Nel silenzio generale, Mark Zuckerberg sta applicando a Facebook regole che dovrebbero far impallidire tutti. Un’operazione che dovrebbe creare allarme soprattutto tra i governanti e, dunque, tra gli Stati che avrebbero il dovere di tutelare i propri cittadini. E, invece, i dibattiti, specie in Italia, sono spostati su altre questioni che poco o nulla hanno a che vedere con la vita degli individui.
In queste ore è nato l’Oversight Board di Facebook, una vera e propria Corte di Appello che avrà l’ultima parola nei contenziosi tra utenti e il colosso Social. In sostanza, sulle decisioni di Facebook riguardo la cancellazione dei contenuti, l’Oversight Board potrà confermare o respingere le decisioni della società di Zuckerberg. Di fatto nasce un organismo transnazionale che si troverà a decidere e (di fatto) stabilire uno standard su quali sono i limiti della libertà di parola. E avrà impatto mondiale.
“Siamo responsabili – scrive Mark Zuckerberg in una lettera aperta – dell’applicazione delle nostre politiche ogni giorno e prendiamo milioni di decisioni sui contenuti ogni settimana. Ma non credo che aziende private come la nostra debbano prendere decisioni così importanti da sole. Ecco perché ho chiesto ai governi un intervento per chiarire nuovi standard sui contenuti dannosi. È anche il motivo per cui abbiamo deciso di offrire alle persone un modo per fare appello contro le nostre decisioni, istituendo il consiglio di sorveglianza indipendente”.
La Carta del Consiglio di Supervisione si apre così: “La libertà di espressione è un diritto fondamentale. Facebook cerca di dare alle persone una voce così da connettersi, condividere idee ed esperienze e comprendersi l’un con l’altro. La libertà di espressione è sovrana, ma ci sono momenti in cui i contenuti possono essere in contrasto con autenticità, sicurezza, privacy e dignità. Alcune forme di libera parola possono mettere a rischio l’abilità di altre persone di esprimersi liberamente. Quindi bisogna trovare un bilanciamento”.
Ora si tratta di capire cos’è l’odio online, entro quali limiti va esercitata la libertà di parola, dove finisce e dove inizia la disinformazione così come la satira.
Ad esempio, la Corte su che basi valuterà il ricorso (già annunciato) di Casapound sulla disattivazione del proprio account? Al momento Facebook sulla questione specifica non ha mai rilasciato un comunicato. Una censura che sarebbe scattata perché il partito ha “incitato all’odio”. Tecnicamente, ed in modo più articolato, la motivazione per cui le due piattaforme hanno “bannato” CPI e FN hanno a che fare con “ripetute violazioni” della policy dei social. Si tratterebbe di violazioni sia “interne”, ovvero relative ai contenuti pubblicati on line, sia “esterne”, cioè che dirigenti e militanti si sarebbero distinti per condotte “politiche” incompatibili con il codice etico dei social network e social media. In estrema sintesi a determinare la decisione di Fb e Instagram sarebbero state anche le iniziative e la propaganda portate avanti dai “fascisti del terzo millennio” (CPI) e da FN nella vita “reale”.
La nuova Carta spiega che: “Lo scopo di questa Carta è quello di stabilire il quadro per la creazione di un’istituzione: il Consiglio di Sorveglianza. Lo scopo del Consiglio è quello di proteggere la libertà di espressione prendendo decisioni di principio e indipendenti sul contenuto ed emettendo pareri consultivi sulle politiche relative ai contenuti di Facebook. Il consiglio opererà in modo trasparente e le sue motivazioni saranno spiegate chiaramente al pubblico, nel rispetto della privacy e della riservatezza delle persone che utilizzano i servizi di Facebook, Inc., incluso Instagram (collettivamente denominati “Facebook”)”.
È evidente che il Consiglio sarà in relazione con Facebook e questo non si potrà cancellare.
Cinque i poteri del Consiglio come riportati nella sezione 4 della Carta.
- Il Consiglio potrà richiedere che Facebook fornisca informazioni richiesta ragionevolmente dal board in tempi rapidi e trasparenti.
- Il Consiglio dovrà interpretare gli Standard della Comunità di Facebook e altri politiche interne rilevanti alla luce dei valori complessi che Facebook difende.
- Indicare a Facebook di consentire o rimuovere contenuti
- Indicare a Facebook di difendere o ribaltare una decisione presa sui contenuti
- Emettere tempestive spiegazioni scritte delle decisioni del Consiglio
I numeri e i componenti dell’Oversight Board
Si partirà da 11 membri, il numero minimo, ma la chart già prevede che “probabilmente” il numero crescerà fino a 40 e che potrà crescere o diminuire in futuro in base alle necessità di funzionamento.
Sarà composta da membri esperti che avranno “uno spettro ampio” di conoscenze, competenze, diversità e specializzazioni. Scontato dire che “non ci saranno conflitti d’interessi, reali o perpecipiti”. I membri saranno nominati per tre anni e per un massimo di due rinnovi (quindi un totale di 9 anni). La nomina non avverrà tutta allo stesso tempo, ma scaglionata, in modo da garantire una continuità della composizione e non un rinnovamento totale del Consiglio.
All’inizio, specifica Facebook, solo il social potrà sottoporre casi al Consiglio, ma i singoli utenti potranno appellarsi già “dalla prima metà del 2020”.
Facebook, Consiglio di Supervisione e Il trust
Per stabilire i rapporti con il social, la Chart prevede esplicitamente anche la nascita di un trust indipendente da Facebook, una fondazione che avrà il compito di nominare i membri del Consiglio e fornire i fondi per il funzionamento del Consiglio. A nominare i membri del Trust indipendente sarà Facebook che gestirà i fondi al Trust.
Come riportato nella Carta (articolo 5 sezione 1), Facebook userà il Consiglio come se fosse un appalto esterno di consulenza sui temi trattati e si impegna a mettere in atto le decisioni del Consiglio.
Sembra evidente che George Orwell in “1984” aveva anticipato tutto. La società sarà amministrata secondo i principi del Socing, il Partito di Facebook, e sarà governata da un onnipotente partito unico con a capo il Grande Fratello, un personaggio che nessuno avrà mai visto di persona e che tiene costantemente sotto controllo la vita di tutti i cittadini.
Mentre gli Stati di tutto il mondo abdicano il potere a personaggi del genere, noi continuiamo a occuparci del numero di “mi piace”. La fine è vicina.
di Antonio Del Furbo