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L’accusa per il primo cittadino di Chieti è pesante: essere stato al corrente dell’attività illecita che l’ex assessore Ivo D’Agostino portava avanti nelle stanze del Comune. Una cittadina chietina racconta tutta la vicenda su facebook.

L’accusa per il primo cittadino di Chieti è pesante: essere stato al corrente dell’attività illecita che l’ex assessore Ivo D’Agostino portava avanti nelle stanze del Comune. Una cittadina chietina racconta tutta la vicenda su facebook.

Case popolari in cambio di sesso

Ivo D’Agostino, assessore alle politiche della casa, alla sanità e protezione civile al Comune di Chieti in quota Udc, è stato arrestato il 30 luglio scorso con l’accusa di aver chiesto prestazioni sessuali a giovani donne in cambio di alloggi popolari. Le accusa per D’Agostino sono di concussione, tentata concussione e violenza sessuale. Inizialmente le accuse sono state fatte da 5 donne: una cubana, una polacca, una rumena e due italiane. In questi giorni si sono aggiunte altre testimonianze. Nell’incidente probatorio, le donne, confermano le accuse aggiungendo altri particolari. Ma D’Agostino ha dichiarato che ci sono:«le loro parole contro la mia».
 
I riscontri che non ci sono

 

In tutta questa vicenda, oltre alle dichiarazioni delle donne, non ci sono altri riscontri. Si sta procedendo ai rilievi tecnici con analisi dei tabulati telefonici e spostamenti.

Ritiro deleghe: La nota del Comune


Lunedì 5 agosto sul sito internet del Comune di Chieti, Umberto Di Primio scrive:«In data odierna, l’Assessore Comunale Ivo D’Agostino, per il tramite del proprio legale, ha comunicato le dimissioni dalla propria carica a causa dei noti fatti giudiziari che hanno interessato la sua persona negli ultimi giorni. Nelle prossime settimane provvederò a valutare un eventuale reintegro in Giunta e la redistribuzione delle deleghe di D’Agostino attualmente trattenute dal sottoscritto».
 
L’opposizione chiede Commissione di indagine

In seguito all’arresto dell’assessore D’Agostino Riccardo Di Gregorio, della Federazione della Sinistra, ha proposto una deliberazione consiliare per istituire una Commissione Speciale d’indagine al fine di verificare eventuali irregolarità nell’assegnazione degli alloggi popolari.
Bruno Di Paolo, ex sindaco di Chieti, espelle dal proprio partito Enrico Bucci perché rifiutatosi di uscire dalla maggioranza dopo l’arresto di D’Agostino. «Non posso tradire l’impegno preso in campagna elettorale». Di Paolo, invece, è convinto che:«Il voler rimanere in maggioranza a tutti i costi facendo da stampella ad un’amministrazione allo sbando, sa di vecchia politica, purtroppo sempre in auge, dove il potere è predominante sugli ideali e sui bisogni della povera gente».

Umberto Di Primio:«Non mi dimetto».
 
Il 2 agosto 2013 Di Primio convoca una conferenza stampa in cui comunica che la maggioranza che lo sostiene è coesa e che gli conferma il pieno sostegno. Poi, il primo cittadino, risponde alle voci circolate in merito al fatto che “non poteva non sapere”. «Se qualcuno mi avesse esibito prove certe o quantomeno informazioni tali da indurmi a denunciare i fatti che oggi vengono contestati all’assessore D’Agostino – spiega il sindaco – non avrei esitato a compiere tale passo. In attesa di conoscere nella loro interezza le contestazioni, desidero rimarcare la condanna mia e del mio esecutivo contro qualsiasi forma di abuso e di violenza ed è per questo che le contestazioni mosse all’assessore D’Agostino mi rattristano enormemente». E di dimissioni Di Primio non vuol proprio sentir parlare:«Non posso accettare la doppia morale della sinistra, in particolare del Pd, che oggi punta il dito contro di me chiedendo le mie dimissioni in seguito all’avviso di garanzia che ha raggiunto l’assessore D’Agostino ma che non ricordo così zelante per le vicende che hanno interessato Del Turco, Quarta, Cesarone. Dare giudizi è un conto, anticipare le sentenze è un errore che commettono in molti. Lasciamo che siano i cittadini a giudicare, come hanno già fatto tre anni fa bocciando il centro sinistra con una percentuale di voti pari al 32% contro il 63% della mia coalizione», aggiunge il sindaco a “Chieti today”. In conferenza stampa, inoltre, il sindaco riferisce di aver avviato una serie di verifiche presso gli uffici dell’assessorato alle Politiche sociali per fare chiarezza sulla vicenda. E il primo cittadino non perde tempo. Lunedì prossimo, alle 11, Di Primio ha convocato, presso il suo ufficio, una riunione della Commissione Mobilità sulle Case Popolari e l’Ufficio Casa del Comune. La finalità dell’incontro è quella di approfondire la situazione riguardante la gestione degli alloggi del Comune.

Su Facebook Di Primio viene accusato di sapere tutto

Sulla propria pagina personale di facebook il primo cittadino viene accusato pesantemente da un’amica virtuale:«Sindaco, io le voglio rivolgere una domanda: ma lei mangia gli scordarelli? È sicuro di non essere stato avvertito tantissimo tempo fa della situazione ke si era creata con d’agostino! Cerchi di ricordare quando sono venuta da lei su al comune x parlarle e raccontare cosa stava succedendo……quindi x favore eviti di dichiarare ke non era al corrente di certe situazioni…..». Anna Giulia, questo il nome della donna, afferma che il sindaco sapesse già della situazione di D’Agostino. La donna, secondo le sue dichiarazioni, avrebbe avvertito Di Primio, probabilmente, a gennaio di quest’anno. Il primo cittadino però risponde alla donna:«signora Anna Giulia perchè allora non ha provveduto a denunciare “le situazioni” come lei dice?» e la donna:«a metà di gennaio sono venuta da lei xké avendo kiesto aiuto a D’Agostino lo stesso mi aveva detto ke x un’aiuto bisognava contraccambiare». La donna poi riferisce le frasi che Di Primio avrebbe pronunciato:«Adesso basta lei non è la prima persona ke viene qui e mi racconta queste cose. Prenderò io provvedimenti». La donna, quindi, chiede a Di Primio:«Qui nasce la mia domanda: xké dice ke non ne era al corrente? Le dirò di più. Sono pronta a denunciare l’accaduto e dire come sono andate le cose e se non ho agito prima è xké forse aspettavo un gesto da parte sua». 

Vedremo se nelle prossime ore la donna andrà a denunciare i fatti agli organi competenti. Nel caso dovremmo pensare che, forse, nelle sue dichiarazioni c’è qualcosa di falso.
 
 
 

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