Bolkestein: il Tar Liguria smentisce il governo sulla proroga delle concessioni balneari
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Il 4 settembre 2024 l’agenzia Ansa riportava una dichiarazione della Presidenza del Consiglio, quindi di Giorgia Meloni, a proposito del decreto che stabiliva un ulteriore rinvio della direttiva Bolkestein, estendendo le concessioni balneari fino al 2027.

Bolkestein: il Tar Liguria smentisce il governo sulla proroga delle concessioni balneari. Palazzo Chigi affermava: «La collaborazione tra Roma e Bruxelles ha permesso di trovare un punto di equilibrio tra l’apertura del mercato delle concessioni e la tutela delle legittime aspettative dei concessionari attuali, risolvendo una questione annosa e di grande rilevanza per il Paese».

Tuttavia, una recente sentenza del Tar Liguria ribalta questa posizione, contraddicendo il governo. Il tribunale, pronunciandosi su uno dei tanti ricorsi presentati contro i comuni che hanno già avviato le gare, ha stabilito che non esiste alcun accordo tra lo Stato italiano e la Commissione europea che obblighi le amministrazioni a prorogare le concessioni fino al 2027. Nel provvedimento si legge chiaramente: «Non risulta esistente un documento scritto che sancisca tale patto».

Una frattura istituzionale

La sentenza, emessa dal presidente del Tar Giuseppe Caruso insieme ai colleghi Liliana Felleti e Marcello Bolognesi, non lascia spazio a interpretazioni. Il tribunale non si è limitato a un’analisi giuridica delle norme esistenti, ma ha di fatto negato la base legale della proroga su cui si era basato il governo. Questo pronunciamento crea una evidente spaccatura tra le istituzioni, mettendo in discussione la narrazione dell’esecutivo.

Il caso dei bagni di Zoagli

Il ricorso in questione è stato presentato dai titolari di tre stabilimenti balneari di Zoagli (Bagni Silvano, Sacha Cubeddu e Matakello) contro la delibera della Giunta comunale del 27 dicembre 2023. Con quel provvedimento, il comune aveva confermato la scadenza delle concessioni al 31 dicembre 2023 e disposto l’avvio di nuove gare pubbliche per l’assegnazione degli spazi.

I concessionari sostenevano che non fossero stati rispettati i meccanismi di indennizzo per gli operatori uscenti e che il decreto legge 131 del 2024, con l’avallo della Commissione europea, avesse garantito tempo fino al 30 settembre 2027 per riassegnare le concessioni.

Il Tar ha respinto tutte le argomentazioni del ricorso, ribadendo che le concessioni demaniali marittime per attività turistico-ricreative, già prorogate più volte nel tempo, hanno cessato automaticamente i loro effetti il 31 dicembre 2023. Di conseguenza, le nuove assegnazioni devono avvenire tramite procedure selettive e trasparenti, in conformità alla direttiva Bolkestein.

La smentita al governo

Il tribunale ha inoltre confermato la legittimità delle decisioni adottate dal comune di Zoagli. Ma il passaggio più significativo della sentenza riguarda la smentita della posizione governativa: «Non può essere invocato un presunto accordo tra lo Stato italiano e la Commissione europea che imponga alle amministrazioni la proroga fino al 2027, perché tale documento non esiste. Inoltre, anche qualora esistesse, non potrebbe prevalere sulla pronuncia della Corte di Giustizia dell’Unione Europea, che ha già stabilito l’incompatibilità del rinnovo automatico delle concessioni demaniali».

Il presidente del Tar Liguria, Giuseppe Caruso, aveva già espresso questa posizione durante l’inaugurazione dell’anno giudiziario, ma ora la questione è cristallizzata in una sentenza ufficiale. La decisione apre scenari inediti sulla gestione delle concessioni balneari e potrebbe segnare un punto di svolta nel lungo braccio di ferro tra istituzioni italiane ed europee.

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