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Cara Lorenzin, Ferrari guiderà il Consiglio europeo della ricerca. E lei, su Stamina, ha qualcosa da dire?

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Da un lato la promozione del medico che voleva vederci chiaro sul metodo Vannoni, dall’altra una pena richiesta di un anno e sei mesi per i medici degli Spedali di Brescia che sperimentarono quella terapia.

Mauro Ferrari, infatti, guiderà l’European Research Council a partire da gennaio 2020, allo scadere del mandato dell’attuale presidente Jean-Pierre Bourguignon. Il Consiglio europeo della ricerca, istituito dall’Unione europea nel 2007, è finanziato esclusivamente attraverso il bilancio europeo come parte dell’attuale programma Orizzonte 2020. Annualmente seleziona e finanzia i migliori ricercatori di qualsiasi nazionalità ed età – unico criterio di valutazione è l’eccellenza scientifica – per gestire progetti basati in Europa. In poco più di dieci anni sono stati selezionati 9000 progetti da finanziare e oltre 110.000 articoli che riconoscono il supporto dell’Erc. I beneficiari dell’Erc hanno vinto prestigiosi premi, tra cui 6 premi Nobel, 4 medaglie Field e 5 premi Wolf.



Dunque, Ferrari non poteva che essere, giustamente, messo in un posto che gli compete. Un medico che dopo la laurea in Matematica all’Università di Padova ha proseguito gli studi negli Stati Uniti, insegnando Ingegneria meccanica, Medicina interna e Ingegneria Biomedica alla Ohio State University.

Un curriculum che però nel 2014 era stato messo in discussione quando lo stesso Ferrari si occupò del metodo Stamina.

In quell’anno, infatti, il medico aveva fatto parte della commissione chiamata a valutare il metodo di Davide Vannoni. Ferrari disse in quell’occasione che il metodo Stamina rappresentava “il primo caso importante di medicina rigenerativa in Italia”. Nature lo criticò in maniera diretta e una lettera allarmata sottoscritta da importanti ricercatori italiani fu inviata all’allora ministra della Salute Lorenzin. Il risultato fu che Ferrari fu fatto fuori dalla Commissione.

Il professore, in realtà, andò oltre dichiarando apertamente le potenzialità delle staminali e della particolarità dell’Italia in cui uno Stato approva terapie e decide i farmaci da inserire nell’elenco. E fu sempre lui a dire di dover ascoltare le famiglie dei malati.

Come riporta Gioia Locati sul Giornale, esiste una mail del 17 gennaio del 2014 firmata da Roberto Baldini, presidente Asamsi, in cui gli iscritti chiedevano di essere ascoltati. Richiesta totalmente ignorata dai senatori della Commissione Sanità. Stesso trattamento riservato al Movimento cure compassionevoli che chiedeva di partecipare augurandosi “un dialogo costruttivo con le istituzioni”.

Altro aspetto strano è quello del rimborso del biglietto chiesto a Ferrari. Al professore il ministero della Lorenzin offrì un biglietto gratis per tornare in Italia a studiare il caso Stamina. Dopo le sue dichiarazioni, Ferrari fu buttato fuori e oggi gli viene richiesto il rimborso del biglietto. Rimborsi di pranzi e cene non richieste, però, al primo comitato che non ha terminato il proprio lavoro.

Nella “fuffa” mediatica ci capitò anche Camillo Ricordi che, come il collega, fu attaccato da Nature. Strani fatti accaddero anche con lui come, ad esempio, quello di negare che il prodotto cellulare usato a Brescia fosse analizzato nell’istituto di Miami.

Oggi c’è ancora una procura che su quei fatti continua ad accusare. Come nel caso dei medici degli Spedali civili di Brescia accusati di somministrazione di farmaci guasti nell’ambito del caso Stamina e assolti dalle accuse di associazione a delinquere, abuso d’ufficio e truffa. Oggi il pm chiede oltre un anno.

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