A quanto pare tutta colpa delle 110 richieste di costituzione di parte civile motivo per il quale i difensori degli imputati devono valutarle per poter interloquire. È partita così l’udienza preliminare per il disastro dell’hotel Rigopiano, la spa nella quale il 18 gennaio 2017 morirono 29 persone a causa di una valanga. Numerosi i famigliari che indossavano le magliette con i volti delle persone decedute. “Sono due anni e mezzo che aspettiamo” ha urlato il superstite Giampaolo Matrone, che nella tragedia ha perso la moglie Valentina Cicioni, mentre il gup Gianluca Sanandrea aggiornava la discussione al 27 settembre 2019.
In aula erano presenti 7 dei 25 imputati, tra i quali il sindaco di Farindola,Ilario Lacchetta, gli ex sindaci Massimiliano Giancaterino e Antonio De Vico e il dirigente della Regione Abruzzo Pierluigi Caputi. Tra i principali imputati l’ex prefetto di Pescara, Francesco Provolo.
L’inchiesta, condotta dal procuratore capo Massimiliano Serpi e del sostituto Andrea Papalia, ruota intorno alla mancata realizzazione della carta valanghe, alle presunte inadempienze relative a manutenzione e sgombero delle strade di accesso all’hotel e alla tardiva attivazione del centro di coordinamento dei soccorsi. I reati ipotizzati dalla Procura vanno, a vario titolo, dal crollo di costruzioni o altri disastri colposi, all’omicidio e lesioni colpose, all’abuso d’ufficio e al falso ideologico.
L’11 luglio scorso è stata rinviata anche l’udienza sulle opposizioni presentate alle 22 richieste di archiviazione avanzate dalle parti offese nei confronti degli indagati sul“versante politico” che vede coinvolti i governatori Ottaviano Del Turco, Giovanni Chiodi, l’attuale senatore dem Luciano D’Alfonso e diversi componenti delle loro giunte. La prossima udienza è stata fissata al 16 ottobre.