Funzionari ucraini hanno mostrato ai media internazionali la rimozione di cinque corpi da uno scantinato a Bucha , un sobborgo di Kiev recentemente ripreso dalle forze ucraine.
Bucha. La CNN ha raggiunto il seminterrato e ha visto i corpi prima della rimozione. Erano in fase avanzata di decomposizione.
Cinque uomini erano stati torturati e giustiziati dai soldati russi, ha detto un consigliere del ministro degli Interni ucraino, Anton Gerashchenko.
Gli uomini sono stati trovati in un’area detenuta dai militari russi fino a pochi giorni fa.
Intorno al sito erano ancora visibili diverse trincee e postazioni per veicoli blindati, così come le razioni russe avanzate. Diverse lettere “V” – simboli informali per la campagna militare russa – sono state dipinte anche all’ingresso del territorio.
I morti avevano le mani legate dietro la schiena e la maggior parte di loro aveva diverse ferite da arma da fuoco, non solo alla testa, ma anche agli arti inferiori. C’erano diversi bossoli sul pavimento accanto ai corpi.
I volontari hanno rimuovono i corpi e li mettono in sacchi per cadaveri
Un volontario ha detto che stanno recuperando corpi in gran numero: “Sono centinaia, non dozzine”. Il volontario e la sua unità hanno mostrato i sacchi per cadaveri di almeno 30 persone che erano state recuperate domenica, più altre nove lunedì, comprese le cinque trovate nel seminterrato.
Quella unità è una delle tante che operano nella periferia di Kiev.
Cosa è successo a Bucha?
Bucha è una cittadina a 37 chilometri a nord ovest di Kiev. La attraversa la strada principale che collega la capitale dell’Ucraina con i territori al confine con la Bielorussia. Punto strategico, nelle intenzioni di Mosca, per accerchiare la capitale. L’esercito russo vi era rimasto per cinque settimane di occupazione. Era stata una delle prime città, a fine febbraio, a essere conquistata dai russi. Corpi per strada, cadaveri in decomposizione, una grande fossa comune nel giardino della chiesa ortodossa della cittadina, persone nascoste negli scantinati: questi i resoconti dei giornalisti dei media internazionali inviati sul posto.
I testimoni hanno raccontato che le violenze e le esecuzioni sommarie sarebbero cominciate già nei primi giorni di occupazione. Le strade erano pattugliate e presidiate dai russi. Il Guardian ha raccolto il racconto di un insegnante di arti marziali che ha detto di aver visto un uomo anziano che stava attraversando la strada con la moglie, quando ha risposto ai militari gli hanno sparato e lo hanno ucciso. Anche nelle ricostruzioni del New York Times si racconta di violenze praticamente indiscriminate. L’inviato dell’Economist, uno dei primi media arrivati sul posto, ha raccontato di corpi circondati da prodotti alimentari, presumibilmente usciti per fare la spesa.
Altre testimonianze hanno raccontato di retate per strada e nelle case. Human Rights Watch ha raccontato in un rapporto di esecuzioni sommarie – spari alla nuca a gente inginocchiata e incappucciata – per strada. Si parla di circa 280 corpi seppelliti, secondo quanto riferito dal sindaco Anatoly Fedoruk all’Afp, in una fossa comune nei pressi della chiesa ortodossa della cittadina. Impossibile per il momento dare una stima precisa delle vittime. Il ministero della Difesa ucraino ha pubblicato un video in cui si vedevano diversi cadaveri per strada.