Trend positivo per la mobilità elettrica che, dati alla mano, continua a crescere. Una delle sfide maggiori nel passaggio tra i motori termici a quelli a zero emissioni riguarda l’autonomia e la necessità di ricaricarsi.
La soluzione a questo problema arriva grazie allo stanziamento dei fondi europei di sviluppo regionale. Grazie ai Por Fers della Regione Lombardia, aziende private e università hanno potuto sviluppare una soluzione per aumentare l’autonomia delle auto elettriche. In che modo? Montando un piccolo motore combustione interna connesso ad un generatore elettrico all’interno delle auto EV. Soluzione che era alla base di vetture geniali ma forse poco comprese come la Chevrolet Volt, dai noi nota come Opel Ampera, che utilizzava il motore termico come gruppo elettrogeno.
Battezzato Res (Range-Extender System) si tratta di un progetto coperto da brevetto europeo e sviluppato da Robby Moto Engineering, Politecnico di Milano, Meta System e Acm Engineering. In particolare si tratta di un’unità propulsiva destinata alla produzione di corrente elettrica ed è composta da un motore a combustione interna e da un generatore elettrico, interconnessi tra loro. Res è destinato all’alloggiamento a bordo di autoveicoli elettrici e funziona da generatore ausiliario in grado di ricaricare le batterie del veicolo al fine di aumentarne l’autonomia chilometrica.
Il motore a combustione interna può funzionare sia a benzina sia a metano. Grazie alle ridotte dimensioni, Res è pensato per essere alloggiato sotto al pianale di carico dell’autoveicolo con il solo e unico scopo di ricaricarne le batterie.
Il valore di 4.000 rpm è quello che garantisce la massima efficienza del motore/generatore elettrico. Nello specifico si tratta di un motore boxer 2 cilindri, con cilindrata di 500 centimetri cubici, potenza di 20 kW, dimensioni compatte (520 x 350 x 290) mm e peso di circa 20 kg.
Un’altra importante caratteristica del Range Extender System è la sua semplicità.