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Allevamenti intensivi, la proposta di legge: analisi critica e implicazioni

Allevamenti intensivi, la proposta di legge: analisi critica e implicazioni

Nel marzo 2024, un gruppo di deputati ha presentato la proposta di legge denominata “Disposizioni in materia di riconversione del settore zootecnico per la progressiva transizione agro-ecologica degli allevamenti intensivi"

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Nel marzo 2024, un gruppo di deputati ha presentato la proposta di legge denominata “Disposizioni in materia di riconversione del settore zootecnico per la progressiva transizione agro-ecologica degli allevamenti intensivi”

Allevamenti intensivi, la proposta di legge: analisi critica e implicazioni. Il testo, firmato da rappresentanti di vari schieramenti politici, punta a ridurre il numero di animali allevati, con l’obiettivo di mitigare l’impatto ambientale e migliorare la salute pubblica. Tuttavia, nonostante le intenzioni, la sua applicazione rischia di compromettere il tessuto socio-economico italiano.

Sfide per il Settore Agricolo e le Piccole Aziende

Il contesto agricolo italiano ha subito una radicale trasformazione negli ultimi decenni: il sistema di finanziamenti dell’Unione Europea, ad esempio, ha penalizzato le piccole imprese, favorendo l’accumulo di risorse nelle mani delle aziende più grandi. Tra il 2004 e il 2016, l’Italia ha perso circa 320.000 aziende agricole, un calo del 38%, mentre le aziende molto grandi sono aumentate del 21% . La proposta di legge, imponendo limiti alla densità degli allevamenti, potrebbe colpire duramente soprattutto le piccole realtà, per le quali il margine di sopravvivenza è già ridotto, spiega , presidente dell’Istituto di Ricerca Prout .

Dipendenza da Fattori Esterni e Vulnerabilità degli Allevamenti Intensivi

Gli allevamenti intensivi dipendono pesantemente da input esterni, come mangimi importati e risorse idriche, per mantenere le operazioni in attivo. Questo rende le aziende altamente vulnerabili alle crisi esterne e al cambiamento climatico. Ad esempio, il 70% dei terreni agricoli europei è destinato alla produzione di mangimi animali, con coltivazioni ad alto consumo d’acqua, come il mais . Una riorganizzazione del settore dovrebbe considerare queste complessità, senza limitarsi a imporre norme restrittive.

L’Impatto Ambientale e le Questioni di Salute Pubblica

La zootecnia intensiva è una delle principali fonti di emissioni di ammoniaca, PM2,5, e azoto in Italia, e contribuisce all’inquinamento atmosferico e idrico. Secondo l’European Environment Agency, nel 2020 l’inquinamento da PM2,5 ha causato oltre 50.000 morti premature in Italia, portando il paese al primo posto in Europa per questo tipo di mortalità . Inoltre, l’Italia è sotto procedura d’infrazione per il mancato rispetto delle normative europee sull’inquinamento da nitrati, il che rende urgente un intervento per contenere l’impatto della zootecnia sull’ambiente .

Le Carenze della Proposta di Legge

La proposta di legge prevede l’istituzione di un fondo per la riconversione agroecologica del settore, con uno stanziamento di 5 milioni di euro all’anno. Tuttavia, questa somma appare insufficiente per una trasformazione così vasta. Inoltre, le restrizioni previste potrebbero comportare la chiusura di numerose aziende agricole. Le aziende italiane non dispongono delle risorse economiche necessarie per affrontare una transizione così radicale da sole.

Verso un Modello Sostenibile: Riflessioni e Proposte

Per affrontare la crisi dell’agricoltura intensiva, una riforma strutturale che coinvolga l’intero settore è necessaria. Tra le soluzioni proposte, vi è la creazione di un sistema cooperativo integrato, che favorisca l’aggregazione di piccole e medie imprese in un modello di produzione collaborativa. Questo sistema potrebbe migliorare la sostenibilità economica e ambientale, massimizzare l’efficienza delle risorse, e sviluppare l’occupazione locale. Inoltre, una gestione integrata delle colture e un maggiore utilizzo di pratiche agroecologiche ridurrebbero la dipendenza da input esterni e proteggerebbero l’ambiente.

Dunque, per evitare il collasso del settore primario italiano, è fondamentale avviare un dialogo tra governo e settore agricolo. Soltanto attraverso una strategia complessiva e sostenibile sarà possibile realizzare una transizione efficace verso un’agricoltura rispettosa dell’ambiente e capace di garantire il benessere delle future generazioni.

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