Dunque, il protocollo siglato tra Miur e Mise il 19 novembre ricalca esattamente le precedenti intese degli scorsi anni sull’alternanza.
L’unica differenza, a quanto pare, starebbe nel fatto che il governo non sarebbe intenzionato ad applicare la legge 107 del 2015 che fa riferimento all’alternanza scuola-lavoro.
Prendendo in esame i precedenti protocolli e raffrontandoli con l’attuale, manca la frase “promuove l’esperienza formativa dell’alternanza scuola lavoro in quanto rappresenta uno dei punti di maggiore rilievo della legge n. 107/2015”. Inoltre, nell’articolo 1 dell’intesa è stata eliminata la frase “dare attuazione alla legge n. 107/2015, con riferimento all’alternanza scuola lavoro”.
Le parole sono state sostituite con altre molto generiche che lasciano spazio a dubbi. Sarebbe , comunque, tutto normale se non fosse che il governo, alla presentazione del protocollo, non avesse evidenziato in pompa magna un’alternanza di qualità.
A partire da quest’anno, dunque, ci saranno “percorsi formativi” e “iniziative formativenegli ambienti operativi, intese come progetti formativi per le scuole volti a consolidare l’apprendimento fondato sul saper fare e l’orientamento dei giovani”.
È evidente, dunque, che il governo non ha intenzione di rafforzare il raccordo tra scuola e mondo del lavoro ma tra scuola e territorio.