Insomma, c’è voluto del tempo per smascherarli ma alla fine ce l’abbiamo fatta. Ogni giorno qualcuno denuncia, racconta, fotografa e presenta esposti contro una pratica, quella adottata dai Comuni e da qualche ‘sindachello’, che non ha nulla a che fare con la prevenzione e il rispetto delle regole.
di Antonio Del Furbo
Questa volta a parlare è proprio un agente della polizia municipale che racconta a Mi manda Rai Tre, cosa si nasconde dietro il mondo degli autovelox.
“La prima fonte di entrata per i Comuni sono i cosiddetti autovelox” racconta l’agente. Ma sono così tanti gli automobilisti indisciplinati oppure i Vigili urbani fanno i furbetti?
“Basta abbassare i limiti di velocità, renderli praticamente impossibile ad essere rispettati”.
E possono essere taroccati gli autovelox?
“Gli autovelox possono essere taroccati, basta posizionarli in modo non perfettamente parallelo alla strada e quindi già automaticamente quei 10-15 gradi inclinati possono aumentare la velocità”.
In sostanza, quindi, le telecamere, in base all’angolazione, aumentano la velocità del mezzo che filmano.
“La velocità aumenta perché si riduce lo spazio”.
Difatti, l’autovelox inclinato modifica la percezione della velocità, riduce lo spazio di rilevazione, con la conseguenza che verrà contestata l’infrazione ad un soggetto che non ha oltrepassato il limite.
Ma non è finita qui. Nel caso in cui gli autovelox fossero montati correttamente, non sarebbero comunque affidabili perché non in grado di provare la violazione effettiva.
“Uno dei dati essenziali è la mancanza della prova della violazione. Manca in sostanza una verifica al fotofinish in quanto tutte le fotografie che vengono fatte sono postume per spazio e tempo, rispetto a quanto indicato dal Codice della Strada e da una legge successiva del 2002.”
Dunque, le dichiarazioni dell’agente sono molto pesanti e confermano i sospetti che associazioni e automobilisti denunciano da tempo. Non solo: secondo l’agente tutti gli autovelox montati oggi in Italia non sono in grado di produrre misurazioni precise, in quanto non rilevano il momento esatto in cui è avvenuta l’infrazione. E cosa si dovrebbe fare per inserire il fotofinish nelle apparecchiature italiane?
“Basterebbe modificare il software, che non viene fatto perché ha un costo. Tanto la gente paga ugualmente. A che scopo aumentare i costi di gestione se tanto le entrate sono sempre le stesse?”
Il fotofinish è un’apparecchiatura fotografica in cui la pellicola viene fatta scorrere orizzontalmente a velocità costante nel senso inverso alla direzione della corsa: essa viene impressionata solo in corrispondenza di una fenditura verticale, che viene puntata sulla linea d’arrivo. In questo modo, la fotografia che si ottiene è di fatto un grafico del passaggio delle auto sulla linea in funzione del tempo. Esaminando questa fotografia si può determinare con precisione millimetrica il momento di passaggio dell’auto e la velocità. In sostanza, senza il fotofinish è impossibile una verifica della infrazione commessa, perché tutte le foto ottenute saranno postume per spazio e tempo rispetto al momento effettivo del passaggio, violando espressamente le norme del codice della strada e della l. 168/02.
L’agente riferisce che tutti gli autovelox oggi presenti in Italia, circa 15mila, non sono in grado di produrre informazioni precise perché non rilevano il momento esatto in cui è avvenuta l’infrazione.
“Sono strumentazioni farlocche su cui lo Stato non ha mai effettuato nessuna verifica. Non potrà mai effettuare la veirifca se non c’è un modello omologato. Qual è il parametro di riferimento? Non esiste”.
Sostanzialmente, tutte le multe erogate in Italia con Tutor e Autovelox in realtà possono essere contestate.
Quanto affermato dall’agente trova pieno riscontro nella pronuncia della Suprema Corte che, richiamando quanto affermato dalla Corte Costituzionale – 29 aprile 2015 n. 113 con la quale viene dichiarata l’illegittimità costituzionale dell’art. 45 c. 6 C.d.S, nella parte in cui non prevede che:
“tutte le apparecchiature impiegate nell’accertamento delle violazioni dei limiti di velocità siano sottoposte a verifiche periodiche di funzionalità e di taratura”
e ribadisce, inoltre, che:
“la mera conformità dello strumento di rilevazione al modello omologato non sia sufficiente a dimostrarne l’efficienza ed il buon funzionamento. Tutte le apparecchiature di misurazione della velocità (che è elemento valutabile e misurabile) devono essere periodicamente tarate e verificate nel loro corretto funzionamento, che non può essere dimostrato o attestato con altri mezzi quali le certificazioni di omologazione e conformità”.
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