La vita dopo Covid non è cambiata in meglio come si auspicava. Sembra ieri quando in Tv, radio e web riecheggiavano parole come “nulla sarà come prima” perché “il mondo sarà migliore”. La teorizzazione del ritorno dei rapporti umani era pane quotidiano. Oggi, che pian piano ci stiamo risvegliando, ci accorgiamo che la realtà è un’altra. Molto più cruda di quella di ieri. E che la politica, che dovrebbe governarla, non è assolutamente all’altezza non riuscendo a regolare il rapporto tra banche e crisi da Covid.
La prima storia
“Viviamo in un paese da terzo mondo. Sono in fila da 45 minuti per entrare in banca e prima di me sono riuscite ad entrare solo 2 persone. Auguri a coloro che dovranno richiedere l’ambito prestito messo in palio dal Governo.” Così uno dei clienti di una banca che ha tentato di richiedere il prestito dei 25mila euro elaborato dal Governo. Ma questa è solo una delle storie perché, in realtà, ce ne sono tante e più o meno drammatiche.
La seconda storia
Come, ad esempio, quella di un altro cliente della Ubi Banca di Chieti Scalo. Giorgio (nome di fantasia) ha raccontato la sua storia.
“Ieri mattina sono andato in Banca (sede centrale) per fare un prelevamento al bancomat (i miei soldi, dal mio conto), ho fatto la fila per entrare, appena entrato ho riempito un modulo nel quale ho dichiarato che non facevo prelievi da meno di 15 giorni (altrimenti non avrei potuto effettuare l’operazione) e prima di poter accedere al servizio bancomat, l’addetto mi ha informato del fatto che non potevo prelevare perché non c’era disponibilità di contanti e mi ha concesso di fare delle prove. Ho iniziato richiedendo 500€ e il sistema mi ha negato la possibilità, poi ho provato chiedendo 250€ (e il sistema per la seconda volta mi ha negato la possibilità), alla fine quando ho provato a chiedere 100,00€ (sempre soldi miei dal mio conto) il sistema mi ha CONCESSO due banconote da 50,00€”.
Una storia che fa rabbrividire. E che preoccupa ancor di più perché all’orizzonte fa intravedere lo spettro “Grecia” quando, appunto, i titolari di conti correnti non poterono più prelevare i loro risparmi.
La terza storia
La storia più drammatica arriva dal salernitano dove un uomo ha minacciato un dipendente di una banca per ottenere un servizio. Ed è solo uno dei tanti avvenuti nelle filiali bancarie nelle ultime settimane. Da quando è cominciata l’epidemia in tantissimi si sono ritrovati improvvisamente poveri. Le violenze nei confronti dei bancari sono aumentate, al punto che ieri i sindacati di settore hanno presentato un esposto “contro un clima di odio pericoloso” a tutte le procure della Repubblica, informandone anche il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese.
“In questo periodo le persone sono esasperate dall’enorme carteggio che chiedono le banche per tutte le prestazioni previste dai decreti del governo per l’emergenza coronavirus” racconta il dipendente della banca. “E così la settimana scorsa si è presentato in banca, senza appuntamento, un signore che il giorno prima ci aveva scritto per chiedergli di inviargli i documenti necessari per la compilazione dell’Isee, e cioè la certificazione del saldo e della giacenza media”. L’uomo pretendeva che la richiesta venisse evasa immediatamente: “Dopo circa un quarto d’ora in cui continuava a lanciarci offese irripetibili e a minacciarci di violenza fisica, abbiamo deciso, vista la situazione di pericolo, di assecondarlo. Avremmo potuto chiamare la polizia o i carabinieri, ma abbiamo preferito fare attendere i clienti che erano entrati regolarmente, con l’appuntamento, e redigere i documenti che ci chiedeva”.