Big Luciano riappare in pubblico e inizia la sua corsa per le regionali. Da Pescara.
Big Luciano ce l’ha fatta, è stato assolto da tutti i capi d’imputazione. Ora, probabilmente, tornerà alla politica attiva e riabbraccerà i suoi fratelli. Probabilmente? Ne siamo convinti. Ieri mattina al Comune di Pescara “Big Luciano” ha sancito la sua ridiscesa in campo, la sua risalita in campo, la sua entrata negli spogliatoi del campo. Ore 10.30 puntualissimo come un orologio di Manoppello, D’Alfonso è arrivato in Piazza Italia a riabbracciare i suoi fedelissimi. Urla e lacrime, strette di mano e sorrisi per accogliere il futuro sfidante di Gianni Chiodi alla Regione. Un caffè al bar comunale e poi l’ingresso trionfale nella sala del consiglio comunale di Pescara, gremita all’inverosimile, per accoglierlo dopo l’assoluzione dai tremendi fatti giudiziari che lo hanno coinvolto. Un pò di ansia e disperazione personale nel rivedere il “sempretriste” Gianluca Fusilli, il “sodinoncontarenulla” Moreno Di Pietrantonio, stranamente senza occhiali da sole e soprattutto le decine di falsi fiancheggiatori che ora sperano nel miglioramento della vita lavorativa. Poveri noi.
LA POLITICA DI BIG
D’Alfonso ha parlato di infrastrutture, di collegamenti Pescara-L’Aquila, aeroporto, asse attrezzato, ferrovie, copertura teatro D’Annunzio aree ex scalo merci.
MORENO NON RIESCE A NON PRENDERE LA PAROLA
«La città si è fermata, chi è venuto dopo di noi non ha fatto nulla. Bisogna ridare a questa città la sua economia, rimetterla in moto. E sarà più facile, perché è tornato in campo un fuoriclasse». Queste sono le parole pronunciate da quel gran genio di Moreno Di Pietrantonio durante l’eclissi solare avvenuta ieri mattina in Comune a Pescara. Certo è che se Pescara e i pescaresi aspettavano lui per rimettere a posto la città avrebbero aspettato invano.
MARCO ALESSANDRINI:«NOI NON SIAMO FARABUTTI»
Il consigliere Marco Alessandrini, candidato sindaco che ha sfidato Mascia nelle ultime elezioni, ha parlato di «accuse striscianti» subiti negli ultimi quattro anni: «zitti voi che siete dei farabutti. Fortunatamente esiste una giustizia in questo paese che fa il suo corso, con i tempi della giustizia». Forse il momento più toccante. Bisognava pur riparare al disastro dialettico di Moreno.
LUCIANO D’ALFONSO:«I MIEI PUNTI DI RIFERIMENTO, MIA MADRE E MIO PADRE».
«Quanto sarebbe stato opportuno che ci potesse essere una parola nostra e nostra significa mia e nostra quando si è inaugurato il Ponte del mare? Ci dovevamo essere o no?». Scroscio di applausi. Il big ha riferito di aver letto molti libri con particolare attenzione quelli dedicati ai grandi uomini internazionali. La forza per andare avanti l’ha tratta dai genitori, dalle storie della religione cattolica e da suo figlio. Non porta rancore ha assicurato big, nemmeno verso quelle persone che lo odiano. Vorrebbe la pace e la tolleranza, quella pace e tolleranza che si hanno nei piccoli borghi come Manoppello.
di Antonio Del Furbo