Mettiamola così, Rossi, nello stile dei meravigliosi. Allora, chi ha ucciso il Duce? Tan-to per cominciare, diciamo che l’ha ucciso il partigiano Giacomo. di Francis Sgambelluri
E tanto per con-traddire, diciamo che non è stato lui, che è stato il colonnello Valerio. Neppure per sogno! Né l’uno né l’altro. L’ha ucciso, non il partigiano Giacomo, né il colonnello Valerio, ma il partigiano Roby. No, forse l’ha ucciso il partigiano Johnny. Neppure lui. L’ha eliminato il canadese Lauren. No, il meraviglioso Giacomino l’ha fatto fuori. Chiacchiere. Se volete sapere veramente chi ha ucciso il Duce, ve lo dico io: Hitler, ecco chi l’ha ucciso! No, no e no, è stato un australiano a dargli il colpo di grazia. Not at all! Chi allora? Aspetta, è stato catturato a Dongo. Giusto? Pare. Fucilato a Como. Giusto? Pare. Appeso gambe in aria e testa in giù in una piazza di Milano co-me un maiale al macello. Giusto? Pare. Pare pare pare, è vero invece! Se lo dici tu! Sì, lo dico io! Calma! Insomma, chi l’ha ucciso: gli americani, i russi, gli inglesi, i france-si, i tedeschi, gli arabi, i meravigliosi, i cannibali della terra del fuoco, chi? Chissene-frega chi l’ha ucciso! Come chissenefrega? Non si sa. Come non si sa? E non si sa! E poi, anche se era un fascista, era tuttavia un pezzo grosso. Non vuol dire. Si dice che a lui piacesse mangiare fagioli e polenta come ai contadini della sua terra e che avrebbe preferito essere impiccato a Londra, piuttosto che processato nel Paese delle meraviglie (Pdm) o dagli americani. Stronzate. Vuoi proprio sapere chi l’ha fatto fuori? Dimmelo! Walter Andisio l’ha fatto fuori. E chi è costui? Walter Andisio. Vai a cacare! Al cesso ci vado solo il mattino, io. È così, è stato proprio lui! E tu come lo sai se non eri neppure nato? C’è scritto così. Dove? Sui libri. Scritti da chi? Non lo so. È stato Churchill a scriverlo, l’amico intimo di corrispondenza del signor Benito Mus-solini. Da dove salta fuori questo “signor”? Andiamo avanti. No, aspetta. Vuoi dire quella palla di lardo inglese che ha fatto bombardare, non le fabbriche tedesche che costruivano armi, non le caserme, non i luoghi delle SS, ma i luoghi popolati da gen-te inerme? Di questo “Churchill” stai parlando? Sì, proprio di lui! E tu come fai a sa-perlo ch’era lui il mandante? Me l’ha detto un uccellino. Vai a … Te l’ho detto, ho già risposto al richiamo della natura. Vacci tu, se ne hai bisogno. Restiamo in argomen-to, signori. Ordine! Ordine! È stato il re savoiardo a farlo fuori. No, Hitler abbiamo detto. No, Stalin. No, Franco. No, Roosevelt. Questi ha incaricato un mafioso ameri-cano, il mafioso americano ha incaricato un mafioso siculo, questi, un quaquaraqua, il quaquaraqua non avendo nessun altro al di sotto di lui, dovette per forza sporcar-si le mani: lasciò la terra dei siculi, andò a scovare il Duce e, una volta scovato, bum bum bum, e lo fece fuori, voilà! Tutte balle! Il suo vero uccisore è re Vittorio Ema-nuele III, il savoiardo. Gli ha fatto una bella imboscata e poi sì: bum bum bum! No, è stato De Gaulle, perché pare che il Duce abbia pugnalato la Francia a tradimento: vendetta alla Edmond Dantès. Scemenze! Invece è vero. Come vuoi. Comunque è sta-to il papa a farlo fuori. No, è stata la Chiesa. E che differenza c’è tra il papa e la Chiesa, genio? Ma chi ha ucciso il duce, volete dirmelo sì o no? I bolscevichi; no, i nazisti; no, i monarchici; no, i parmigiani. Chi? Scusa, mi sono confuso. Volevo dire i parchigiani. Chi hai detto? E di nuovo un lapsus. Mi scuso due volte. Volevo dire i… Vai al diavolo! Ve lo dico io chi l’ha ucciso. Dillo, su, dai! I mezzi-uomini, parola di Bogududù. E chi è costui? Non lo so. No, non sono stati i mezzi-uomini, ma i mezzi dei mezzi più pagati al mondo ad ucciderlo, parola di Barabba. Sicuro, proprio loro! Ma perché poi ucciderlo? Era così buono. Buono un fascista? E come può esserlo? Smettetela con le chiacchiere! Secondo il feroce Ciurcio dall’altra parte della Manica, quello che aveva fatto bombardare le città tedesche, non era necessario ucciderlo, dato che il Pdm non era all’altezza di uccidere neppure un pollo allo spiedo e, dun-que, lo si poteva lasciare sguazzare nel suo brodo fascista per l’eternità. Siamo seri, per favore! Lonati, comunque, sostiene di aver ucciso il Duce. Chi è costui? Lonati. Vai a … Volete smetterla, per piacere? Yes, capo! Sapete cosa dice Lungona? Chi è Lungona? Una donna. Una donna? Sì, una donna. Una donna lunga? Non lo so. Una donna e basta. E allora? Lungona dice di aver visto qualcosa di pelato che cammina-va su due piedi, Mussolini aveva una testa pelata e due piedi, quindi era Mussolini. Ma che dici!? Beh, ci sono tante persone che camminano con la testa in giù e i piedi in aria. Sbagliato. Noi facciamo meglio: camminiamo col culo. Cos’hai detto? Quello che ho detto. Vai al diavolo! Dopo di te. E comunque così ha detto la Lungona. E con ciò? E con ciò cosa? Una testa pelata non è una fucilazione, non ti pare? Ah, sì, giu-sto. Volevo dire però ch’era una testa pelata che si avviava verso la fucilazione! Un merlo che aveva sbirciato un verme sopra la testa pelata, si fiondò su di essa, lo bec-cò, lo mangiò, volò via. Addio verme! C’è stata una raffica. No, ce ne sono state due. No, tre. No, quattro. Vai all’inferno. Sempre dopo di te. Dovevano essere all’incirca le undici del mattino quando l’hanno fatto fuori. No, di sera. La Petacci, la cara ca-retta compagna del Duce dice di no. Lei non ha detto niente di niente: è stata fatta fuori insieme a lui. Prima o poi? Ho detto insieme. E poi che importanza ha? Sai dove hanno mirato? Al cuore, dov’altro? Dieci colpi al cuore: bum bum bum bum bum bum bum bum bum bum! Non dieci, uno solo. Insomma, ho capito, sulla morte del cavalierissimo mussolinissimo non c’è nulla di chiaro! Evviva! Invece no, invece è tutto chiaro: morto ammazzato, più chiaro di così! Milioni di persone l’hanno visto appeso testa in giù e piedi in aria, proprio come i macellai appendono i porci nei lo-ro grandi frigoriferi dopo averli scannati e puliti. Meritava una fine del genere? Non chiederlo a me. Ma allora è vero che c’è stata una doppia, tripla, quadrupla, quintu-pla fucilazione? Così pare. Ma quella vera qual è? E di nuovo? Ma quella che l’ha fat-to fuori, le altre erano simboliche, stolto! Fai attenzione a come parli! Volete smet-terla di fare gli scemi una volta per tutte voi due, sì o no? Sissignore! La macchina della verità americana dice che l’ha ucciso un rospo. Vuoi dire un uomo vestito da rospo. No, voglio dire un rospo, rospo e basta. Tu dai i numeri. E tu? Ma si può gab-bare quell’aggeggio degli yankee? Forse. Andiamo avanti. Cerchiamo di scoprire chi ha ucciso il Duce. È quello che stiamo facendo. Bruno Lenticchia dice di averlo fatto fuori lui personalmente, Vossignoria. Anche il colonnello lo dice. Certo, anche il par-tigiano Johnny. Lasciamo perdere. Non ci credo. Neanch’io. A cosa? A quello che di-cono questi signori. Per me, tutti i presunti uccisori del Duce sono dei mitomani. Te lo dico io chi l’ha eliminato. Che aspetti a farlo? È semplice, l’ha ucciso uno chiamato Stiltottone di Vaginaglia che, dopo avergli fatto elencare tutti i suoi sbagli e tutti i suoi crimini partendo dal delitto Matteotti, dall’uccisione dei fratelli Rosselli a Parigi e dal suo ignobile connubio con la Chiesa, e il suo mischiarsi con il Führer e in se-guito diventare il suo cagnolino, e il suo aver drogato le masse coglione per vent’anni, eccetera, eccetera, eccetera, lo stroncò con una cannonata. Con che cosa? No, volevo dire con una roncolata. Stop! Ma, insomma, chi ha ucciso il Duce? “Io non lo so”. Neppure io. Storia style il Paese delle meraviglie.