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Altair D’Arcangelo, l’uomo dietro la vendita di Visibilia della Santanchè

Altair D'Arcangelo, l'uomo dietro la vendita di Visibilia della Santanchè

Altair D'Arcangelo, l'uomo dietro la vendita di Visibilia della Santanchè

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Daniela Santanchè, ministra del turismo, ha venduto recentemente Visibilia, la sua società, a una misteriosa società anonima svizzera, la Wip Finance.

Altair D’Arcangelo, l’uomo dietro la vendita di Visibilia della Santanchè. Dietro questo nome apparentemente innocuo si nasconde una vicenda intricata e controversa che ha attirato l’attenzione dei media e delle autorità. Al centro di tutto c’è un uomo dal passato e presente torbidi: Altair D’Arcangelo.

D’Arcangelo non è un nome nuovo per chi si occupa di cronaca giudiziaria. L’imprenditore è attualmente indagato per una serie di reati gravi: associazione per delinquere, evasione fiscale, frode, riciclaggio e autoriciclaggio. Nel 2023, le autorità gli hanno sequestrato beni per un valore complessivo di 40 milioni di euro, segno delle proporzioni delle presunte irregolarità economiche che lo coinvolgono. Ora, il suo nome riemerge al centro di un’operazione che getta ombre sulla vendita di Visibilia.

Wip Finance: la misteriosa società anonima

La Wip Finance, società anonima con sede in Svizzera, è il soggetto che ha acquisito Visibilia dalla ministra Santanchè. Tuttavia, le indagini di Report hanno portato alla luce dettagli inquietanti. La finanziaria elvetica è stata “rimessa in piedi” in tutta fretta pochi mesi prima dell’accordo. Dietro questa operazione si celano figure già note alle autorità italiane per il coinvolgimento in scandali fiscali e societari.

Sul tavolo c’è una vicenda che ruota intorno a una massiccia evasione IVA da 40 milioni di euro. Si parla di una rete di 98 società fantasma utilizzate per operazioni di riciclaggio e autoriciclaggio. I soldi, provenienti dalla Svizzera, venivano trasferiti in Italia per fondare aziende che, nella maggior parte dei casi, restavano inattive. Questo schema ha permesso a diverse persone, tra cui D’Arcangelo, di accumulare ingenti somme di denaro fuori dal controllo delle autorità fiscali.

Altair D’Arcangelo: il protagonista controverso

Giorgio Mottola, giornalista di Report, è riuscito a intervistare Altair D’Arcangelo, l’uomo chiave dietro Wip Finance. L’intervista ha rivelato dettagli scioccanti sul suo ruolo nella vendita di Visibilia. D’Arcangelo è noto per le sue attività imprenditoriali ai limiti della legalità. Nonostante le accuse gravi che pendono su di lui, è riuscito a costruire una rete di affari che si estende tra Italia e Svizzera.

D’Arcangelo è stato descritto come un uomo spregiudicato, capace di sfruttare le pieghe della legislazione per trarre vantaggi personali. Il suo coinvolgimento in Wip Finance solleva interrogativi non solo sulla trasparenza dell’operazione, ma anche sulla credibilità della società anonima come acquirente di Visibilia. La scelta della ministra di vendere la sua società a una realtà tanto opaca appare quanto meno discutibile.

Il contesto: evasioni e società fantasma

Le indagini sulle attività di Altair D’Arcangelo e dei suoi soci si inseriscono in un contesto più ampio di evasione fiscale e frodi societarie. La rete di società fantasma create per nascondere flussi di denaro e riciclare capitali illeciti è un fenomeno che da anni colpisce l’economia italiana. Il caso specifico della Wip Finance mette in luce come queste pratiche possano arrivare a coinvolgere figure pubbliche di alto profilo.

La vendita di Visibilia è solo l’ultimo tassello di una serie di operazioni che hanno visto D’Arcangelo protagonista. Le sue attività, già sotto la lente delle autorità, rappresentano un campanello d’allarme per il sistema economico e giudiziario. Come è possibile che una società con legami tanto oscuri riesca a concludere un accordo con una ministra in carica? Questa è una delle domande a cui Report cercherà di dare risposta.

Le rivelazioni di Report

Il programma di inchiesta ha condotto un’indagine approfondita sull’intera vicenda, portando alla luce dettagli importanti. Domenica sera, alle 20.30, Report presenterà un servizio esclusivo che approfondirà tutti gli aspetti di questa intricata vicenda.

Il caso Santanchè

Il prossimo 20 marzo si aprirà presso il Tribunale di Milano il processo che vede imputata la ministra Daniela Santanchè insieme ad altre 16 persone, tra cui il compagno Dimitri Kunz e la sorella Fiorella Garnero. Questo è il primo procedimento legato al pacchetto di indagini avviato dalla Procura sulle società riconducibili alla ministra. Le indagini sono partite nel 2022 in seguito a un esposto di un gruppo di piccoli azionisti, che hanno denunciato gravi irregolarità nella gestione del gruppo Visibilia, fondato dalla stessa Santanchè e in cui ha ricoperto ruoli chiave tra il 2014 e la fine del 2021.

Le accuse di false comunicazioni sociali

La ministra, già indagata nell’ottobre di tre anni fa, è accusata di aver fornito false comunicazioni sociali durante il suo incarico come amministratrice e presidente del gruppo editoriale Visibilia. In particolare, viene ritenuta “soggetto economico di riferimento” dell’azienda, che pubblicava riviste come Novella 2000. Le accuse riguardano sia Visibilia Editore sia Visibilia srl in liquidazione. Tuttavia, il giudice per l’udienza preliminare Anna Magelli ha dichiarato prescritte alcune accuse relative ai bilanci delle annualità precedenti al 2016.

Una contestazione iniziale di bancarotta è invece stata archiviata. Malgrado ciò, il procedimento attuale si concentra sulle presunte irregolarità finanziarie legate agli anni più recenti.

Bilanci irregolari tra il 2016 e il 2022

Secondo le indagini del Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza, coordinate dai PM Marina Gravina e Luigi Luzi, supportati dall’ex aggiunta Laura Pedio, ora procuratrice a Lodi, i bilanci di Visibilia sarebbero stati manipolati per un periodo di sette anni, dal 2016 al 2022. L’obiettivo era celare perdite milionarie, consentendo al gruppo di apparire solido agli occhi degli investitori e continuare a generare profitti dalle attività operative.

Uno dei punti centrali delle contestazioni riguarda l’inserimento, nei bilanci di Visibilia Editore, del valore di avviamento (il valore intrinseco della società) per cifre comprese tra 3,8 e 3,2 milioni di euro. Secondo l’accusa, questa operazione sarebbe avvenuta senza procedere alla necessaria svalutazione già a partire dal dicembre 2016. Per i pubblici ministeri, queste azioni erano note a tutti gli attori coinvolti, ma nessuno ha denunciato la situazione, inclusa l’imprenditrice e senatrice Daniela Santanchè.

La posizione della difesa

Dal canto suo, la ministra ha sempre rigettato ogni accusa, affermando di non aver mai orchestrato operazioni di maquillage contabile. Il suo legale, Nicolò Pelanda, sostiene che non vi siano mai state attività mirate a nascondere la reale situazione economica della società. Inoltre, secondo la difesa, tutti i soci erano pienamente informati delle perdite e delle difficoltà affrontate dal gruppo Visibilia.

Un caso simbolico

Questo processo rappresenta un esempio emblematico delle problematiche legate alla gestione societaria e al controllo delle attività economiche di aziende vicine a figure pubbliche. Le indagini e il processo promettono di fare luce su un sistema complesso, in cui la trasparenza e la responsabilità verso gli investitori vengono messe in discussione. Restano da vedere gli sviluppi giudiziari e le eventuali conseguenze politiche che questa vicenda potrebbe comportare.

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