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Correva l’anno 2017 quando il Comune di Bussi, inaugurò una procedura unica al mondo: acquistò per un euro le discariche 2A e 2B di proprietà della multinazionale Solvay.

di Antonio Del Furbo 

Un accordo di programma fatto tra Comune, Regione, Ministero dell’Ambiente e Solvay. “Il Comune di Bussi sul Tirino – si legge nell’Accordo di programma – si impegna ad acquisire le proprietà delle aree Solvay e a destinarle ad ogni effetto di legge alla realizzazione degli interventi oggetto della Procedura di Gara e successivamente alla reindustrializzazione”. Un’area, tra l’altro, in cui è stata fatta una gara di appalto per l’assegnazione di ben 45 milioni di euro di risorse pubbliche per la bonifica. Visto che Solvay non è stata responsabile dell’inquinamento di Montedison e la Provincia di Pescara non ha mai individuato i responsabili, il recupero ambientale deve essere eseguito dall’amministrazione pubblica.

L’accordo fu firmato, tra gli altri, dai rappresentati della Regione Abruzzo Giovanni Lolli, Donato Di Matteo, Silvio Paolucci, Dino Pepe e Marinella Sclocco in un’ottica di proseguimento “di obiettivi di tutela ambientale.” Contestualmente fu autorizzato uno stanziamento complessivo di 60mln di euro per la bonifica.

“Un Accordo di programma – chiarì il Consigliere comunale Luigi Moscone nell’intervento al Consiglio comunale – che arriva alla fine di un percorso che è iniziato con lo stanziamento dei 50milioni tramite l’emendamento dell’allora Sen. Legnini”. La Regione stanziò un milione e duecento mila euro serviti per appaltare una gara.

Il 24 maggio 2018, l’atto di compravendita del terreno tra il Comune di Bussi e laSolvay è stato siglato a Rosignano Marittimo. 

La Solvay ha venduto al Comune di Bussi, tra l’altro, una porzione di fabbricato in via Tremonti, costituita da sette corpi fabbrica al piano terra, la Piazzetta elettrochimica, un’area urbana di oltre 4mila mq.

“Come abbiamo già sostenuto da tempo – rileva Domenico Pettinari, consigliere regionale del M5S – leggendo l’Accordo di Programma sottoscritto nel 2017, tra il ministero dell’Ambiente, la Regione Abruzzo, il Comune di Bussi e la Solvay, notiamo che al comma 4, dell’articolo 2 (Passaggio di proprietà delle Aree Solvay), è riportato che il passaggio di proprietà delle aree Solvay non potrà in alcun caso avvenire in caso di mancata aggiudicazione della procedura di gara, nonchè in caso di mancata stipula del contratto”. In tal caso – precisa Pettinari – le parti dichiarano sin d’ora di non aver nulla a pretendere l’un l’altra in ragione del mancato verificarsi di tali presupposti. Ed il contratto sembrerebbe proprio mancare, non essendo stato ancora firmato, così come dichiarato dallo stesso sindaco di Bussi sul Tirino Salvatore La Gatta nella sua missiva dell’11 luglio, (protocollo n. 4245) inviata al ministro dell’Ambiene Sergio Costa.” Aspetti che violerebbero “quanto previsto dall’accordo tra Ministero, Regione e Comune, che di fatto non avrebbe dovuto permettere al Comune di Bussi di poter procedere a sottoscrivere l’atto di compravendita”.

Oggi, però, appare preoccupato anche il consigliere Moscone che all’epoca era d’accordo con la procedura:“in assenza di inizio lavori il Comune, come proprietario dei terreni, ma ‘non responsabile dell’inquinamento’, è tenuto a fare i lavori di messa in sicurezza. Oltre al danno, dunque, la beffa”, sostiene Moscone.

E preoccupati sono anche i vertici del Pd abruzzese:“Lanciamo un appello all’amministrazione comunale di Bussi per quanto riguarda le discariche 2A e 2B a monte del sito industriale. Poiché il Comune, nonostante l’assenza di una data certa per l’inizio dei lavori di bonifica e nonostante il contratto con la ditta aggiudicataria dei lavori non sia ancora stato firmato, ha firmato l’atto notarile per diventare proprietario dei terreni, non rispettando così quello che è scritto nell’accordo ministeriale, chiediamo di annullare l’atto per una maggiore tutela dell’ente”. Una nota che arriva dopo che la Corte di Cassazione ha assolto 4 imputati e dichiarato la prescrizione per altri 6, tutti ex vertici Montedison, che erano accusati di disastro ambientale.

“Quando Solvay comprò da Ausimot – spiega Demetrio Setta attivista 5 stelle di Bussi – comprò con lo sconto necessario per una eventuale bonifica. Successivamente, con un piano di caratterizzazione fatto in proprio, Solvay contestò ad Ausimot lo sconto ricevuto dicendo che l’inquinamento che aveva trovato era superiore a quanto previsto al momento dell’ acquisto e si fece dare ulteriori 100milioni di euro.”

Secondo l’allora commissario Goio, di milioni ne sarebbero serviti 50. Il ministero – continua Setta – invece, per impegnare i 50 milioni di Legnini e Marini, cerca il colpevole che dovrà risarcire il governo dei 50milioni. Intanto a Solvay viene chiesta solo la messa in sicurezza. Ci chiediamo: Solvay ha comprato ben sapendo di dover bonificare. Si è fatto dare 100milioni in più. Per la bonifica ne servono solo 50milioni. Cosa c’era di impossibile se il ministero avesse imposto a Solvay la bonifica invece della Mipre? Nel frattempo si sarebbe trovato il colpevole che avrebbe risarcito i cittadini ed il territorio a seguito di un vero controllo epidemiologico, e magari anche Solvay.”

Sempre secondo Setta, il sindaco di Bussi Lagatta avrebbe regalato a Solvay “13milioni di euro/ anno derivanti dalla energia prodotta non da una sola centrale idroelettrica, ma da due centrali idroelettriche”.

“Quanti organi dello stato sono coinvolti in questa vicenda?” si chiede Setta.

329.3526266

antonio.delfurbo@zonedombratv.it

 

 


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