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Calciatori e Sla: muore anche Giovanni Bertini

Calciatori e Sla: muore anche Giovanni Bertini
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Giovanni Bertini si è spento a 68 anni, vittima della Sla. L’ex difensore nel corso negli anni ’70 aveva vestito le maglie Roma, Arezzo, Taranto, Ascoli, Fiorentina e Catania per poi chiudere la carriera, nel 1982, nel Benevento.

Nel giugno 2016 a Giovanni Bertini venne diagnosticata la sclerosi laterale amiotrofica. Terminata la carriera da calciatore si era distinto come opinionista televisivo a Tv2000 e in diverse emittenti del Lazio.

L’ennesimo calciatore che muore di Sla

Bertini era uno dei 32 giocatori professionisti che, dagli anni ’60 a oggi hanno contratto il male. Uno studio scientifico dell’Istituto Mario Negri di Milano ha evidenziato che nel mondo del calcio i malati di Sla sono 6 volte di più rispetto alla popolazione generale. La Sla attacca il sistema nervoso centrale portando alla perdita di funzioni vitali come camminare, respirare, deglutire e parlare. Lo studio ha evidenziato che tra le cause scatenanti potrebbero esserci i traumi ripetuti e l’eccessivo uso di antiinfiammatori.

I malati nella Fiorentina anni ’70

Fiorentina, Cesena, Sampdoria e Como sono le squadre messe sotto accusa in quel periodo per l’uso massiccio di due medicinali: il Micoren e il Cortex. Il primo è un coadiuvante negli stati di affaticamento respiratorio, il secondo aumenta la capacità muscolare. E le morti di Armando Segato, Bruno Beatrice, Nello Saltutti, Ugo Ferrante, Giuseppe Longoni, Massimo Mattolini e Giancarlo Galdiolo potrebbero essere tutte riconducibili ai farmaci. A questi bisogna aggiungere Adriano Lombardi che morì nel 2007 di Sla e Mario Sforzi morto per un linfoma. Altri giocatori viola di quel periodo hanno poi avuto diversi altri problemi di salute: Antognoni fu vittima di una crisi cardiaca nel 2004, Domenico Caso fu colpito nel ’95 da un tumore al fegato da cui è guarito e Giancarlo De Sisti venne operato al cervello per un ascesso frontale.

L’incidenza sui calciatori

L’incidenza media della malattia è di 1,7 casi ogni centomila abitanti. Dato che tra i calciatori italiani arriverebbe fino a 3,2: sempre su un campione di centomila unità. A queste conclusioni, i ricercatori milanesi sono giunti dopo aver spulciato i curricula di oltre venticinquemila ex calciatori professionisti italiani, in attività durante un periodo lungo quarant’anni: tra il 1959 e il 2000. L’analisi dei loro trascorsi, incrociata ai dati clinici di chi ha sviluppato la Sla, ha permesso ai ricercatori di avere la conferma di quella che era soltanto un’ipotesi: i calciatori convivono con un rischio più alto di ammalarsi, che preoccupa soprattutto in ragione dell’assenza di cure efficaci.

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