Quasi mezzo milione di smartphone, pagati con soldi pubblici, hanno usufruito di abbonamenti a chat e a video porno. Chissà, forse App fondamentali per mandare avanti la macchina burocratica statale.
Antonio Del Furbo
Esattamente ne sono stati scovati 401.839 di cellulari a carico dello Stato. La ripartizione degli abbonamenti erano così distribuiti:
- 840 a “Sexyland”,
- 665 a “Le porno Erasmus”
- 564 a “Video hard casalinghi”
I dati riguardano il solo periodo di aprile e giugno 2017.
A diffondere i dati la Commissione parlamentare d’inchiesta sulla digitalizzazione della pubblica amministrazione. La Commissione si è fatta inviare da Telecom Italia il traffico (sms, internet e telefonate) dei telefonini forniti alle amministrazioni pubbliche per vedere quanto lo Stato potrebbe risparmiare eliminando tutte le chiamate e i servizi che non sono pertinenti all’opera di un dipendente pubblico.
In attesa di capire a cosa possano servire determinati abbonamenti, l’inchiesta mette in risalto che tra il 2012 e il 2017 si sarebbero potuti risparmiare 7,7 milioni di euro.
Nel dettaglio, Tim ha reso noto il dettaglio del traffico di tutte le sim pubbliche nei mesi tra aprile e giugno 2017. Ed ecco cosa è venuto fuori.
Sono stati spesi 39mila euro non dovuti per colpa di chiamate ai call center di:
- Trenitalia: 1.382 chiamate per 11.500 euro;
- Alitalia: 1.108 chiamate per 8.754 euro;
- Ticketone: 267 chiamate al desk per avere informazioni su biglietti e concerti per 1.907 euro;
- Sky: 120 telefonate per 293 euro.
Altri 132 mila euro sono stati buttati via con gli sms per comprare prodotti bancari e promozioni di natura sociali.
Sono stati contati 15.000 sms per un costo di 52.390 euro ricevuti da Banca Intesa per le comunicazioni di home banking che, ovviamente, non dovrebbero essere attivate col telefono di servizio. Altre voci si riferiscono ad acquisti con Mediaset e altre televisioni. E, come se non bastasse, rilevati anche altri 1.000 euro in sms per partecipare al televoto di Sanremo e Miss Italia.
Finisce qui? Manco per niente. Il pubblico quando fa le cose le fa in grande.
Sono state fatte transazioni per mezzo milione di euro in tre mesi per contratti con strani provider:
- 6.976 abbonamenti mobilepay a Beengo Tuk Tuk;
- 9.176 a Mobando;
- 6.438 a TimGames,
- 12.000 circa a Serie A Tim, migliaia e migliaia di servizi per entrare nelle chat erotiche e ricevere e materiale pornografico, oroscopi, ricette, scommesse sportive.
Ora la domanda è la seguente: perché chi controlla i bilanci, ovvero Comuni, Province, Regioni e Ministeri non hanno rilevato questo scempio?
“Ci penserà la procura” precisa Paolo Coppola, presidente della Commissione. “Più avanti consegneremo la relazione finale complessiva al Parlamento, e immagino che i magistrati saranno interessati. Sull’immediato, come Commissione di inchiesta, daremo l’indicazione perché nella convenzione Consip sia inserita una clausola per mettere automaticamente nella black list questo tipo di servizi”.
…e poi i Comuni, le Province e le Regioni dicono di non avere soldi
È bene chiarire che la Commissione ha analizzato tutte le telefonate, sms e dati Internet di tutte le sim dei cellulari consegnati ai dipendenti pubblici. Rientrano nelle due distinte convenzioni Consip (Telefonia mobile 5 e Telefonia mobile 6) che hanno rifornito circa 4.400 amministrazioni centrali e locali.
E quindi: perché i Comuni, le Province e le Regioni non controllano i bilanci? Mistero della fede pubblica.