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Chieti, città dormitorio.

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Chieti non avrà mai la fortuna di apprezzare le cose belle della vita. Rimarrà una città fantasma in un letargo perenne. L’ultima iniziativa presa dalla politica è stata quella di vietare i botti di Capodanno. Un’iniziativa che arriva a corollario di altre ben più gravi per il turismo.

Chieti non avrà mai la fortuna di apprezzare le cose belle della vita. Rimarrà una città fantasma in un letargo perenne. L’ultima trovata della politica è stata quella di vietare i botti di Capodanno. Un’iniziativa che arriva a corollario di altre ben più gravi per il turismo. “La migliore propaganda non la si fa con la propria foto sul giornale ma alzandosi ogni giorno col pensiero rivolto alla ricerca delle soluzioni più idonee per il bene dei propri concittadini, con quello spirito di servizio vero e proprio cardine della nobile arte della politica che Di Paolo pretenderebbe di insegnare”. Questo disse non molto tempo fa il Consigliere comunale di Chieti, Marco Di Paolo, all’allora vice sindaco Bruno Di Paolo. Sicuramente, quindi, il Consigliere di Paolo non ci ha dormito intere notti per dare vita ad un “Regolamento per il Divieto di utilizzo di Petardi e botti”. La proposta repressiva, sotto alcuni aspetti anche condivisibile, è una delle tante che si susseguono al fine di mantenere la città sotto il livello medio di tranquillità. Di questo passo la città della camomilla, nel giro di pochi anni, rischia di diventare la città della tisana. Una manciata di anni fa, inizi duemila, ci fu una grandiosa idea: quella di aprire una discoteca all’aperto in un museo. La trovata fu geniale tant’è che ogni fine settimana in città si contavano intorno alle settemila presenze. Locali aperti e tanta movida. “Unico in Europa, lo Stellario è uno dei pochi luoghi al mondo dove è un privilegio divertirsi e ammirare le meraviglie del passato. Gli ospiti della discoteca Stellario possono trascorrere momenti di puro benessere assaporando una scenografia mozzafiato dalle diverse piste all’aperto o dal terrazzo panoramico”. Questa una delle tante recensioni apparse nelle riviste di turismo. Nonostante l’ottimo risultato ottenuto, i chietini riuscirono a distruggere il progetto. Alcuni bigotti si lamentarono per il volume troppo alto della musica. Il fatto grave non fu quello. Il fatto grave fu che forze dell’ordine e politica imbracciarono i fucili e fecero fuoco a volontà sullo Stellario radendolo al suolo. In pochi giorni venne uccisa l’economia e il turismo che stava nascendo a Chieti. Il bigottume sentenziò e i militari eseguirono. Una vergogna. 

A distanza di anni è mancata una vera è propria programmazione economica e turistica. Ci sono queste piccole idee che, a quanto pare, fanno sentire grandi i politici. “È ora di finirla con botti e petardi. Ho presentato, a tal proposito, un ordine del giorno che andrà in discussione al prossimo Consiglio Comunale con il quale chiedo l’emanazione di una ordinanza regolamento per il divieto di commercio, produzione ed utilizzo di botti e fuochi pirotecnici in tutto il territorio Comunale” sentenziava Marco Di Paolo all’indomani della sua idea. “Questo Ordine del Giorno prende spunto dal fatto di cronaca avvenuto a Lanciano il 21 luglio 2013 dove un bambino di dieci anni ha subito l’amputazione di tre falangi di una mano per aver raccolto da terra un petardo inesploso. Inoltre come dimenticare i tragici fatti di Città Sant’Angelo dove all’interno di una fabbrica d’artificio hanno perso la vita un ragazzo di ventidue anni ed altre tre persone (?). Infine, è utile ricordare che le esplosioni di botti e petardi possano spaventare gli animali lasciati in spazi aperti provocandone la fuga oltre danni seri alla loro stessa salute. Per questa ragione ho chiesto di allestire una campagna di sensibilizzazione che scoraggi l’uso di botti e materiale pirotecnico sollecitando la cittadinanza ad intraprendere forme di divertimento alternative”. Di Paolo giustificò la sua scelta citando addirittura l’esplosione avvenuta nell’azienda di Mauro Di Giacomo dove, ancora oggi, persistono molti dubbi circa la fatalità dell’incidente. Sulla propria pagina Facebook Di Paolo scrive:”Piccola riflessione del 1 gennaio:

1) a tutti quegli stronzi che ieri sera hanno sparato, non vi lamentate che non arrivate a fine mese e non date la    colpa solo allo stato della vostra situazione economica. I soldi spesi per i botti potevate metterli da parte ed      usarli per qualcosa di utile.
2) a tutti quelli che hanno detto male del regolamento contro i botti voglio PER 1 VOLTA difendere sindaco e         altri. cosa avrebbero potuto fare? mettersi alla mezzanotte a controllare casa per casa? idem per le forze           dell’ordine. Abbiamo richiesto il regolamento, l’hanno fatto e adesso toccava a noi rispettarlo”.

Il civile consigliere aggiunge:”LA COLPA È SOLO NOSTRA CHE SIAMO UN POPOLO DI INCIVILI. Sai quanta gente ieri avrà detto “io sparo alla faccia del regolamento”. A quelle persone vorrei dire “bravo, uomo delle caverne ma poi quando ti salta una mano, un occhio o braccio non andare a chiedere aiuto allo stato per avere un rimborso economico (es: pensione d’invalidità). Cmq a mio parere non si è sparato tanto. A Chieti scalo è stato abbastanza tranquillo”. E meno male che Di Paolo è un ex Marò il quale ci ha spiegato che:”fin dai corsi di addestramento viene enfatizzato il concetto dell’essere al servizio della pace” e che “tutti i Marò hanno quale unico loro obiettivo quello di tutelare il prossimo per evitare l’insorgere di fatti ed accadimenti che possano trasformarsi in situazioni di guerra”. Come dire, un vero e proprio missionario di pace.

ZdO

 


 


 

 

 

 

 

 

 

 


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