La bomba è stata fatta esplodere a Foggia contro un centro per anziani di proprietà del gruppo “Sanità più”. Quando l’ordigno è esploso all’interno del centro era al lavoro l’addetta alle pulizie, che è rimasta illesa.
La deflagrazione ha provocato danni esterni alla struttura, distrutto l’insegna luminosa e danneggiato alcune automobili in sosta. Stando alle prime ricostruzioni e alle registrazioni delle telecamere la bomba sarebbe stata fatta esplodere da una sola persona incappucciata.
L’ennesimo attentato
Appena qualche giorno fa, il 3 gennaio scorso, una bomba era stata fatta esplodere sotto l’auto di Christian Vigilante sempre con lo scopo di colpire il gruppo ‘Sanità più’. “È chiaro che questo è un seguito alla bomba della scorsa volta” ha detto Vigilante, arrivato sul posto con il fratello Luca, anche lui dirigente nello stesso gruppo sanitario.
“Non otterrete nulla”
“Ci sono le indagini. Siamo tutti esterrefatti, compresi gli inquirenti. Perché una cosa del genere non era mai accaduta”, ha aggiunto Luca Vigilante. “Il centro è regolarmente aperto. Nessuno aspetta una cosa del genere a pochi giorni da una risposta collettiva, sociale, istituzionale”, ha aggiunto, riferendosi alla manifestazione organizzata a Foggia da Libera il 10 gennaio scorso contro la criminalità che ha visto la partecipazione di quasi 20mila persone. “Agli autori del gesto — ha concluso — dico basta, dico di cambiare vita, cosi non si ottiene nulla.”
“La reazione dello Stato sarà ancora più forte”
“Noi reagiremo di fronte a queste persone che pensano di potersi appropriare della nostra vita. Provvedimenti già ci sono stati ed il ministro dell’Interno è stato molto chiaro: la reazione dello Stato sarà ancora più forte e la presenza sarà ancora più determinata. Speriamo nella presenza e nella reazione della società civile”, ha detto Annapaola Porzio, commissario straordinario antiracket.
Il sindaco: “la mafia sa di essere minoranza”
“L’attentato di oggi — ha detto il sindaco di Foggia, Franco Landella — è l’ennesima dimostrazione di una delinquenza e di una criminalità parassitarie e violente spaventate” dallo Stato. La mafia “ha compreso di essere minoranza nella nostra città e prova ad alzare il tiro e la portata delle sue minacce infami… Lo Stato è più forte del terrore che questi mafiosi sono convinti di poter spargere per le nostre strade. Chi pensa che Foggia sia destinata a piegarsi sbaglia”.
La storia
Luca e Cristian Vigilante sono stati vittime di altri attentati dinamitardi nel giro di pochi giorni. ‘Sanità più’ è stata già segnata dai clan di Foggia negli anni scorsi quando si rifiutarono di assumere i parenti di due malavitosi, oggi a processo.
Luca Vigilante ed il suocero Paolo Telesforo, parti offese. Cristian Vigilante è testimone nel processo chiamato ‘Decima Azione’ a carico di 29 presunti esponenti della mafia foggiana.
Due dei 29 imputati, Francesco Tizzano ed Ernesto Gatta, per i quali è in corso il processo con rito abbreviato a Bari, sono accusati di un tentativo di estorsione ai danni del centro residenziale ‘Il Sorriso’ di viale degli Aviatori per aver chiesto ‘pizzo’ ed assunzioni, fatti questi confermati agli investigatori da Cristian Vigilante al quale erano state rivolte le richieste estorsive.
Il manager ha confessato che la vita “è cambiata nel senso che c’è una maggiore attenzione e timore, ma si cerca di riprendere la vita di tutti i giorni in maniera normale anche con il supporto delle istituzioni che mi sono molto vicine”.