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Arriva l’esame psicoattitudinale per i giudici (era ora?)

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L’ordine, almeno per il momento, è partito dal ministro della pubblica amministrazione Giulia Bongiorno che, con questo provvedimento, mira a “rivoltare come un calzino la giustizia italiana”.

 

Un test psicoattitudinale per i magistrati che dovrà cambiare le regole d’accesso alla magistratura:“Ci vuole anche una verifica psicoattitudinale: non può diventare giudice solo chi è più bravo degli altri a imparare a memoria i codici e la giurisprudenza, sono indispensabili anche doti caratteriali di equilibrio e buon senso. Poi, una volta superato l’esame, serve una formazione accurata e completa e se, vinto il concorso, il tirocinio va male, dev’essere inibita ogni possibilità di accesso alla magistratura…”.



Ben dettagliata anche circa la riforma del Csm (Consiglio Superiore della Magistratura): “È da rivedere il sistema d’elezione, la situazione attuale crea patologie. Io non sono contro la libertà di pensiero, e non mi scandalizza che nel Csm ci siano correnti; ma bisogna evitare la politicizzazione dell’organo e gli scontri tra fazioni, magari pensando a un sorteggio tra una rosa di nomi indicati dalla politica e dalla categoria”.

La Bongiorno dice la sua anche in merito alla proposta di Salvini di abolire il reato di abuso d’ufficio:“Il sistema è dominato dalla burocrazia e da un’ipertrofia di norme, spesso sindaci o funzionari restano inerti per non rischiare. Ma le dirò anche che, in 25 anni di avvocatura, ho difeso centinaia di persone con questa contestazione ma non ricordo un solo processo finito con condanna definitiva […] perché per contestare l’ipotesi di abuso d’ufficio ci si accontenta spesso di una condotta che violi le norme, ma poi, quando si apre il processo, si scopre che mancano sempre gli ulteriori requisiti previsti dalla legge: una volta manca il dolo, un’altra l’ingiusto arricchimento…”.

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