Arriva la svolta sull’inchiesta relativa alla maxicommessa da 72 milioni di euro per l’acquisto di 801 milioni di mascherine provenienti dalla Cina durante la prima ondata del Covid-19. Una vicenda che riguarda anche Arcuri.
I militari del Nucleo Valutario della guardia di finanza, su disposizione del gip di Roma, hanno dato esecuzione a 5 misure cautelari, di cui una agli arresti domiciliari e 4 interdittive. Ai domiciliari è finito Edisson Jorge San Andres Solis. L’uomo avrebbe detto a un interlocutore: “Io c’ho il numero di Arcuri”.
Nell’ordinanza il gip spiega che, alla luce del raffreddamento dei rapporti di Mario Benotti con Domenico Arcuri, l’imprenditore intermediario si sarebbe sostituito al giornalista Rai in aspettativa con un’altra persona per contattare l’ad di Invitalia al fine di proporgli ulteriori affari.
“In questo contesto Solis alletta questa persona con prospettive di lauti guadagni”, si legge nelle carte.
Il gip cita infatti anche una serie di intercettazioni:
“C’è tanto capitale in Cina… Che tu guadagni un centesimo in tre miliardi di mascherina. Al mensile soltanto, mi hai capito? Tu c’hai un amico lì dentro e quell’amico serve. Tu sei bravo per arrivare ad Arcuri. Arcuri conosce il gruppo nostro. Con tuo amico Arcuri a occhi chiusi te compra. Perché noi abbiamo dato credito per 400 milioni all’Italia che nessuno, nessuno lo ha e hanno pagato tutto”.
Il giudice sostiene che la conclusione dei contatti per la fornitura al governo italiano delle mascherine “trova un unico fondamento nella intermediazione e nella moral suasion operata in modo occulto da Benotti sulla sola base del rapporto personale tra lo stesso ed il commissario Arcuri”.
Le intermediazioni
Gli inquirenti vogliono vederci chiaro sugli affidamenti, per un valore complessivo di 1,25 miliardi di euro, effettuati dal commissario straordinario per l’emergenza Covid a favore di 3 consorzi cinesi per l’acquisito di oltre 800 milioni di mascherine di varie tipologia. Il tutto sarebbe stato effettuato “con l’intermediazione, non contrattualizzata dalla struttura commissariale, di alcune imprese italiane, cioè la Sunsky s.r.l. di Milano, la Partecipazioni s.p.a., la Microproducts IT s.r.l. e la Guernica s.r.l. di Roma”. A fronte dell’attività di intermediazione e degli affidamenti, le società avrebbero percepito commissioni per decine di milioni di euro dai consorzi cinesi risultati affidatari delle forniture di mascherine chirurgiche e del tipo Ffp2 e Ffp3. L’ipotesi di reato è quella di traffico di influenze illecite in concorso e aggravato dal reato transnazionale.
Altri affari ad Arcuri
Il gip di Roma nell’ordinanza di misura cautelare ha inoltre fatto luce sul ruolo di Mario Benotti che, “dopo aver ampiamente lucrato illecitamente per i contratti di fornitura delle mascherine”, avrebbe tentato di continuare a proporre ulteriori affari al commissario Arcuri. Elemento che sarebbe emerso dall’intercettazione nella quale il giornalista Rai in aspettativa avrebbe confidato a Daniela Guarnieri “la sua frustrazione per il fatto che il commissario Arcuri ha interrotto i rapporti con lui e che questo potrebbe essere il sintomo che Arcuri avrebbe avuto notizie in forma riservata su qualcosa che che ci sta per arrivare addosso, chiaro riferimento alla possibilità di indagini giudiziarie inerenti le forniture di mascherine mediate da Benotti”.