Le dichiarazioni del ministro della pubblica Istruzione, Patrizio Bianchi, rappresentano pura propaganda. La situazione nelle scuole italiane, in realtà, è tutt’altro che sotto controllo.
Una larga parte delle scuole italiane sono nel caos, colpite dalla variante Omicron. Secondo il presidente dell’associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli, “in base a quanto riferitoci dai nostri colleghi in Italia il 70 per cento delle classi è in didattica digitale integrata. Su 400mila classi totali, dunque 280mila sono in ddi. Difficile da dirsi quanti stanno a casa e quanti a scuola. Ma ci sono classi con appena sei alunni in presenza”.
La preoccupazione dei genitori
È evidente, quindi, “che la ddi è una soluzione illusoria che tra l’altro non funziona”. Parole che riflettono la realtà ben nota a molti genitori e studenti: nidi e asili stanno chiudendo uno dopo l’altro intere classi come è consentito dai protocolli, mentre nella scuola dell’infanzia si compone ogni giorno di più il mosaico confuso di compagni di classe un po’ in presenza e un po’ a casa collegati a linee che spesso non funzionano. Già dopo un giorno o due dalla riapertura il pasticcio si è formato, perché il virus ha ripreso a correre in molte Regioni. I dati aggiornati quotidianamente da ogni Regione stanno confermando che la situazione dei contagi cresce in età scolastica, con le relative quarantene imposte.
Infanzia e Primaria
Un problema quello delle scuole e dei contagi che preoccupa non poco i genitori dei bimbi. Nella Scuola dell’Infanzia di Cepagatti sono preoccupati per la gestione dell’emergenza COVID19. Contagi altissimi all’interno dell’Istituto Comprensivo (elementari e medie). Due sezioni sono in quarantena nella Scuola dell’Infanzia e continuano a crescere il numero dei bambini positivi. Classi che però non sono poste in isolamento.
Stessa cosa nella primaria. “Classe con 11 positivi e nessuna sanificazione” racconta una mamma. “Perché non si sanifica tutti i giorni con alcool e candeggina”. Un altro genitore aggiunge: “È vergognoso, chiami per chiedere un appuntamento per parlare con la Preside e ti viene risposto che verrai ricontattato, ma che preferisce parlare al telefono!!Certo perché noi mandiamo i bambini in trincea per ricevere un genitore in tempo di covid è un impresa. Il problema sembra essere solo per le mense del tempo pieno, invece quelli del tempo normale che mangiano nelle classi risicate no”.
Né i locali, né gli scuolabus sono stati sanificati. Si tratta di capire perché il Comune non ha attivato la “macchina dei controlli” senza predisporre 10 giorni di chiusura obbligatoria come avvenuto in altri Comuni.
“Sono stati fatti due pesi e due misure” racconta un’altra mamma che ha la figlia alla primaria.
Il Consiglio d’istituto
Dopo varie insistenze il Consiglio ha diffuso un comunicato di risposta: “Come Consiglio d’istituto, riscontriamo le lamentele e la preoccupazione dei genitori per la situazione contagi. Stiamo preparando una lettera che invieremo al presidente della regione e all’ASL per chiedere la chiusura dei plessi più colpiti.Chiedete alle vostre classi se ritengono che la cosa migliore sia chiudere e mettere le classi in DAD o restare in presenza fino a quando sarà possibile. Preghiamo di comunicare il risultato delle preferenze, semplicemente se la classe a maggioranza dice sì o no all’eventuale chiusura, entro le 15 di oggi pomeriggio”.
Alla fine del sondaggio effettuato nella nostra scuola, solo una minima parte delle classi è risultata favorevole alla richiesta che avevamo intenzione di inviare al presidente Marsilio, pertanto non si evidenzia una preoccupazione così pressante. Mi sono occupata personalmente del sondaggio. Inoltre, abbiamo appreso solo dopo aver fatto questa proposta, che neanche il presidente della regione avrebbe questo potere.
Inoltre, ci tengo a chiarire, in qualità di presidente del consiglio d’istituto dell’istituto comprensivo di Cepagatti, che non è stato il consiglio d’istituto al completo a promuovere questa iniziativa, ma la sola componente genitori.