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Antonio Angelucci parlamentare con reddito più alto: quasi 5 milioni di euro

Antonio Angelucci parlamentare con reddito più alto: quasi 5 milioni di euro

Antonio Angelucci è il parlamentare più ricco con 4,77 milioni di euro, seguito da Cristina Rossello e Renzo Piano.

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Il deputato della Lega Antonio Angelucci, imprenditore nel settore sanitario e storico editore di testate giornalistiche, si conferma anche quest’anno il parlamentare più facoltoso.

Antonio Angelucci parlamentare con reddito più alto: quasi 5 milioni di euro. Dopo una lunga permanenza tra le fila di Forza Italia, Angelucci ha sposato la causa della Lega e, secondo le dichiarazioni dei redditi, nel 2024 ha dichiarato introiti per circa 4,77 milioni di euro, un aumento significativo rispetto ai 3,3 milioni riportati nel 2023.

Il noto editore, che negli ultimi anni ha ampliato la propria influenza nel panorama editoriale acquisendo anche testate storiche come Il Giornale e Il Tempo, ha scalzato dal vertice della classifica dei parlamentari più ricchi la deputata di Forza Italia Cristina Rossello, il cui reddito dichiarato si attesta poco sopra i 3 milioni di euro (3,159 milioni).

Il podio dei parlamentari con i redditi più alti

Sul terzo gradino del podio si trova il celebre architetto e senatore a vita Renzo Piano. L’archistar ha dichiarato al fisco francese un reddito di 2,039 milioni di euro, a cui si aggiungono i 365 mila euro dichiarati in Italia, portando il totale a quasi 2,5 milioni di euro. Piano, noto per le sue opere architettoniche innovative e il suo impegno in progetti urbanistici di rilievo internazionale, rientra così tra i parlamentari più facoltosi.

Angelucci: tra editoria, sanità e politica

Antonio Angelucci, che ha compiuto 80 anni nel settembre scorso, è una figura di spicco sia nel mondo dell’imprenditoria che in quello politico. Oltre a essere editore di diverse testate giornalistiche, possiede interessi rilevanti nel settore sanitario privato. Il suo percorso politico ha avuto inizio nel 2008, quando è stato eletto per la prima volta in Parlamento con il Popolo della Libertà. Nelle legislature successive ha mantenuto la sua presenza tra le file di Forza Italia, fino al passaggio definitivo alla Lega.

Nel corso della sua carriera parlamentare, Angelucci ha dichiarato un totale di quasi 50 milioni di euro di redditi (49,644 milioni per la precisione), con una media annuale che supera i 4 milioni di euro. Nel 2024, oltre ai 4,77 milioni dichiarati, ha versato imposte per un ammontare di circa 2 milioni di euro.

Cristina Rossello: l’avvocata che ha difeso Berlusconi

Cristina Rossello, che ha compiuto 63 anni lo scorso dicembre, è avvocata civilista e deputata di Forza Italia dal 2022. Specializzata in diritto societario e gestione di patrimoni, opera con studi legali in diverse città europee, tra cui Milano, Roma, Londra e Bruxelles. Oltre alla sua attività forense, ricopre il ruolo di amministratore giudiziario di aziende e beni confiscati ed è consulente per imprese e family office.

Una delle vicende più note della sua carriera legale riguarda la sua partecipazione come avvocata di Silvio Berlusconi nella causa di divorzio dall’ex moglie Veronica Lario. Questo incarico l’ha portata successivamente ad avvicinarsi a Forza Italia, partito con cui ha ottenuto un seggio alla Camera dei Deputati.

Il quadro generale dei redditi parlamentari

L’analisi dei redditi dichiarati dai parlamentari italiani conferma come alcuni esponenti del mondo politico provengano da ambienti imprenditoriali di successo, con patrimoni e guadagni ben superiori alla media della popolazione. Antonio Angelucci, grazie alle sue attività nell’editoria e nella sanità, continua a essere in cima alla classifica, seguito da Cristina Rossello e Renzo Piano, che grazie alla sua prestigiosa carriera internazionale si mantiene ai vertici dei parlamentari più facoltosi.

Questi dati, oltre a offrire una panoramica sui guadagni di alcuni rappresentanti delle istituzioni, sollevano anche interrogativi sul rapporto tra politica e grandi capitali, ponendo l’attenzione sulla necessità di regolamentare possibili conflitti di interesse e garantire una maggiore trasparenza nelle cariche pubbliche. Il tema rimane centrale nel dibattito pubblico e alimenta la discussione sulla commistione tra affari privati e attività istituzionale, soprattutto in settori strategici come la sanità e l’informazione.

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