Il tanto atteso bonus da 600 euro, destinato alle piccole imprese e agli autonomi, e che in molti non ancora ricevono, dovrà probabilmente essere restituito da un bel po’ di professionisti. Insomma, dopo il disastro del sito dell’Inps che ha ritardato la presentazione delle domande online, i piccoli imprenditori subiranno un’altra mazzata.
Il rischio restituzione è per quella categoria che ha fatto richiesta del bonus ma che in realtà non ne aveva bisogno. E, tra l’altro, gli stessi soggetti rischierebbero anche di rispondere del reato di falsa dichiarazione.
Per verificare le posizioni l’INPS effettuerà dei nuovi controlli (probabilmente a campione) per verificare che coloro che ne hanno fatto richiesta soddisfino tutte le condizioni previste dal Decreto Cura Italia. E nel caso in cui non sia così scatterà l’istanza per la restituzione dei 600,00€.
In sostanza, seppur si è ricevuta regolarmente l’indennità una tantum, non significa che non si è a rischio di doverla restituire in un secondo momento.
I dati dicono che al momento sono in lavorazione ancora 1milione di domande. Metà di queste, riferisce Tridico, saranno respinte. Completata questa fase ne arriverà una seconda che fisserà un nuovo bonus a 800 euro per i mesi di maggio e giugno. Tutte le specifiche del nuovo provvedimento saranno presentate nel nuovo Decreto Cura Italia atteso per il mese di aprile.
Il controllo superficiale dell’Inps
Visto l’intoppo con il portale, l’Istituto di previdenza, al fine di accelerare l’erogazione di questi aiuti, ha effettuato un check superficiale sulle varie domande. Questo ha fatto sì che i fondi siano arrivati anche a coloro che non ne avrebbero avuto diritto. Ma l’Istituto garantisce che una volta terminata l’emergenza ci saranno nuovi controlli ex post per obbligare ai non aventi diritto la restituzione del bonus.
Bonus 600 euro: chi rischia la restituzione
Sicuramente non rischia la restituzione un milionario visto che, per ottenere il bonus, non sono stati previsti requisiti reddituali. Tuttavia, questo bonus è incompatibile per coloro che:
- sono iscritti anche ad altre forme previdenziali obbligatorie;
- sono titolari di una pensione diretta;
- percepiscono il reddito di cittadinanza.
Per i lavoratori autonomi, dello spettacolo e per gli operai agricoli ci sono altri requisiti specifici:
- lavoratori stagionali: hanno cessato involontariamente il rapporto di lavoro nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2019 e la data di entrata in vigore del Decreto Cura Italia;
- operai agricoli: nel 2019 devono aver effettuato almeno 50 giornate effettive di attività di lavoro agricolo;
- lavoratori dello spettacolo: 30 contributi giornalieri versati nell’anno 2019, cui deriva un reddito non superiore a 50.000 euro.
La seconda fase
L’Istituto tratterà in maniera approfondita le domande che perverranno nella seconda fase anche se difficilmente riuscirà a ricontrollarle tutte. Ci saranno quindi dei controlli a campione. Chi verrà beccato a fare il furbo dovrà restituire la somma del bonus immediatamente. Il rischio, inoltre, è quello di finire davanti a un giudice con l’accusa di falsa dichiarazione.