Il “buco nero” di Bussi non finisce mai di stupire. L’area abruzzese in cui sono accaduti fatti gravissimi, e che la magistratura pare non essersi accorta, restituisce ai cittadini sempre nuovi casi. Imbarazzanti.
L’ultimo che arriva è quello riguardante l’acquisto da parte del Comune di Bussi delle aree di proprietà della Solvay. Il documento, che porta la data del 24 maggio 2018, evidenzia operazioni che hanno determinato i rapporti tra Solvay e Amministrazione comunale riguardante l’acquisto da parte dell’ente pubblico delle aree all’interno del Sin (Sito d’interesse nazionale) di Bussi relative alla bonifica.
Nell’Accordo di Programma sottoscritto nel 2017, tra il Ministero dell’Ambiente, la Regione Abruzzo, il Comune di Bussi e la Solvay relativo alla procedura ad evidenza pubblica per l’affidamento della progettazione esecutiva ed esecuzione degli interventi di bonifica delle aree esterne Solvay in Bussi sul Tirino, al comma 4, dell’articolo 2 (Passaggio di proprietà delle Aree Solvay), è riportato che “il passaggio di proprietà delle Aree Solvay non potrà in alcun caso avvenire in caso di mancata aggiudicazione della Procedura di Gara, nonchè in caso di mancata stipula del contratto. In tal caso le Parti dichiarano sin d’ora di non aver nulla a pretendere l’un l’altra in ragione del mancato verificarsi di tali presupposti”. A spiegarlo il consigliere regionale Domenico Pettinari.
In una missiva dell’11 luglio 2018 inviata dal sindaco del Comune di Bussi al ministro Costa emergerebbe che il contratto non ci sia in quanto non sarebbe stato ancora firmato. “Inoltre – si legge nella lettera – non è stato ancora nominato il direttore dei lavori, non è stato ancora sottoscritto il contratto con la società aggiudicataria e non è avvenuto il trasferimento delle risorse disponibili nella contabilità speciale n. 3911 all’uopo istituita”.
Un aspetto non di poco conto visto che andrebbe a violare quanto previsto dall’Accordo tra Ministero, Regione e Comune, che di fatto non avrebbe dovuto permettere al Comune di Bussi di poter procedere a sottoscrivere l’atto di compravendita. “A questo dubbio – prosegue Pettinari – si aggiunge quello relativo ad alcune particelle catastali, che se pur presenti nell’atto di compravendita firmato tra la Solvay e il Comune di Bussi, non risulterebbero comprese nell’allegato “C” dell’Accordo di Programma, dove si elencano gli estremi catastali delle Aree Solvay e delle Aree Privati. Come è possibile tale discrepanza? Ci chiediamo, inoltre, se l’atto di compravendita sia stato comunicato nei tempi previsti alla Regione e al Ministero, così come disposto dall’Accordo di Programma.”
Altro aspetto della vicenda è quello relativo all’atto di concessione della derivazione di acqua ad uso idroelettrico del Fiume Tirino nel territorio del Comune di Bussi, emanato da Regione Abruzzo. A seguito della concessione della derivazione di acqua ad uso idroelettrico il Comune di Bussi, in data 10.11.2016, con nota prot. n. 90919, ha manifestato il proprio interesse per lo sfruttamento della risorsa idrica presente nel proprio territorio in quanto “bene pubblico al servizio dello sviluppo della comunità” come concordato nel protocollo di intesa, finalizzato al rilancio produttivo e occupazionale nel territorio di bussi. Una richiesta nel pieno delle funzioni in quanto il Comune, in caso di nuova assegnazione, poteva beneficiare di uno speciale diritto di prelazione per interesse pubblico, come stabilito dal Decreto 13 agosto 2007, n. 3/reg. della Regione Abruzzo.
“Una richiesta – aggiunge ancora il consigliere – apparsa carente sia nei contenuti che nelle modalità di presentazione, tanto che Regione Abruzzo ha invitato il Comune di Bussi a presentare un’integrazione. Integrazione che non è mai arrivata, come si evince dalla stessa Determinazione di assegnazione, lasciando di fatto che la concessione venisse assegnata ad una società privata, estromettendo lo stesso comune di Bussi da qualsivoglia futura possibilità di utilizzo della risorsa acqua per uso idroelettrico ai fini del rilancio del territorio. Come è stato possibile presentare una domanda carente dei principali contenuti e non preoccuparsi poi di effettuare le opportune integrazioni?”
Intanto le procedure di bonifica delle discariche di Bussi e Piano D’Orta, nonostante la sentenza definitiva della Cassazione che ha assolto o prescritto tutti gli imputati, vanno avanti. A riferirirlo è il Forum H20.
Nel dettaglio, a essere bonificati saranno i terreni della discarica Tre Monti di 3,3 ettari grazie a un progetto di bonifica di Edison approvato il 06/08/2018 con Decreto Ministeriale.
Le discariche 2A e 2B di 7 ettari con ordinanza della provincia del 26/06/2018 che individua in Edison il responsabile della contaminazione e della conseguente bonifica. Sono pronti 38 milioni di euro.
Poi c’è l’area industriale di 23 ettari approvato del Piano di Caratterizzazione approvati con conferenza decisoria dell’11/02/2010.
A Piano d’Orta saranno bonificate le aree interne al SIN della ex Montecatini di circa 3 ettari: la Provincia con ordinanza del 23/09/2015 ha individuato in Edison il responsabile della contaminazione. Il Ministero dell’Ambiente con Decreto del 06/08/2018 ha approvato parzialmente un progetto di bonifica di Edison.
Infine le aree esterne al SIN della ex Montecatini di circa 7 ettari.