Doveva essere la Rai su cui la politica non doveva metterci le mani. Non solo. Doveva anche essere la Rai del cambiamento. Ma di tutto ciò non è accaduto nulla.
Tanti i conduttori fatti fuori senza nemmeno una telefonata. Un metodo che ricorda quello che fu riservato a Enzo Biagi in pieno governo Berlusconi: il giornalista fu licenziato con una raccomandata.
Dunque, seppur l’amministratore delegato Rai, Fabrizio Salini, dice di voler cambiare passo alla tv di Stato, qualche dubbio sulla reale volontà rimane.
Intanto, come avevamo largamente preannunciato, arriverà Roberto Poletti, che, con un curriculum da direttore di Radio Padania e biografo del ministro Salvini, arriverà a condurre Uno Mattina non solo d’estate ma anche d’inverno. Promosso Pierluigi Diaco che condurrà “Io e te di notte”, che come recita il comunicato ufficiale avrà “la scenografia dei faccia a faccia della versione diurna, con un prepotente e felice cambio di luci che accarezzi gli occhi degli spettatori”. Apperò!
Niente fiction “Riace” con Beppe Fiorello che non trova posto neppure quest’anno. Stessa sorte per Daniele Luttazzi: dopo l’annuncio di un imminente ritorno, il direttore di Rai Due Freccero scopre che la satira poteva essere pericolosa. E quindi niente.
Trasloca forzatamente Fabio Fazio su Raidue. Tanti ricordi, invece, con Carrà, Costanzo, Arbore e i suoi fratelli.
Luigi Marzullo, infine, promosso capitano della cultura con cinque programmi per cinema, musica, teatro, libri e il tradizionale faccia a faccia di “Sottovoce”.