloro che stanno concorrendo in questa incresciosa vicenda, il risarcimento di tutti i danni derivanti dalla portata calunniosa delle gravi accuse ingiustamente rivoltemi.”
E mentre i tribunali sono roventi, nella vita reale che succede?
Succede che, ad esempio, 34 famiglie passeranno una Pasqua molto triste. Altro che piano di riassorbimento della maestranze, altro che tutti salvi, altro che. La Rsu è sul piede di guerra:”solo in diciassette lavorano a Grasciano”.
Regione Abruzzo e Istituzioni locali quando si sveglieranno dal torpore atarassico?