Evidentemente negli ambienti a 5 stelle c’è molto nervosismo in questi giorni. Un po’ per i temi governativi che sono sempre più spostati sull’asse leghista, un po’ per la batosta delle elezioni abruzzesi. Dopo minacce, insulti e torpiloqui di alcuni attivisti nei confronti del popolo abruzzese che, vogliamo ricordarlo, in maniera onesta e democratica ha eletto un governatore di centrodestra, arriva anche il guru dei 5 stelle a offendere la dignità della regione.
“Io accetto tutto, accetto che il popolo abruzzese abbia deciso e ha fatto benissimo. Chiedo solo una cosa ufficialmente, che ci diano indietro i 700 mila di euro che gli abbiamo dato l’anno scorso, quattro ambulanze e gli spazzaneve a turbina”.
Così Beppe Grillo durante lo spettacolo “Insomnia. Ora dormo!”, in corso a Bologna, riferendosi al voto delle regionali e citando i fondi del Masterplan Abruzzo. “Hanno fatto la loro scelta – ha continuato il fondatore del M5S – e dovrebbero dire che le cose che gli abbiamo dato noi ‘ve le ridiamo indietro’, è giusto o no?”. Un Grillo evidentemente fuori di sé in cui teorizza la restituzione degli stipendi dei consiglieri regionali, ma sbaglia cifra (sono 700 mila euro, non 700 milioni) .
L’attacco agli abruzzesi era partito in maniera più “gentile” la sera dei risultati delle elezioni con Sara Marcozzi che non si aspettava “che gli abruzzesi cedessero a un candidato che non è neanche abruzzese” e abbiano dato credibilità a “grandi coalizioni formate solo da liste civetta per rastrellare i voti”. Una forma gentile, appunto, per dire che gli abruzzesi un po’ hanno votato per convenienza magari qualche parente o amico. Poi, il post diffuso sulla community “Noi che vogliamo un’Italia a 5 Stelle”, e dopo qualche ora cancellato, che riassumeva il concetto: “Tutto il bene fatto non è servito a niente. La politica del clientelismo e del servilismo, unito a una buona dose di ignoranza, ha avuto la migliore”.
A seguire le dichiarazioni di tale Marco Dattilo che si definisce “figlio del V-Day” e che sulla bacheca Facebook scrive:“Agli Abbruzzesi je possano serví H24 le ambulanze donate dal M5S #MeFateSchifo“. E ancora:“Io boicotterò ogni prodotto abbruzzese, dal mare ai monti #MortacciVostra” con tutta una serie di ulteriori post in cui si descrive l’Abruzzo terra di prostitute, di rifiuti e di pecore.
Appunto, quel V-Day da cui Grillo è partito e da cui oggi molti invasati continuano a prenderlo a modello negativo. E Grillo al posto di stemperare i toni, condannare, prendere posizione, quasi ne sposa i contenuti. “Prendo il Malox per le elezioni. Gli abruzzesi hanno scelto liberamente, ma adesso, per favore, ci ridiano 700 milioni, le quattro ambulanze e la turbina antineve che a noi a Genova ci servono”.
Il dono è un gesto prezioso che viene fatto come atto d’amore attraverso il quale mettiamo la nostra anima in relazione con chi l’accetta. Se Grillo rivuole indietro i “doni” perché il suo Movimento non ha vinto le elezioni per caso auspicava un voto di scambio?