“Sequestro di persona aggravato dalla qualifica di pubblico ufficiale, dall’abuso dei poteri inerenti alle funzioni esercitate, nonché per avere commesso il fatto anche in danno di soggetti minori di età”.
È questa l’accusa mossa dal Tribunale dei ministri di Catania nei confronti di Matteo Salvini riguardo la vicenda dell’imbarcazione Gregoretti. Nell’atto si legge che l’allora vicepresidente del Consiglio e ministro dell’Interno ha “privato della libertà personale 131 migranti di varie nazionalità”, rimasti a bordo del natante della Guardia costiera “dalle ore 00.35 del 27 luglio 2019 sino al pomeriggio del successivo 31 luglio 2019”, dopo essere stati soccorsi il 25 luglio al largo di Lampedusa.
Il caso Gregoretti
I magistrati rilevano, in particolare, che il leader della Lega “bloccava la procedura di sbarco dei migranti, così determinando consapevolmente l’illegittima privazione della libertà personale di questi ultimi, costretti a rimanere in condizioni psico-fisiche critiche a bordo della nave ormeggiata al porto di Augusta”. Il Viminale può sì “limitare o vietare l’ingresso, il transito o la sosta di navi nel mare territoriale, salvo che si tratti di naviglio militare o di navi in servizio governativo non commerciale, per motivi di ordine e sicurezza pubblica”. E la Gregoretti – si legge nel testo – è appunto “della Guardia costiera italiana ed è, quindi, una nave militare”. Per gli inquirenti, i fatti “non trovano applicazione nelle norme contenute nel cosiddetto decreto Sicurezza bis”.
Il caso Diciotti
Il 16 agosto 2018 la nave Ubaldo Diciotti della guardia costiera italiana ha soccorso 190 persone nelle acque internazionali al largo dell’isola di Malta. Tra loro dieci donne e 37 minori. Le autorità italiane erano informate dal 14 agosto della presenza del barcone carico di persone. Si aspettavano, però, che fosse Malta a intervenire perché l’imbarcazione era nella zona di ricerca e soccorso (zona Sar) maltese.
I rimpalli dei tribunali
In quell’occasione a Matteo Salvini i giudici hanno contestato un reato ministeriale, cioè un reato compiuto nello svolgimento delle sue funzioni di ministro. Il fascicolo d’indagine scritto dalla procura di Agrigento è stato poi trasmesso al tribunale dei ministri di Palermo. I giudici hanno contestato a Salvini il reato di sequestro di persona aggravato. Non solo. La procura di Agrigento aveva iscritto sul registro degli indagati anche il capo di gabinetto del Viminale, Matteo Piantedosi. A lui venivano contestati i reati di sequestro di persona, sequestro di persona a scopo di coazione, arresto illegale, abuso d’ufficio e omissione d’atti d’ufficio.
Il fascicolo
A ottobre il fascicolo è finito nelle mani del tribunale dei ministri di Catania per competenza territoriale. Carmelo Zuccaro, il capo della procura di Catania, ha chiesto al tribunale dei ministri l’archiviazione per Salvini. Per Zuccaro il ritardo nello sbarco dei migranti della Diciotti è “giustificato dalla scelta politica, non sindacabile dal giudice penale per la separazione dei poteri, di chiedere in sede europea la distribuzione dei migranti in un caso in cui secondo la convenzione Sar sarebbe toccato a Malta indicare il porto sicuro”. Il tribunale dei ministri, però, non ha accettato la richiesta di archiviazione. Questo perché c’è stata “la precisa volontà del ministero dell’interno” di privare della libertà personale le persone a bordo della Diciotti.
La differenza tra Gregoretti e Diciotti per i giudici
Per i giudici tra il caso Gregoretti e quello Diciotti c’è, dunque, una differenza sostanziale. Con la Diciotti si innescò una controversia con Malta in ordine allo Stato obbligato a rilasciare il Pos. Nella Gregoretti “è assolutamente pacifico che il coordinamento e la responsabilità primaria dell’intera operazione, seppure avviata in acque Sar maltesi, siano stati assunti dallo Stato italiano su esplicita richiesta di quello maltese”. Lo Stato italiano – secondo quanto si sostiene nella richiesta di autorizzazione a procedere – aveva quindi “l’obbligo di concludere la procedura con il trasferimento dei migranti in un luogo sicuro”. Invece, “l’omessa indicazione del ‘Place of safety’ da parte del dipartimento Immigrazione, dietro precise direttive del ministro degli Interni, ha determinato una situazione di costrizione a bordo”, con una “limitazione della libertà di movimento dei migranti, integrante l’elemento oggettivo del reato ipotizzato”, vale a dire il sequestro di persona.
Il gran pasticcio giustizialista
Dunque, i giudici dei vari tribunali prima accusano e poi ritrattano. Nel caso Diciotti, come abbiamo visto, si è evocato persino il sequestro di persona salvo poi ritirare le accuse.
Politica e Giustizia
La questione politica, e che ha risvolti giudiziari, è che il Movimento 5 stelle, non più al governo con la Lega, vuole scaricare Salvini facendo passare la decisione sulla Gregoretti come individuale e non collegiale. Il fatto è che, al contrario, per sbloccare il caso Gregoretti “ci furono numerose interlocuzioni tra Viminale, presidenza del Consiglio, ministero degli Affari Esteri e organismi comunitari”.
di Antonio Del Furbo