Camillo D’Alessandro, Consigliere regionale d’Abruzzo del Pd, ha solo un difetto secondo me: quello di apparire vecchio. Sarà, forse, per la sua volontà oppure per volontà del suo Dna, fatto sta che ‘Don Camillo’, già dall’età dei 23 anni quando era consigliere della Provincia di Chieti, appariva un non-giovane. Per il resto Camillo a me sta simpatico.
Camillo D’Alessandro, Consigliere regionale d’Abruzzo del Pd, ha solo un difetto secondo me: quello di apparire vecchio. Sarà, forse, per la sua volontà oppure per volontà del suo Dna, fatto sta che ‘Don Camillo’, già dall’età dei 23 anni quando era consigliere della Provincia di Chieti, appariva un non-giovane. Per il resto Camillo a me sta simpatico. E poi, un personaggio politico che apre la sua bacheca facebook a chiunque, anche a qualche razzista di turno, mi piace a prescindere. Non per il fatto che mi ecciti l’idea razzista ma semplicemente per gustarmi lo spettacolo sul social network. Poi, diciamo la verità, l’idea di assistere al match politico-cittadino in cui, per una volta, il politico ha ragione mi piace da morire.
Una certa Marcella Pera scrive sulla pagina del ‘don’:«Caro D’Alessandro, se vorrai confrontarti con me la prossima volta, parliamo di stamine e non di negrette…APPARI UN FALSO MORALISTA!!!!». Ottimo inizio. Camillo prende la parola:«Considero incivile, maleducato ed allucinante che una persona di colore, chiunque essa sia, venga da te o da altri definiti negretta. Ti è chiaro?». La contraerei tedesca risponde al fuoco:«sempre negra resta….chiaro?» e Camillo introduce un po’ di sano humour che non guasta:«Al tuo posto mi vergognerei, così come suggerimento». A questo punto la non-negra sbanda:«ma vergognati tu….guarda non sei nessuno ti sia chiaro!!!!!!». Camillo resta basito:«Io non sono nessuno ma non mi permetto di dare a nessuno del negro, negretto o epiteti simili, tipo che il ministro di colore che non sopporti dovrebbe andare a casa. Se tu lo scrivi su fb poi accetti che qualcuno ti faccia osservare che è vergognoso questo dire. Se non ti vergogni è un problema tuo, non mio» e c’ha ragione. La palla ripassa alla ‘nemica’:«mi vergogno di parlare con te….io posso tu non so….buona serata e se vuoi interlocuire con me abbi rispetto….non ergerti a quello che credi di essere….chiaro?????». Non si capisce a chi si erge il ‘don’ ma lui comunque non risponde. Finalmente. Bravo. Speriamo che il non-giovane cominci la sua rivoluzione personale inzuppando la sua vita di un po’ di sano funky.
di Cécile Kyenge
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