Altro che amore e aiuto. Agli anziani non autosufficienti dell’Rsa di Narnali (Prato) veniva riservato un trattamento molto particolare.
Lesioni, maltrattamenti, furti di soldi a pazienti ricoverati nella struttura per gravi forme di Alzheimer. Nelle immagini diffuse dalla polizia, sembrano raccontate varie storie di fiction che, però, finzione non sono.
In una c’è una signora anziana che si lamenta nuda e rannicchiata sul letto immobilizzata da un’infermiera:“Sei proprio una str…a” scandisce l’infermiera alla donna. Una volta vestita e sistemata sulla carrozzella, la stessa donna viene fermata forzatamente:“Ma andò vai” chiede l’operatrice. Di nuovo immagini con l’anziana nuda sul letto che tenta un contatto umano con l’infermiera:“Non mi toccare, stupida” gli urla la professionista in maniera arrogante. Quindi un susseguirsi di vari momenti in cui la stessa anziana viene colpita a volte con schiaffi altre volte con pugni. Poi appare un infermiere che, da solo in stanza, prende dei soldi da un cassetto e ne intasca alcuni.
Anziani incapaci di comunicare e che cercavano, forse a modo loro, di aprirsi al dialogo. Ma in cambio ricevevano solo rabbia e odio. Per fortuna il blitz scattato all’alba da parte della squadra mobile di Prato presso la Residenza per anziani di Narnali ha messo fine a questo film dell’orrore.
Nove sono state le misure cautelari già eseguite e 17 le persone indagate. Si tratta di infermieri e operatori sanitari di case, per la maggior riferibili alla Cooperativa Astir. Due sono infermieri dipendenti della Asl. Otto fra quelli indagati hanno ricevuto l’avviso di garanzia perché non hanno denunciato gli insulti.
Tutto è partito da una denuncia anonima di un anno fa. Le telecamere hanno documentato cosa accadeva in nove stanze su venti, appena i parenti delle vittime lasciavano la struttura per le consuete visite familiari.
Le ipotesi di reato sono di maltrattamento e lesioni. “Quotidiani – spiegano gli inquirenti – erano le condotte di dileggio e ingiuria verso gli ospiti della residenza, che ne denotano una costante volontà vessatoria nei confronti dei malati”.
Tra gli indagati compare un operatore sanitario che nel 2012, in una precedente attività d’indagine, fu sospeso per 4 mesi. Anche in quel caso furono piazzate telecamere per comportamenti “deprecabili da parte degli indagati”.
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