Secondo il monitoraggio della Cabina di regia del ministero alla Salute e dell’Istituto superiore di sanità, sul periodo 28 dicembre-3 gennaio, sarebbero tre le Regioni che finiranno nell’arancione a partire da lunedì. Arriva la nuova stretta.
Si tratta di Calabria, Emilia-Romagna e Lombardia. Hanno fatto richiesta anche per l’arancione anche Sicilia e Veneto. Il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha così firmato un’ordinanza con le cinque Regioni. Intanto l’Rt nazionale sale a 1,03, sorpassando per la prima volta dopo sei settimane la soglia dell’1.
L’Rt a 1,03 in Italia.
La Lombardia, intanto, sfiora la zona rossa. I tecnici prendono in considerazione l’Rt, l’incidenza e il rischio per determinare in quale zona deve essere messa una Regione. Visto che l’incidenza, ovvero il numero di positivi per 100mila abitanti, è alta ovunque e il rischio è alto o moderato in tutte le Regioni (a parte la Toscana), ci si basa principalmente sul fattore di replicazione del virus, cioè l’Rt. Se è sopra 1 si entra in zona arancione, se supera 1,25 in zona rossa.
L’Rt non tiene conto del dato medio ma dell’intervallo inferiore dei due che appunto servono a ricostruire la media. Per questo motivo, anche se molte Regioni sono sopra 1 questa settimana, solo tre finiscono in zona arancione. Lombardia, Emilia e Calabria hanno infatti anche l’intervallo inferiore dell’Rt sopra quella soglia. La Sicilia invece ha 0,99 ma ha chiesto che venga considerato come 1 e infatti è stata messa anche lei in zona arancione. Stessa destino ha avuto il Veneto.
I dati per regioni
Tra parentesi l’intervallo inferiore dell’Rt.
Abruzzo 0,9 (0,83)
Basilicata 0,83 (0,67)
Calabria 1,14 (1,04)
Campania 0,83 (0,76)
Emilia-Romagna 1,05 (1,03)
Friuli 0,91 (0,86)
Lazio 0,98 (0,94)
Liguria 1,02 (0,95)
Lombardia 1,27 (1,24)
Marche 0,93 (0,82)
Molise 1,27 (0,96)
Piemonte 0,95 (0,92)
Provincia Bolzano 0,81 (0,75)
Provincia di Trento 0,85 (0,79)
Puglia 1 (0,96)
Sardegna 1,02 (0,95)
Sicilia 1,04 (0,99)
Toscana 0,9 (0,87)
Umbria 1,01 (0,95)
Val d’Aosta 1,07 (0,87)
Veneto 0,97 (0,96).
“Rischio di un repentino aumento della circolazione”
“Questa settimana si osserva un peggioramento generale della situazione epidemiologica nel Paese. L’incidenza a 14 giorni torna a crescere dopo alcune settimane di decrescita, aumenta anche l’impatto della pandemia sui servizi assistenziali e questo si traduce in un aumento generale del rischio”.
Così gli esperti della cabina di regia. Che aggiungono:
“l’epidemia si trova in una fase delicata che sembra preludere ad un nuovo rapido aumento nel numero di casi nelle prossime settimane, qualora non venissero definite ed implementate rigorosamente misure di mitigazione più stringenti. Questo avverrebbe in un contesto di elevata incidenza con una pressione assistenziale ancora elevata ed in crescita in molte Regioni e Province”.
12 le Regioni a rischio alto
Il rischio, che sintetizza i 21 indicatori utilizzati dalla cabina di regia, è alto in 12 Regioni e province: Emilia, Friuli, Lazio, Lombardia, Marche, Piemonte, Provincia Bolzano, Provincia Trento, Puglia, Umbria, Veneto. Nel monitoraggio precedente non c’era nessuno in questa situazione. Altre 8 realtà (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Sardegna, Sicilia, Val d’Aosta) sono a rischio moderato e solo la Toscana ha un rischio basso.
Incidenza, altissimo il dato del Veneto
Riguardo all’incidenza, nelle due settimane dal 21 dicembre al 3 gennaio è stata di 313,28 casi per 100mila abitanti, contro i 205,47 dei 14 giorni precedenti. L’incidenza su tutto il territorio è ancora lontana da livelli che permetterebbero il completo ripristino sull’intero territorio nazionale dell’identificazione dei casi e tracciamento dei loro contatti. L’incidenza in Veneto è altissima, non solo rispetto alla media nazionale.
I tecnici spiegano che 13 Regioni e Province hanno un tasso di occupazione in terapia intensiva oppure delle aree mediche sopra la soglia critica (la settimana scorsa erano 13).
“Il tasso di occupazione in terapia intensiva a livello nazionale torna a essere sopra la soglia critica (30%). Complessivamente, il numero di persone ricoverate in terapia intensiva è in lieve aumento da 2.565 (28/12/2020) a 2.579 (04/01/2021); il numero di persone ricoverate in aree mediche è invece lievemente diminuito passando da 23.932 (28/12/2020) a 23.317 (04/01/2021). Tale tendenza a livello nazionale sottende forti variazioni inter-regionali”.
A crescere sono anche i casi “non riconducibili a catene di trasmissione note”, per i quali cioè non si riescono a ricostruire i contatti che hanno provocato l’infezione. Sono stati 40.487 contro i 31.825 della settimana precedente.
“Questo nonostante la percentuale dei casi rilevati attraverso attività di tracciamento dei contatti aumenti lievemente (26,8% vs 26,0% la settimana precedente).”