Il colosso industriale del commercio mette piede anche in Abruzzo e, come abbiamo raccontato, riguardo la selezione del personale si è creata una polemica.
Il deposito di smistamento Amazon aprirà a San Giovanni Teatino e sarà una struttura di ben 4.700 metri quadrati. Amazon darà lavoro a 100 persone compresi gli autisti. “Siamo entusiasti di aprire un nuovo deposito di smistamento in Abruzzo, il primo nella regione, dove grazie agli oltre 20 anni di esperienza nel settore, ai progressi tecnologici e agli investimenti nelle infrastrutture saremo in grado di garantire ai nostri clienti servizi innovativi e consegne più veloci che mai” ha spiegato nei giorni scorsi Gabriele Sigismondi, responsabile di Amazon Logistics in Italia.
Le ombre
Proprio riguardo il tema delle assunzioni abbiamo concentrato le attenzioni visto che il sindaco di San Giovanni Teatino, località in cui insisterà lo stabilimento, ha incontrato i vertici della GiGroup S.p.a per invitarli ad attingere anche alla Sangiò Lavoro per la selezione del personale.
Nel merito abbiamo chiesto un confronto con la GiGroup S.p.a. di Pescara che ha rifiutato l’incontro. A quel punto abbiamo chiamato la sede di Milano che ci ha invitato a porre il quesito a mezzo mail. Siamo in attesa della risposta.
Il parere legale
Visto che in ballo ci sono i sogni e le speranze di molti aspiranti lavoratori, abbiamo chiesto il parere ad Antonello D’Aloisio per capire se nel comportamento tra il sindaco e la GiGroup S.p.a. si possa ipotizzare una forzatura che va oltre quella politica.
Avvocato, il nostro interesse è capire se sulla vicenda delle assunzioni Amazon a San Giovanni Teatino possono esserci dei risvolti giudiziari. Qui c’è una multinazionale che seleziona i lavoratori attraverso una società interinale, la GiGroup spa, dandone comunicazione attraverso i rispettivi siti. Può un sindaco intervenire invitando la GiGroup ad attingere allo sportello Sangiò Lavoro del Comune?
D’Aloisio: “A prima vista non sono ravvisabili estremi immediati e diretti per ipotizzare l’esistenza di risvolti giudiziari. Difatti mi pare di avere letto che il Comune di S.Giovanni ha invitato la GiGroup a tenere in conto per la selezione della Sangiò Lavoro, evidentemente lasciando (da quanto si direbbe) margine discrezionale alla società incaricata del reclutamento di addetti al magazzino Amazon in corso di apertura.
Piuttosto ciò che lascia qualche perplessità e che potrebbe meritare un approfondimento è la qualificazione dell’operato dell’ente comunale. Ente il quale chiede alla società di reclutamento di attingere da un organismo interno all’amministrazione deputato all’inserimento nel mondo del lavoro dei propri iscritti.
Diciamo che in termini assoluti l’invito di un amministratore ad attingere al proprio sportello di lavoro non è propriamente una modalità del tutto ortodossa. Con questo voglio dire che la Sangiò lavoro, da quanto è dato leggere (ma bisognerebbe conoscere nel dettaglio le funzioni e lo scopo dell’organismo stesso), parrebbe tendere a favorire l’inserimento preferenziale dei cittadini della nota località in argomento. In tal caso come non ritenere l’esistenza di una condotta dalla indubbia valenza politica? Non credo che occorra spiegare tutti i risvolti di tale concetto…”
Perché Amazon dovrebbe attingere dalla Sangiò Lavoro? Nel caso, non si creerebbe uno svantaggio per tutte quelle persone che hanno mandato i Curriculum alla GiGroup S.p.a.? Non si verrebbe a creare una “forzatura istituzionale” per il collocamento del personale?
D’Aloisio: “Non possiamo certo dire che la Amazon “debba” attingere dalla Sangiò Lavoro: posto che la GiGroup è deputata al reclutamento delle maestranze, ci troveremmo sicuramente di fronte ad un canale preferenziale (con evidente “marcatura” politica) riservato ai residenti della cittadina in discorso.
Non arriverei a valutare la vicenda con risvolti “oscuri”. Ovviamente la eventuale considerazione di potenziali addetti dovrebbe essere riservata a tutti indistintamente coloro che invieranno il proprio CV. Ove vi fosse una “corsia preferenziale” di certo verrebbero frustrati gli interessi degli aspiranti candidati che non risiedano nel comune di San Giovanni. Tale evenienza non conterrebbe risvolti di illiceità. Andrebbe, semmai, a frustrare il sereno percorso selettivo da parte della società incaricata, che in tal senso assume le caratteristiche di “influenza”, certamente non indebita o illecita, ma indubbiamente da valutare in termini di inopportunità. Come detto la valenza politica di una tale “intercessione” è innegabile.”
La cosa che ci ha colpito è che la GiGroup e il sindaco si siano incontrati per “favorire un opportuno coordinamento fra la GiGroup” “e il nostro sportello Sangiò Lavoro”. Ciò per “consentire al colosso statunitense di valutare la candidatura di chi vive a San Giovanni Teatino e non solo”. E chi non vive a San Giovanni Teatino?
D’Aloisio: “In effetti, a parte la legittimità e normalità di un incontro tra l’amministrazione ed una società che decida di implementare una propria sede nel territorio, che anzi va apprezzata, l’eventuale “stipula” di un accordo del genere, di cui ovviamente non è dato conoscere i contenuti ove e se fosse stato raggiunto, andrebbe a frustrare la valutazione – in senso più democratico possibile- dei CV di tutti coloro che ambissero ad ottenere un impiego presso la nominata azienda, vedendo frustrata la sua valutazione secondo il criterio del “filtro” della Sangiò Lavoro”.