L’esame disposto dai pm ha evidenziato gravi criticità nel comportamento dei quattro medici indagati. Adesso ci sarà un nuovo accertamento
“Andrea Purgatori, pur affetto da tumore polmonare in metastasi, è deceduto per le conseguenze di una endocardite infettiva”. Infezione che “non è stata individuata in tempo utile per poter avviare tempestivamente le cure idonee”. Dunque i medici che hanno assistito il giornalista morto lo scorso 19 luglio hanno emesso una “tardiva diagnosi”. Tardiva e, forse, anche errata, visto che “i consulenti del pubblico ministero hanno individuato gravi criticità nella refertazione della risonanza magnetica sull’encefalo di Andrea Purgatori”, l’esame effettuato l’8 maggio del 2023 nella Casa di Cura Pio XI.
La refertazione erroneamente indicava la presenza di metastasi cerebrali, successivamente escluse dagli esami autoptici e istologici. I medici coinvolti nella cura di Purgatori sono stati iscritti nel registro degli indagati, e il tribunale ha ordinato ulteriori accertamenti affidati a quattro specialisti. Questi dovranno rispondere a domande complesse riguardanti le cause della morte, la presenza di metastasi cerebrali e l’origine dell’infezione. Il responso degli accertamenti è atteso per giugno e potrebbe influenzare il futuro processo degli indagati.