Elia, la zia di Barbara, chiede un gesto di clemenza per sua nipote. Elia chiede che Barbara sia riaffidata alle sue cure perché solo così la sua ‘piccola’ può salvarsi. “Esiste una giustizia eterna che ci impone a tutti il rispetto e l’amore verso il prossimo. Ecco perché io sono qui”.
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Elia, la zia di Barbara, chiede un gesto di clemenza per sua nipote. Elia chiede che Barbara sia riaffidata alle sue cure perché solo così la sua ‘piccola’ può salvarsi. “Esiste una giustizia eterna che ci impone a tutti il rispetto e l’amore verso il prossimo. Ecco perché io sono qui”.
Le parole di Elia toccano il cuore e arrivano a far vibrare le corde dell’anima. È impossibile non ascoltarla. È impossibile non commuoversi. Elia sembra arrivare da un altro mondo per la semplicità con cui racconta la vita. Per lei non esistono vizi e virtù sfuocate dal nostro tempo. Elia scompone la vita in due grandi elementi: l’amore e Dio. Ed è proprio quel Dio che ogni mattina le da la forza per alzarsi e affrontare il viaggio dall’Aquila a Pescara “per portare amore a Barbara” anche senza poter entrare in comunità per vederla. Elia rimane davanti la porta della fondazione tutti i giorni della settimana dalle 10 alle 16 ma nessuno pare essersi accorto di questa donna. Una donna che affronta un viaggio lungo di andata e ritorno. Una donna che, con una bottiglietta d’acqua, una sedia e alcune lettere staziona davanti la questura di Pescara. Una donna a cui nemmeno la polizia da un sostegno.
LA FONDAZIONE PAPA PAOLO VI
“I Centri di Riabilitazione della Fondazione Papa Paolo VI° hanno come missionl’erogazione di trattamenti e cure finalizzati al recupero parziale o totale delle capacità funzionali, compromesse da eventi morbosi che causano disabilità/handicap” si legge sul sito. E ancora:”La Fondazione Papa Paolo VI° conferma, anche per il 2012, la “mission” e il “mission statement” adottati negli anni precedenti perché ancora attuali e congruenti con la governance della sanità regionale”.
La fondazione, nel presentarsi, usa parole da grandi aziende per grandi manager: “mission”, “vision”, “mission statement” e l’immancabile “know how”. La fondazione possiede ben 10 centri sparsi in tutto l’Abruzzo e gestiti da veri e propri manager che con la religione non hanno nulla a che fare. Spesso Elia ha cercato di parlare con la parte umana e credente ai “signori dei numeri”, ma non c’è mai riuscita.
“BARBARA STA MALE”
È un appello disperato quello di Elia:”mia nipote sta male fisicamente e psicologicamente. Barbara puo’ salvarsi solo se viene amata”. Un giudice gliel’ha tolta. La legge decide. Un giudice decide.
Fatto sta che Barbara ha segni e lividi ed è ingrassata. Barbara non sta bene. Ma un giudice sentenzia con articoli di legge alla mano.
Questo è Stato. Tenetevelo. A me non appartiene.
Antonio Del Furbo