Il popolino sembrerebbe molto convinto del fatto che il medico prestato alla politica sia uno sporco delinquente che non rispetta divieti e che non paga multe. Marino sarebbe, per il popolino che vota da quasi settant’anni, il privilegiato e nemico del popolo. In realtà il sindaco di Roma cadrà dalla poltrona per ragioni molto più importanti.
E c’è poco da ridere. Ignazio Marino si è messo di traverso su questioni che per certi ambienti romani sono fonte di guadagno e interessi altissimi. Ed è per questo che il sindaco deve essere prima ridicolizzato e poi cacciato. Per farlo bastano pochi elementi: una panda rossa in divieto di sosta (la sua) e una serie di multe, pare, non pagate. Infine, impacchettare il tutto e spedire gli ingredienti alla stampa. A quella, giusto per chiarire, interessata alla falsa rivoluzione. E il gioco è fatto. Poi, se un rito voodoo aiuta a far scoppiare una rivolta contro gli immigrati a Tor Sapienza è tutto di guadagnato.
Però chissà perché la stampa e i giornalisti ‘coraggio’ che riempiono talk con le loro panzane, si pagano gli stipendi con i finanziamenti pubblici e slinguazzano chiappe di politici e pm, non raccontano, ad esempio, che Marino ha chiuso la discarica di Malagrotta situata nella Riserva naturale del Litorale romano. Discarica in cui furono trovate tonnellate di raccolta differenziata, mai trattata, finite nella discarica in mezzo agli altri rifiuti nonostante l’impianto incassasse milioni di euro per lo smaltimento secondo i criteri di legge. Un richiamo che, nel maggio del 2013, arrivò anche dalla Commissione europea per il lavoro ‘sporco’ effettuato nella discarica. Poi arrivarono i risultati di studi che evidenziarono “alcuni eccessi di rischio degni di nota, in particolare per malattie respiratorie, cardiovascolari e per alcune forme tumorali” e altri che registrarono “lievi aumenti di tumore alla laringe e ai reni”. Un’ultima ricerca condotta l’anno scorso ha evidenziato “particolari effetti sulla mortalità tra i lavoratori di entrambi i sessi. Tra le lavoratrici sono stati osservati eccessi di morbosità per cause respiratorie, gastrointestinali e per traumatismi“.
Come mai la discarica è stata chiusa solo il 1° ottobre 2013 e non il 31 dicembre 2007 in forza della normativa europea che vieta di conferire in discarica rifiuti allo stato grezzo? È un caso che dopo la chiusura i cassonetti romani non sono stati svuotati?
Marino ha dato un bel colpo anche alle municipalizzate su impulso del governo Renzi: AequaRoma, Farmacap, azienda speciale PalaExpo, Risorse per Roma, Roma Servizi per la Mobilità e Roma Metropolitane sono tutte da liquidare. Quindi nessuna trama spartitoria come era avvenuto negli anni passati. Nessun figlio, nipote, amante, zia o zio da sistemare nemmeno nell’Atac, dove sono stati sfoltiti persino i dirigenti.
Poi le pedonalizzazioni dei Fori Imperiali, del Tridente e quella imminente del Circo Massimo. Il taglio agli sprechi, quello agli stipendi dei dipendenti capitolini preoccupatissimi per il nuovo contratto decentrato che premia la produttività. Il Restyling è passato persino nella polizia municipale con un comandante al passo con i tempi dei social. Raffaele Clemente ha dato potere al cittadino di segnalare abusi che, quasi in diretta, vengono risolti mandando pattuglie sul posto.
Ma la cosa più rivoluzionaria che Marino ha fatto è quella che per cui nessuno lo perdonerà mai, nemmeno quelli di un certo Pd: l’aver rispettato il programma elettorale.
Antonio Del Furbo