Il nuovo ministro per la Transizione ecologica, Roberto Cingolani, è già incappato nel primo scoglio.
Cingolani è un tecnico esperto di management. Nel 2006 vengono trasferiti 3,5 milioni di euro dai fondi dell’Istituto italiano di tecnologia (Iit), di cui era direttore dal 2004, al Laboratorio nazionale di nanotecnologie di Lecce diretto dalla moglie Rosaria Rinaldi (oggi ex moglie) e da lui stesso fino al 2004.
Fisico e scienziato che guiderà la transizione dell’Italia verso un futuro a emissioni zero. Nel suo curriculum spicca la direzione, dalla nascita, nel 2005, fino a due anni fa dell’Istituto italiano di Tecnologia, che sotto la sua guida ha saputo imporsi come centro di eccellenza internazionale su temi di frontiera, come la robotica e l’Intelligenza artificiale.
Cingolani si è laureato in fisica all’Università di Bari, dove ha conseguito anche il dottorato, per poi specializzarsi alla Normale di Pisa. È stato ricercatore al Max Planck Institut di Stoccarda, in Germania, visiting professor all’Institute of Industrial Sciences della Tokyo University e alla Virginia Commonwealth University, negli Stati Uniti.
Il trasferimento dei fondi
Un trasferimento di fondi avvenuto grazie alla doppia mansione ricoperta dal neo ministro. Nel 2004 venne nominato dall’allora ministro Tremonti direttore Iit e che fino al 2006 era responsabile della fase di accorpamento dell’Istituto nazionale di fisica della materia (Infm), istituito all’interno del Cnr.
3,5 milioni inviati al laboratorio della moglie
Nel 2001 Roberto Cingolani fondò il Laboratorio nazionale di Nanotecnologie di Lecce. Lo diresse fino al 2004, quando gli succedette la sua consorte dell’epoca, Rosaria Rinaldi. Attraverso documenti pubblici del Cnr, si scopre che la seconda moglie di Roberto Cingolani, Athanassia Athanassiou, è stata tra i primi ricercatori a essere assunti a tempo indeterminato all’Iit. “Iit è una fondazione privata, sebbene finanziata con fondi pubblici, non è obbligata a pubblicare le convenzioni che stipula né i bilanci”. Tuttavia risulta la delibera firmata da Cingolani affinché la convenzione Iit-Cnr venga svolta presso il laboratorio di Lecce e sotto la direzione della Rinaldi. Nello stesso periodo, Roberto Cingolani autorizza il trasferimento dei 3,5 milioni in 5 anni da Iit al laboratorio leccese. Un passaggio che vede il ministro per la Transazione economica sia erogatore, essendo direttore di Iit, sia beneficiario, essendo in quel momento ancora responsabile dei laboratori Cnr-Infm.
Il figlio e il marito della tata dei figli
Anche il figlio e il marito della tata dei figli di Cingolani, rispettivamente Paolo e Arcangelo Barbieri – si legge sul Fatto – sono stati assunti all’ IIT. Il primo in categoria protetta e il secondo come tecnico di laboratorio. Lo riporta Thomas Mackinson in un’intervista allo stesso Cingolani nel 2014. Non c’è nulla di opaco, aveva risposto il neo ministro, spiegando che al laboratorio di Lecce c’era un ragazzo che aveva potuto conoscere e apprezzare.