Autonomia differenziata: è legge. Esulta la Lega, protestano le opposizioni
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Grande entusiasmo nella Lega, da Matteo Salvini a Roberto Calderoli. Le bandiere padane hanno sventolato in Aula questa notte per celebrare l’approvazione definitiva da parte della Camera del disegno di legge sull’autonomia differenziata (con 172 voti favorevoli, 99 contrari e un astenuto), già passato al Senato, che ora diventa legge.

Autonomia differenziata: è legge. Esulta la Lega, protestano le opposizioni. Giorgia Meloni si è detta soddisfatta: “Un passo avanti per un’Italia più forte e più giusta”. Intanto, le opposizioni sono in rivolta e sono scese in piazza ieri contro le riforme della destra, pronte a lanciare una raccolta firme per il referendum contro quello che chiamano “Spacca-Italia”. Elly Schlein ha dichiarato: “Avanti insieme nella battaglia”, provocando il partito della premier: “Cambi nome: Brandelli d’Italia o Fratelli di mezza Italia, vi siete piegati all’antico sogno secessionista della Lega”.

Le Regioni avranno la possibilità di chiedere l’autonomia su una o tutte le 23 materie previste, come stabilito dal secondo comma dell’articolo 116 del Titolo V della Costituzione. Questa legge non modifica la Costituzione, ma è una legge ordinaria che implementa il “federalismo à la carte”, obiettivo centrale della Lega.

Come funziona

Le Regioni possono richiedere l’autonomia su alcune o tutte le 23 materie, che includono la tutela della salute, l’istruzione, l’ambiente, lo sport, l’energia, i trasporti, la cultura e il commercio estero. Quattordici di queste materie devono rispettare i cosiddetti Lep, cioè i Livelli essenziali di prestazione.

I Lep sono fondamentali

Dopo accese discussioni all’interno della stessa maggioranza, è stato stabilito che l’autonomia è subordinata alla determinazione dei Lep, i criteri di servizi minimi garantiti su tutto il territorio nazionale. C’è una determinazione dei costi e dei fabbisogni standard da fare, il che rappresenta ancora un rompicapo.

Il trasferimento delle competenze

Fratelli d’Italia ha ottenuto una modifica al Senato dell’articolo 4 del disegno di legge sull’autonomia. Pertanto, il trasferimento delle competenze alle Regioni avverrà solo dopo la determinazione dei Lep, anche nelle Regioni che non hanno richiesto l’autonomia, e in base alle risorse disponibili nella legge di bilancio. Altrimenti, niente autonomia differenziata.

La cabina di regia

Una squadra di ministri competenti, sotto la guida del ministero degli Affari regionali presieduto da Roberto Calderoli, il ministro leghista ideatore di questa riforma, effettuerà una ricognizione complessiva sulle materie e sui criteri dei Lep da garantire in tutto il Paese.

Tempi lunghi

Sarà necessario approvare uno o più decreti legislativi per determinare i livelli e i costi dei Lep. Il governo ha 24 mesi di tempo per farlo. Stato e Regioni hanno 5 mesi per trovare un accordo. Le intese possono durare fino a 10 anni e poi essere rinnovate, ma potranno anche essere disdette anticipatamente con un preavviso di 12 mesi.

Salvaguardia

Il governo potrà sostituirsi alle Regioni in caso di inadempienze rispetto a trattati internazionali o normative comunitarie, oppure se c’è pericolo per la sicurezza pubblica o per tutelare l’unità giuridica ed economica del Paese.

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